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venerdì, Maggio 10, 2024

Buono: «In difesa del nostro presidio giudiziario siamo pronti alla marcia su Roma»

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E’ il forte richiamo del presidente dell’Assoforense Gianpaolo Buono durante l’assemblea di ieri mattina. La delibera è stata votata all’unanimità e prevede che chi ha diffamato e calunniato l’immagine dell’avvocatura e della intera comunità isolana dovrà risponderne alle competenti autorità. Delibera che è stata fatta propria dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli e dal Consiglio Nazionale Forense, presenti all’incontro. Prevista anche l’astensione da tutte le udienze che si svolgeranno presso la sezione distaccata di Ischia, la cui data verrà comunicata nei prossimi giorni nel rispetto della legge che regolamenta le astensioni

Paolo Mosè | Voto unanime senza alcun distinguo! L’assemblea degli avvocati dell’isola d’Ischia risponde con toni duri al deliberato del Consiglio superiore della magistratura ed a ciò che è stato riportato con le dichiarazioni rese dall’attuale presidente del tribunale Garzo e dal facente funzioni Raffone, che dichiararono durante l’audizione che l’unica scelta giusta e praticabile era quella della chiusura della sezione distaccata di Ischia. Incontro a cui hanno partecipato un consistente numero di avvocati che si sono riuniti presso la struttura del Centro Polifunzionale di Ischia.
L’assemblea ha approvato un documento (che è stato fatto proprio dal consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli e dal Consiglio forense) con il quale si preannuncia che quelle parole ritenute diffamatorie e calunniose saranno portate all’attenzione degli organi competenti e contestualmente è stata decisa l’astensione da tutte le udienze, il cui inizio sarà reso pubblico nei prossimi giorni in rispetto della normativa vigente sulle astensioni negli uffici pubblici.

Ci sono stati interventi tesi a respingere alcune affermazioni e a difendere soprattutto l’intera comunità isolana, che dal documento del Csm appare essere come un covo di sobillatori che creano problemi, che hanno responsabilità che in sostanza non possono essere definiti tali. Soprattutto per quanto riguarda le tumultuose vicende giudiziarie che hanno interessato alcuni magistrati in servizio alla sezione di Ischia. Su quest’ultimo punto l’avvocatura non ha avuto dubbi nel rispedire al mittente ogni suo possibile coinvolgimento, ricordando all’autogoverno della magistratura e ai suoi massimi rappresentanti di Napoli che quelle nomine, che quei trasferimenti sono stati decisi e voluti proprio dalla stessa magistratura.
E’ stato un susseguirsi di interventi per richiamare l’attenzione e per coinvolgere tutte le parti sane della comunità isolana, per fare un unico blocco per iniziare una dura battaglia che proseguirà nei prossimi mesi. Alla luce della dichiarata volontà dei massimi organi della magistratura che Ischia è una struttura da azzerare e trasferire il tutto presso la sede centrale.

LE STOCCATE DEL PRESIDENTE
A presiedere i lavori l’avv. Gino Di Meglio, il quale ha immediatamente sottolineato le affermazioni gravissime giunte senza alcuna giustificazione da parte dei vertici del tribunale partenopeo e puntando il dito al deliberato del Csm, che ha basato la propria decisione basandosi esclusivamente su una raccolta di pettegolezzi. Tanto da stigmatizzare l’iniziativa di accusare senza prove l’intera classe forense. Senza alcun distinguo.

Appassionato, duro, senza remore l’intervento del presidente dell’Assoforense Gianpaolo Buono, che ha accusato il Csm che con quella delibera del 5 maggio «ha tentato di scrivere la morte del nostro ufficio giudiziario. Attaccando non solo l’avvocatura, ma non solo l’intera comunità isolana. Come professionisti abbiamo l’obbligo di reagire per difendere un diritto di tutti contro un atto scellerato del Consiglio superiore». Non mancando di lanciare qualche stilettata a chi è intervenuto in questi giorni, spiegando che «qualche mascalzone ha voluto far emergere delle opacità da parte del direttivo. Noi ci troviamo di fronte all’assenza di numerose istituzioni che hanno volutamente abbandonato l’ufficio giudiziario e se qualcuno ritiene che il nostro operato è stato sbagliato, siamo pronti a rimettere il mandato». E ricordando inoltre che la convocazione «dell’assemblea è stata voluta e richiesta a gran voce dalla base degli associati».

