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domenica, Maggio 19, 2024

Demanio & parenti: a Lacco Ameno è ancora guerra. denunce a raffica!

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Nuova stilettata dell’opposizione sulle concessioni “abusive”: demolitele! E la denuncia arriva a Procura, Capitaneria e Corte dei Conti

Ida Trofa | A Lacco Ameno il clima è sempre più rovente. Un nuovo attacco della minoranza prova a svelare i magheggi e le probabili forzature sulle concessioni demaniali. Chiamata in causa anche la Guardia Costiera.
“L’ufficio comunale competente, li avrà avvertiti sullo stato del demanio a Lacco Ameno o nessuno vede e sente niente? Se ci sono abusi, demoliteli!” è più o meno questo il tono dell’ultimo missile politico all’indirizzo del governo Pascale da parte del gruppo del Senatore De Siano.
Ancora fitte nubi sul Comune. Noi de Il Dispari vi proponiamo il contenuto della nota certificata inviata, dicono fonti ben informate, anche alla Procura, alla Corte dei Conti, alla Prefettura, alla Capitaneria di Porto e alla Guardia di Finanza.
L’estate non è entrata ancora nel vivo e il clima si è fatto già rovente. Sono sempre le interrogazioni, gli esposti alle autorità a svelare una serie di circostanze ritenute poco chiare dagli estensori dei documenti ed afferenti la gestione della macchina amministrativa lacchese e soprattutto gli affari demaniali.
Ecco il testo della nuova interrogazione con richiesta di risposta scritta inviata dagli uomini del Senatore al Sindaco pro tempore del Comune di Lacco Ameno, al responsabile dell’Ufficio Demanio Marittimo del Comune di Lacco Ameno e soprattutto all’Ufficio Circondariale Marittimo di Ischia.
La nota si riferisce all’osservanza dell’articolo 49 codice della Navigazione ed alla Circolare Agenzia delle Entrate n. 26857/2012.
Ecco i tratti salienti del documento: “I sottoscritti consiglieri comunali di opposizione: i De Siano Domenico, Silvio Aniello, Di Meglio Antonio e Vespoli William, interrogano le S.V. per sapere se per le opere non amovibili, di difficile sgombero o rimozione realizzate su aree demaniali marittime ad uso turistico ricreativo, il Comune di Lacco Ameno, alla scadenza delle concessioni il 30/12/2020, in qualità di Ente gestore abbia comunicato alla competente Capitaneria di porto l’incameramento allo stato delle opere edificate sul demanio marittimo (art. 49 Codice della Navigazione Circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 26857 del 2012). L’istituto dell’acquisizione è previsto dal sopracitato art. 49 C.N. senza alcun compenso o rimborso per il Concessionario al termine della concessione delle opere non facilmente amovibili eseguite dal Concessionario (salvo facoltà dell’Autorità concedente di ordinarne la demolizione. Oltretutto trattandosi di manufatti “sine titulo” ricadenti nella fascia di rispetto delle aree costiere in cui sono ammesse solo determinate tipologie di opere, (esempio quelle connesse alla fruizione del mare), ma escludono tassativamente concessioni o autorizzazioni in sanatoria per le altre (art 142 D Legislativo 42/2004 — Piano Territoriale Paesaggistico approvato con Decreto Ministeriale del 99)”.
I consiglieri di opposizioni si dicono seriamente preoccupati per le ricadute di ogni ordine e grado sulla comunità. La sua economia ed anche l’immagine turistica di quella che fu la bomboniera isolana.

“I sottoscritti preoccupati per il danno arrecato all’immagine di Lacco Ameno quale stazione di cura, soggiorno e turismo a livello planetario, sono sicuri che il Sindaco e il responsabile dell’Ufficio Demaniale Marittimo abbiano già provveduto a segnalare alla Capitaneria i numerosi manufatti non legittimi insistenti sulle aree demaniali marittime in concessione, quali quelli della società Partenhotel del buon Ing. Giancarlo Carriero (con l’hotel della Regina Isabella ndr), l’Onda blu di Giulia Calise (figlia del consigliere Ciro Calise ndr), La Sirenella, e l’obbrobrio del Sig. Ciro Alvi (vertice del PD lacchese ndr), e la Canzone del Mare, per i provvedimenti di rito”.
Fiduciosi i consiglieri attendono risposta scritta. In realtà si aspettano ben altro, è chiaro, ormai.

