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domenica, Maggio 19, 2024

Emozioni con Simone Cristicchi: parole e musica conquistano Sant’Angelo

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Isabella Rispoli | Credo che non sia la bellezza che salverà il mondo, ma siamo noi che dobbiamo salvare la bellezza – così esordisce Simone Cristicchi a Sant’Angelo il 7 agosto scorso per la tappa del tour “Abbi cura di me”. Uno spettacolo a tutto tondo, ricco di emozioni, riflessioni, magia e commozione nell’incanto di un borgo che sembra fatto apposta per esaltare il mistero della narrazione del cantautore. In apertura l’omaggio a Luciano De Crescenzo e all’Isola d’Ischia che in sole poche ore è riuscita a far breccia nel cuore dell’artista, poi “Io che amo solo te” di quello che l’artista definisce il suo maestro, Sergio Endrigo, intonata da tuttoil pubblico accorso numerosissimo.

L’appuntamento con Cristicchi si inserisce nel cartellone “Dal Monte Epomeo al borgo marinaro di Sant’Angelo. Un viaggio tra arte, musica, cultura e tradizioni”, organizzato dal Comune di Serrara Fontana con la direzione artistica di Giuseppe Iacono Divina. Presenti il sindaco Rosario Caruso che ai microfoni di Pasquale Raicaldo ringrazia, comprensibilmente soddisfatto, e l’assessore al Turismo Emilio Giuseppe Di Meglio.

Cristicchi, cantautore, attore teatrale e scrittore, vincitore del Festival di Sanremo 2007 con “Ti regalerò una rosa” oggi è il direttore del Teatro Stabile d’Abruzzo. La filosofia di quello che si può definire un poeta contemporaneo si fonda su tre concetti essenziali: attenzione, umiltà e felicità. Alla continua ricerca del bene in un mondo in cui cresce l’odio, Cristicchi affronta infatti tematiche sociali e storiche, ponendo l’accento sull’essenzialità e la bellezza della vita, che “Va vissuta con piena intensità, senza sprecarne un solo attimo”. 

Le tue canzoni e i tuoi monologhi sono molto profondi, mai banali. Si parla di instabilità mentale e manicomi, di esodo giuliano dalmata, di morte, anzianità… temi considerati da molti ancora tabù e che possono essere oggetto di critiche. Eppure si percepisce una vicinanza particolare da parte tua

“Anche io sono stato un emarginato in passato, una vittima. Mi batto per dare voce alle persone più deboli che per qualche motivo non ce l’hanno fatta. Io ho avuto la fortuna di riuscire ad uscire dal tunnel, cerco di dare loro la forza di fare lo stesso”.

Chi pensi siano oggi le vittime?

“I ragazzi. Sono entrati in una fase storica di grande cambiamento antropologico e di sfiducia. Questo è anche dovuto alle nuove tecnologie, ai social, che sono strumenti molto forti a volte difficili da gestire. I giovani sono la fascia più sensibile spesso lasciata alla deriva. A me piace pensare che i ragazzi che sono andati via dall’Italia torneranno ad abitare qui. Arricchiti dalla loro esperienza a riportare la vita anche nelle zone depresse, come nel Sud”.

In Magazzino 18 parli di storia (il dramma degli esuli giuliano dalmati arrivati in Italia per difendersi dai partigiani di Tito). Che ruolo pensi abbia il passato, quindi la memoria, per costruire il futuro?

“Come un albero senza le radici non riuscirebbe a tenersi eretto, la nostra memoria è uno strumento potentissimo che ci aiuta a comprendere la strada che abbiamo percorso e ci insegna qual è la strada per tornare a casa, metaforicamente parlando. In fondo la memoria è un muscolo che va allenato. Purtroppo oggi si tende a dimenticare il passato, soprattutto le cose per cui si prova vergogna. Si dimentica la compassione verso l’altro e chi soffre. Nonostante se ne parli tantissimo bisognerebbe scaldare di più i cuori. A volte ho paura di ricordare troppo perché la memoria può essere un bagaglio pesante da trasportare che può far male. Ma la sensibilizzazione è importante”.

Ti ritieni ideologicamente e politicamente schierato?

“Mi definisco uno spirito libero affascinato dall’anarchia. So che è irrealizzabile perché l’uomo senza leggi dovrebbe camminare con le proprie gambe, farcela da solo. Il problema è che l’essere umano non riesce ad essere padrone di se stesso e questo non aiuta la collettività. Politicamente sono dal lato dell’umanità, in tutte le sue sfaccettature. Sono contro le generalizzazioni perché la storia è fatta anche di piccole sfumature che spesso vengono dimenticate. In magazzino 18 racconto la storia di 350 000 persone di etnia italiana che non voglio venga messa nel dimenticatoio”.

Domanda di rito: programmi per il futuro? Sanremo, ad esempio…

“Non credo di tornare a Sanremo. Nel frattempo a teatro debutterò in autunno con lo spettacolo nuovo ‘Happy Next – alla ricerca della felicità’ (per la regia di Andrea Cocchi dove il cantautore cerca di rispondere alla domanda che tutti si sono posti almeno una volta nella vita: “Che cosa è la felicità?”), mentre non si ferma la tourneé di ‘Manuale di volo per uomo”. 

Si spengono le luci del palco. Cristicchi è commosso dall’affetto del suo pubblico, la stanchezza del concerto ben nascosta dalla capigliatura incolta e da un’educazione d’altri tempi. Ciò nonostante concede abbracci e foto, e non potrebbe fare altrimenti perché “la felicità è una porta che si apre solo verso l’esterno”, anche all’una e mezza del mattino.

foto franco trani tommaso monti

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