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sabato, Maggio 18, 2024

Enzo Ferrandino ha iniziato a pagare i debiti elettorali

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Augusto Muro | La composizione della giunta: un complicatissimo gioco di incastri che sta mietendo più vittime della campagna elettorale, ma dove sono i buoni propositi per la comunità?
Il sindaco Enzo Ferrandino comincia a pagare i debiti elettorali, approfittando del lungo momento di impasse per il varo della nuova amministrazione che stizzisce gli elettori e racconta di accordi difficili da partorire presso il palazzo di piazza Antica Reggia.
Intanto, mentre si discute di assessori, vice sindaci e presidenti del consiglio, sul territorio vige l’anarchia. Da pochi giorni, presso la spiaggia di San Pietro, nel giro di poche ore e senza che nessuno ne sapesse niente, è apparso un pontile sulla spiaggia libera, una sgradita sorpresa per i bagnanti che si sono ritrovati questa bella novità, di cui nessuno ha sentito parlare.
Ma non basta, il piazzale del Redentore e la statua del Cristo continuano a rimanere ostaggio dei gazebo che sono occupati dalle biglietterie delle compagnie di navigazione che non hanno alcuna intenzione di individuare una soluzione alternativa agli stessi.
Per quanto tempo rimarranno ancora lì? Si è pensato a cosa fare? E quanti soldi arrivano al Comune per l’occupazione del suolo pubblico?
La Curia non ha nulla da dire sulla pietosa situazione del Cristo? Rimanendo sul porto, nei pressi della riva destra i tavolini continuano ad avanzare, sono ormai affacciati al mare, e riducono lo spazio disponibile per il transito e il passeggio, senza alcun rispetto per il buon senso e le più elementari norme di sicurezza. Sono solo alcuni esempi che ci restituiscono la fotografia di un’amministrazione incapace di sostenere un progetto concreto da perseguire. Ma se Atene piange, Sparta di certo non ride. La minoranza che fa? Ha ben chiaro il proprio ruolo o deve ancora rimettersi dai colpi subiti durante le elezioni amministrative?
Se questo è l’inizio della nuova amministrazione significa che non c’è programmazione né nella maggioranza né nella minoranza, ma solo scontri per difendere interessi privati o per denunciare interessi della controparte.
E la stampa? Esalta solo la bellezza dei tramonti e le bontà cucinate dagli chef?
Che fine hanno fatto quelle penne che scrivevano, si indignavano e apparentemente difendevano la democrazia? Oggi, avendo risolto i propri problemi, si danno al footing.
Un ricordo. Sono passate decadi dagli anni ’80, una stagione politica in cui il paese è stato dotato di una serie di beni che hanno ammodernato il territorio. Con la costruzione e il riammodernamento delle infrastrutture hanno reso possibile la sviluppo di una stagione turistica più estesa, che ha azionato un circolo virtuoso tramutatosi poi in maggiori opportunità lavorative per gli ischitani. Quei benefici si stanno perdendo. Disoccupazione, mancanza di una strategia ben studiata per rilanciare il turismo, degrado delle infrastrutture, inefficienza dei trasporti, un welfare debole, sono sintomi della malattia sociale che serpeggia e che ci può spingere sull’orlo dell’agonia.
È necessario guardare a quel periodo di grande crescita e riattivare il meccanismo che oggi si è inceppato. È fondamentale ripartire per mettere in piedi un ammodernamento delle infrastrutture, ma soprattutto è necessario che si ritorni a scrivere un patto concertativo virtuoso tra parti sociali, ente locale e parti datoriali.
Il Comune dovrebbe impegnarsi ad ammodernare le infrastrutture: rendere le strade percorribili, rendere efficienti i trasporti sia marittimi che terrestri, migliorare il servizio idrico e i servizi comuni e avere un maggiore controllo sul territorio non certo per accontentare la clientela di turno, ma per l’interesse comune.
Le aziende, potendo contare su un territorio ben tenuto, più sicuro, potrebbero finalmente pensare di allungare la stagione turistica e con l’aiuto delle parti sociali sopperire al forte bisogno di lavoro di cui soprattutto i nostri giovani, per lo più precari, hanno un fondamentale bisogno.
Una maggiore vivibilità del territorio favorirebbe i tanti anziani del nostro comune.
È questo lo sviluppo che deve perseguire l’amministrazione. Ma questa amministrazione, appena rinnovata, ha la capacità, la caratura e lo spessore per attuare questi provvedimenti?
Ce l’ha la minoranza?
Ci auguriamo di sì.

1 COMMENT

  1. Questi signori, caro Augusto, non hanno capacità, caratura e nemmeno spessore per fare qualcosa di buono per il paese, si ritrovano da quelle parti perchè coloro che davvero potevano essere capaci di “dare” qualcosa di concreto attraverso idee programmi e quant,altro, si tengono fuori, e tu, sei uno di questi.

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