Se prima vi era stato ottimismo per la stabilizzazione, con gli ultimi accadimenti il discorso è cambiato letteralmente. «Se non fosse caduto il governo Conte 2 e se non fosse sopraggiunta la pandemia, oggi saremmo qui ad ufficializzare la stabilizzazione della sezione. Garantita al termine dell’incontro avvenuto a Roma con l’allora ministro della Giustizia Bonafede».
Una prima stoccata alla presidente del tribunale senza mai pronunciare il nome: «Non è tollerabile l’atteggiamento di chi in un determinato momento si è mostrata pronta ad essere al nostro fianco, per poi cambiare repentinamente il giudizio cercando di porre in essere un’attività per affossare la sezione. E’ stata una manovra subdola che aveva come unico obiettivo chiudere un servizio primario quale è la giustizia. Qui si è appalesata una malafede di diverse istituzioni. A questo atteggiamento diventa necessaria una risposta forte e chiara, perché dobbiamo riemergere. Il nostro impegno come avvocati non si limita alla salvaguardia del presidio giudiziario, ma deve coinvolgere altri settori vitali, quali la sanità l’istruzione e i trasporti. Queste stesse cose le ho dette anche al presidente del tribunale e in termini chiari le ho ricordato che lei non conosce affatto il dramma degli isolani, delle difficoltà che dobbiamo affrontare quotidianamente perché non ci è consentito quello che è previsto in Costituzione per ogni cittadino. Senza avere alcuna risposta».
L’ultima bordata è di quelle significative: «Dobbiamo avere la forza e la determinazione perché dall’isola deve partire un missile che giunga al ventitreesimo piano del tribunale e arrivi a via Arenula, sede del Ministero della Giustizia. E dobbiamo preparare la nostra marcia su Roma».

BATTAGLIA PER LA STABILIZZAZIONE
Anche i sindaci di Ischia e Forio hanno dichiarato di essere dalla parte dell’avvocatura. Enzo Ferrandino ha sottolineato la legittimità della battaglia e salvaguardare e consentire un migliore funzionamento di tutti i servizi primari. Come non è giusto bollare la nostra isola come litigiosa, «mentre siamo una comunità laboriosa che ha sempre dimostrato di avere dignità e chiede il diritto alla continuità territoriale».
E di seguito Francesco Del Deo ha richiamato l’assemblea a non mollare il progetto per giungere alla stabilizzazione delle sezioni distaccate di Ischia, Lipari, e d’Elba, che hanno la giusta necessità a mantenere l’ufficio giudiziario. Ed è un impegno preso anche come presidente dell’Associazione Comuni delle Isole Minori, per il mantenimento delle tre realtà giudiziarie delle isole di Ischia, Lipari e d’Elba.

