martedì, Dicembre 10, 2024

Forio e il caso Loffredo. Le dimissioni e lo scontro “solo” nell’opposizione

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Il consigliere comunale di minoranza a Forio, il dottor Mimmo Loffredo, come vi abbiamo anticipato ieri, durante il consiglio comunale di Forio convocato giovedì pomeriggio si è dimesso dalla carica di consigliere comunale e poi ha lasciato la sala del civico consesso presso il Vecchio Municipio di Forio.
Raggiunto da Il Dispari, ci ha detto: “Le mie non sono motivazioni personali, metterò tutto per iscritto nero su bianco. Sono un professionista e non accetto minacce o altri tipi di atteggiamenti”. Il caso, ovviamente, durante la giornata di ieri ha lasciato gli osservatori della politica locale sospesi.

Il primo interrogativo a cui rispondere è quello relativo alla correttezza delle dimissioni. Stando a quanto abbiamo sempre saputo, le dimissioni vanno presentate con le modalità che tutti conosciamo. Ovvero, in prima persona all’Ufficio Protocollo del Comune, attraverso un delegato dopo che un notaio ha accertato la veridicità delle dichiarazioni e l’identità di chi, di persona, le presenta all’ufficio protocollo dell’ente. Dalle parole dello stesso Loffredo, però, abbiamo appreso che le stesse saranno comunicate attraverso la più moderna posta elettronica certificata. Basta per il TUEL? Nel frattempo, tuttavia, non abbiamo notizie sull’invio delle dimissioni secondo la normativa. Un passaggio questo che, va chiarito, non ha alcun collegamento con le motivazioni che ne hanno dato la genesi.
In attesa di avere la contezza dei passaggi ufficiali, qualche malpensante (di cui il paese è pieno) ha suggerito anche l’elevata percentuale di un possibile bluff, ma le parole che ci ha detto il Loffredo ci sembrano chiare anche se dettate da una evidente trance “agonistica” legata al momento.

Il cugino di Francesco Del Deo (o almeno un contatto a lui riconducibile), di recente spesso in compagnia di Loffredo, in un gruppo WhatsApp ha provato a dare una spiegazione alle dimissioni del consigliere: “Si è dimesso mandando affanculo sia la maggioranza che il resto dell’opposizione che non fa opposizione. Continuerà a martellare Verde & Co. e fare politica, mobilitando il territorio fregandosene del seggio in consiglio. Perché pure Del Deo e Savio lo bloccavano su tutte le iniziative e Vito Iacono lo criticava e non appoggiava”.

Se questa sia l’interpretazione autentica delle dimissioni di Loffredo non lo sappiamo anche se in paese circolano anche altre voci.
La prima voce che è iniziata a rimbalzare dagli ambienti ospedalieri di Lacco Ameno è che Loffredo abbia valutato bene la sua posizione anche alla luce del concorso interno per la ricerca del dopo Marvaso. Secondo i bene informati della Fundera, sembra che dalla Direzione Generale dell’ASL Napoli 2 Nord abbiano sollevato una sorta di profilo di opportunità che potrebbe influenzare sulle decisioni che sta assumendo il direttore Iervolino. Anche questo scenario, però, va preso con il beneficio del dubbio. Lo ripetiamo, si tratterebbe di una questione di opportunità e non di incompatibilità.

L’altro rumors che in qualche modo si allinea alle parole che Loffredo ha detto a Il Dispari e che farebbero il pari con quanto dichiarato in consiglio comunale “farò un esposto alla Procura” racconta di uno scontro diretto con alcuni supporters dell’attuale maggioranza e molto vicini al sindaco Stani Verde. Uno scontro che sarebbe figlio di alcune esternazioni social che hanno visto protagonista Mimmo Loffredo. In attesa di leggere la PEC che Loffredo invierà alla Martino, ovviamente, tutto è possibile.

TUTTO GRASSO CHE COLA PER STANI VERDE
Queste dimissioni, al pari di quelle di Pasquale Capuano registratesi qualche mese fa (e poi il tempo ha chiarito anche le vere motivazioni leggendo l’albo pretorio di Lacco Ameno, comune sempre molto sensibile alle decisioni che si prendono a Casamicciola e che si prendevano nella scorsa consiliatura a Forio), non hanno altro che lasciare Stani Verde più tranquillo del solito. Una minoranza poco presente, che ora perde anche l’unico protagonista (anche se senza sostanza politica e spesso fuori traccia rispetto a quelle che è l’ABC della pubblica amministrazione) attivo, è un toccasana per una maggioranza che spesso si trova a fare i conti con i “mal di pancia” e con il forte richiamo dal “passato”.

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