Summit sull’onda di mare
Intanto proseguono a ritmo serrato gli incontri tra gli esponenti delle categorie che sfruttano dette concessioni demaniali. L’ultimo si è tenuto in zona baia di San Montano il 4 febbraio scorso. Un “parlare” tra le parti per trovare quest’altra sponda politica, per “apparare” e che, di fatto, si è risolto con un nulla di fatto. Solo chiacchiere tra amici, o forse no. E come diceva una vecchia canzone napoletana “all’onn e mar”. Solo summit sull’onda del mare alla ricerca di interlocutori validi e istituzioni capaci di dare la giusta forza e la legittimità alle istanze di tutti e non solo di pochi favoriti.

Uffici Comunali bloccati
Anche gli uffici comunali del comune di Lacco Ameno, nel merito del demanio, sono fermi in attesa di schiarite sulla normativa. In seguito ai recenti disposti di legge, all’intervento del TAR e ovviamente ai siluri politici, il capo dell’UTC Alessandro Dellegrottaglie ha preferito tenere in sospeso ogni procedura in vista di tempi e di norme migliori.


Tra caos e norme: La Regione a si appiglia al Covid-19. L’UE non ravvisa trasparenza per i bandi

Tentando di seguire i dibattiti recenti degli esperti in materia di demanio e i vari carteggi intercorsi nel merito è chiaro un quadro di insieme molto delicato. Due i provvedimenti, in particolare, emanati dalla Giunta Regionale che nel tentativo di risolvere hanno ingarbugliato, a quanto pare, un quadro già complesso: da un lato si estende la durata alle concessioni demaniali marittime ai porti di rilevanza regionale ed interregionale, le cui funzioni amministrative non state attribuite ai Comuni, dall’altro gli indirizzi applicativi ai comuni per le concessioni demaniali marittime ad essi attribuite.

I funzionari regionali, richiamando la sentenza della CGUE del 2016, del Consiglio di Stato del 2019 del T.A.R. Campania del 2020 e la recente procedura di infrazione, evidenziano il silenzio da parte dello Stato centrale e l’incertezza causata dagli interventi normativi contrastanti con i principi comunitari, assumendo un atteggiamento cautelativo si estende la durata delle concessioni fino al 3 maggio 2021. Ovvero per i novanta giorni successivi alla dichiarazione della cessazione dello stato di emergenza da Covid-19. Nello specifico, a causa della procedura di infrazione, il Governo centrale dovrà necessariamente rispondere e quindi porre fine all’attuale inerzia. Di fatto, se l’estensione al 2033 è stata giustificata con l’epidemia Covid-19, la Regione, estende le concessioni fino al perdurare dello stato di emergenza. Seppur richiamate le disposizioni UE, non si prevede tuttavia, al termine dell’emergenza, l’esperimento di quelle procedure ad evidenza pubblica ispirate ai principi di trasparenza, imparzialità, pubblicità e non discriminazione. Difficilmente, a stagione balneare ormai iniziata (3 maggio 2021) si provvederà ad indire le procedure e pertanto, più concretamente, addossando il problema al Governo, la Regione Campania contribuirà a salvare la stagione agli imprenditori balneari.

Il Governo centrale estende le concessioni al 2033 e cosi irrompe l’UE con una nuova procedura di infrazione

Il Governo attraverso i decreti emanati per rispondere all’emergenza causata dal Covid-19 ha però riconfermato l’estensione al 2033 giustificandola appunto con la situazione epidemiologica. In questa scia è giunto un nuovo intervento dell’UE.. La Commissione UE ha, infatti, aperto una nuova procedura di infrazione condannando, ancora una volta, in maniera netta ed incontrovertibile la normativa italiana in materia di concessione demaniali marittime.

La Commissione nella lettera di messa in mora afferma senza mezzi termini come “a causa dell’illegalità del quadro normativo italiano, le concessioni prorogate dalla legislazione italiana sono impugnabili e soggette ad annullamento da parte dei tribunali”. Secondo Bruxelles “le autorità locali hanno il dovere di rifiutarsi di rinnovare le concessioni in linea con l’obbligo, che incombe a tutte le autorità nazionali, di adoperarsi al massimo per dare attuazione al diritto dell’UE”. La Commissione ribadisce l’applicabilità non solo della Bolkestein ma anche dell’art. 49 TFUE2“. Quasi impensabile alle nostre latitudini e con i ben noti accordi politico elettorali del Fungo. E ci fermiamo qui. Il percorso verso il rispetto della normativa comunitaria che tutela la concorrenza a questo punto appare inevitabile anche se, grazie alla burocrazia e leggi che non si applicano ma si interpreteranno, è ancora lungo.

2 COMMENTS

  1. solo per dimenticanza-manca il quinto consigliere di minoranza che non si firma ma scrive al suo solito e suo metodo(il presentatore del festival delle cazzate con pieno merito la carica ad honorem)-

  2. le preciso che a me non interessa nessuno delle due parti-sono un isolano qualsiasi come lei ne incontra tanti in una giornata

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