Da Furia a Spirit, per tutti noi il cavallo è sempre stato un animale bellissimo, fiero e alto. Charly, invece, era il cavallo più piccolo del mondo. Un record, quello del Guinness World Records del 2012 e un pezzo della vita di Bartolo Messina, il cavaliere ischitano che, degno erede della tradizione della famiglia Messina, oggi è protagonista di Cavalluna, lo spettacolo equestre più importante d’Europa.

Una storia di successi, amore ed esibizioni che è terminata ieri dopo un lungo periodo di malattia per il piccolo, grande componente dell’Equipe Messina.

“Oggi con te va via per sempre un pezzo di me, mi hai regalato quasi 14 anni di successi, di gioia, di risate, ma soprattutto Amore. Non posso spiegare cosa provo in questo momento, solo rispetto e riconoscenza per te. Un giorno ci ritroveremo e tu come sempre ti incollerai al mio ginocchio e aspetterai un po’ prima di impennarti solo come un RE può fare.  Sei stato e sempre sarai il mio piccolo, unico, grande, immenso… Charly” così Bartolo saluta piccolo amico.

Parole sincere e che mostrano il volto autentico e sincero di Bartolo.

Ma la storia di Charly è così piena che è difficile da raccontare. Nel 2013, un anno dopo il Record, Charly fu letteralmente rubato. Era il mese di settembre e si creò un grosso afflato popolare attorno a questa vicenda.

Charly, fu rapito dopo una esibizione e fu ritrovato dopo due giorni di incessante tam tam nazionale, a Città di Castello.

“Eccolo qui! Grazie a tutti, ma veramente a tutti, si perché se lo hanno lasciato andare è anche merito vostro, perché si sono resi conto di cosa avevano fatto…. Il vostro tam tam è stato forte!. Era lontano tanti km, due giorni a sperare e rincorrere voci supposizioni etc… quando non ci speravo più, è saltato fuori! Una gioia immensa, non dimenticherò mai quando ti ho rivisto oggi, ancora non ci credo. Grazie a tutti, grazie a Dio, ai miei amici e alle forze dell’ordine. Bentornato a casa Charly” questo è il racconto di Bartolo dopo il ritrovamento.