Il presidente dell’Ordine di Napoli Antonio Tafuri ha ricordato «il 10 settembre scorso, quando il ministro ci disse durante l’incontro della necessità di stabilizzazione degli uffici giudiziari di Elba, Lipari e Ischia e in quell’occasione il presidente del tribunale di Napoli si dichiarò favorevole, per poi cambiare idea. Noi comunque ce la metteremo tutta, perché noi siamo i soli a portare avanti una battaglia dura affinché la giustizia funzioni. Noi ricordiamo al Csm che i magistrati che sono stati inviati ad Ischia non è un problema dell’avvocatura, ma è una colpa del Csm e di chi dirige il tribunale».
Dello stesso tenore l’intervento dell’ex presidente degli avvocati Armando Rossi, che ha accusato la magistratura di aver gettato fango sulla intera comunità isolana e che «il Csm è entrato a gamba tesa senza un giustificato motivo. E mentre vi è una magistratura che accusa un’avvocatura e una intera comunità, questo stesso autogoverno dei giudici dimentica i suoi gravi problemi interni e manda giudici a Ischia sottoposti ad indagine».
Il vice presidente del Consiglio nazionale forense Francesco Caia ha confermato che l’organismo nazionale sarà sempre al fianco dell’avvocatura isolana e sottolineando che «se ci sono disfunzioni o il mancato funzionamento dell’ufficio ischitano, vi sono delle precise responsabilità ed è per questo che deve essere continuata la battaglia, che ha bisogno di essere portata avanti in difesa della vostra onorabilità, che non può essere attaccata così in modo indiscriminato, mettendo in dubbio l’integrità della stessa avvocatura e della intera comunità isolana. E’ una battaglia che non può essere persa».

LE RESPONSABILITA’ DELLA MAGISTRATURA
Collegato da Bruxelles l’europarlamentare Giosi Ferrandino, che si è detto pronto a portare avanti la battaglia «in difesa dell’intera comunità isolana coinvolgendo tutte le categorie, come è stato fatto per il passato, per dimostrare che la soppressione sarebbe un gravissimo danno per l’isola e promettendo che farò la mia parte affianco a voi».

Il dibattito è continuato con l’intervento degli avvocati che hanno richiesto di confrontarsi con i massimi vertici della classe forense. Ad iniziare da Vincenzo Acunto, il quale ha precisato che «siamo nel pieno di una battaglia e bisogna capire chi è l’avversario. Nel deliberato del Csm vi sono passaggi diffamatori e calunniosi e siamo in una fattispecie di reato ed è nostro obbligo denunciare l’accaduto. Oggi il nostro avversario è ben visibile e per noi questa deve essere una battaglia decisiva per sgombrare quelle affermazioni gratuite e offensive».
Altrettanto duro l’avv. Antonio De Girolamo, che non le ha mandate a dire: «Non mi va che il Csm stili una pagella. Non compete all’organo di autogoverno esprimere dei giudizi in questo momento storico per le note vicende e dovrebbe avere l’umiltà di camminare sotto i muri…». Un modo come un altro per dire state zitti, non siete all’altezza di porvi a censori dell’avvocatura isolana e soprattutto dell’intera comunità.
Il rappresentante della Camera penale, l’avv. Cristiano Rossetti, ha da subito sottolineato ed apprezzato l’intervento del presidente dell’Assoforense e «necessita una risposta dura e ferma per rispondere ai comportamenti strumentali da parte di chi ha creato una situazione di malfunzionamento della sezione di Ischia. E se tutto questo è palese, vi è un responsabile che è il presidente del tribunale. Non è più il tempo di aspettare e bisogna denunciare quanto sta accadendo, indicando le singole responsabilità che hanno di fatto reso la giustizia sulla nostra isola difficile da gestire. E a fronte di tutto ciò che è accaduto, l’unica risposta è l’astensione da tutte le udienze».

Mentre l’avv. Michele Calise, che ha condiviso tutte le argomentazioni dei suoi colleghi, ha rimarcato la necessità a reagire «a questo attacco frontale da parte del Csm. Coinvolgendo tutte le forze produttive dell’isola e le Amministrazioni comunali».
Infine l’avv. Luciano Venia chiede una «risposta che deve essere vincente. Tutti devono scendere in campo. Questa è la battaglia dell’intero Foro napoletano».
Ed ancora per l’avv. Francesco Mazzella «questo non è il momento dei passi indietro, ma di andare avanti senza alcuna esitazione».
E con quest’ultimo intervento si è chiuso il dibattito con la lettura dello stesso avv. Mazzella del deliberato che è stato votato all’unanimità.

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