Lui era un uomo libero da qualsiasi cosa volesse imbrigliarlo. Ci siamo conosciuti meglio negli anni ottanta quando feci la mia esperienza nel partito socialista. Mi colpì di lui la voglia di fare cose giuste di crederci. Poi mi chiese di seguire Cristiano in scienze e ci conoscemmo ancora meglio.
Il mare non solo la superficie, no, quello che nascondeva il mare. Una grande passione la sua. Roberto era medico ortopedico che sapeva risolvere in poco tempo problemi legati a cadute o distorsioni. Con quei suoi movimenti veloci, tac-tac e via, ossa a posto. Roberto, lo sai ho scelto una strada difficile che è quella di ricordare chi ci lascia.
E l’ultima volta che ti ho visto ormai mesi fa te lo dissi per chiederti un consiglio e tu: “Ma non pensare a nessuno fai quello che vuoi fare, scrivi sempre cose dolci con il cuore, ma perché si deve parlare solo di vivi? E chi abbiamo amato e va via non merita niente? Solo chell parol e circostanz?” Roberto sei stato un dono per chi ti ha vissuto, sei stato come quei pacchi sorpresa che ti sorprendono di più. Niente per te era non fatto bene, tutto si poteva fare credendoci.
Regalavi libertà e non tutti sanno regalare libertà se prima non la tengono dentro. Mi sono sempre chiesta come nascono uomini del tuo stampo. Sei stato uno sportivo, un giovane bellissimo di quegli anni quando tutto il tuo gruppo affascinava, ma soprattutto Roberto Ielasi è stato un uomo che c’è stato sempre per chi amava e anche per chiunque avesse bisogno di lui.
Sono vicina a tutti tutti della sua grande famiglia che non riesco a nominare perché mi fa male di più. Grazie per tutto Roberto, grazie per esserci stato per i tuoi cari e grazie per quei tuoi continui sorrisi rasserenanti. Vi stringo forte tutti con i miei dolori alle ossa che già trent’anni fa Roberto aveva previsto dicendomi dopo una caduta dalla scala: “Farai una brutta vecchiaia ti sei fatta troppo male” Si è così non sbagliavi mai Roberto..