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venerdì, Maggio 3, 2024

AMATA GENTE MIA… Monito di Don Vincenzo Avallone alla sua Isola

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La poesia di Gaetano Maschio
AMATA GENTE MIA…
Monito di Don Vincenzo Avallone alla sua Isola.
immaginato davanti alle scale della Parrocchia di S. Leonardo A. in PanzA
Poesia composta nel settembre 2019 e pubblicata
in occasione del I anniversario della scomparsa del caro Parroco.

Don Vincenzo Avallone
attraverso la fantasia di Gaetano Maschio

Amata gente mia,
paterna e abituale
la mia presenza sia
dinanzi a queste scale.

Tra voi io son tornato
con la mia Fede ardente,
speciale inviato
di Dio l’Onnipotente

Mi accompagnò quel dì
dei sacerdoti il canto,
larga lasciando qui
eredità di pianto.

“Tu non lasciar mai sola
la terra di Tifèo!”.
Raccomandò a me l’Isola
il Sindaco Del Deo.

Percorso il gran viaggio
giunto nell’Aldilà
mi accolse dal suo Seggio
l’Immensa Trinità.

San Pietro, San Leonardo,
la Vergine clemente
e col suo dolce sguardo
Maddalena penitente.

Mentre ero ancora preso
da tutta quella Luce,
sentii, un po’ sorpreso,
la forza di una Voce …

“Vincenzo, guarda giù …
osserva la Tua gente!!!”
Del Caro, mio Gesù
il Monito potente.

Giratomi di scatto
io mi appoggiai al balcone,
guardando stupefatto
con molta attenzione.

Nel mare tutto azzurro,
tra l’onde ed i delfini,
io vidi, in chiaroscuro,
lo scoglio ed i puntini.

“E’ l’Isola tua bella …”,
la Voce ripeteva,
“la folla è proprio quella
che a Te si rivolgeva …!”

Con grande nostalgia
andavo loro incontro,
non era una magia
potevo legger dentro.

Nell’animo ciascuno
qualcosa nascondeva …
Sincero era nessuno,
ognuno un po’ fingeva!

Per me fu grande doglia
e provocò tristezza
ma oltre quella soglia
fu grande contentezza!!!

La voce di Gesù,
apparsomi in un lampo,
mi disse “Scendi, orsù …
sennò non hanno scampo!”

“Ed eccomi tra voi,
diletti miei Figlioli,
io vi saluto e poi
vi spiego i vostri ruoli.

L’amore regni sempre
con i buoni consigli
e non vi siano ombre
tra genitori e figli.

Si faccia benvolere
il gran lavoratore,
ma pratichi il dovere
sia lui che il suo datore.

La nostra terra amata,
di frutti ubertosa,
sia sempre colorata,
amena ed armoniosa.

Di belle tradizioni
voi testimoni siate,
degli avi le passioni
giammai dimenticate.

E raccomando in fondo
rispetto e lealtà,
fiducia a tutto tondo
e gran sincerità.

Così soltanto, un giorno,
potremo stare insieme,
Lì dove adesso torno
insieme a Dio, mia Speme!”

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