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lunedì, Maggio 13, 2024

Un giudice a Berlino e non di Torino | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 21 aprile 2023

Se la Corte d’Appello federale dovesse mai confermare o ridimensionare positivamente la penalizzazione di quindici punti inflitta mesi fa alla Juventus per la nota vicenda delle plusvalenze e che oggi, solo per poco, la riporta allo status antecedente il provvedimento, si tratterebbe dell’ennesima farsa del calcio italiano, quello che da sempre auspicavamo di rifondare partendo proprio dalla condanna dei poteri forti e ben noti a tutti.

Per fortuna, chi esamina a fondo il provvedimento di ieri sa benissimo che si tratta solo di un breve momento di rivincita per la società bianconera. Va ricordato, infatti, che poco prima del “meno quindici” si era dimesso il suo intero consiglio d’amministrazione e che proprio ieri, così come nelle more della nuova pronuncia i quindici punti sono stati restituiti, è stato rigettato il ricorso di tutti i dirigenti bianconeri, creando così un distinguo ben netto tra la rivisitazione del criterio con cui è stata inflitta la penalità e con cui sarà riformulata e l’impossibilità di sollevare detti dirigenti dalle loro inequivocabili responsabilità.

Questo per me significa una sola cosa: al di là del mero tentativo di farla fare franca alla solita Banda Bassotti, magari facendo sì che i tempi della giustizia facciano portare a termine il corrente campionato per poi far valere la nuova sanzione nella prossima stagione, stavolta non si scapperà dalla mano pesante della giustizia. Senza per questo dimenticare che, oltre al piano nazionale, Agnelli e compagni andranno incontro sia sul piano personale sia su quello societario al giudizio dell’Uefa, che fortunatamente sembra altrettanto -giustificatamente, aggiungo io- mal disposta contro di loro. Non che io mi fidi particolarmente dell’Uefa, per carità, specialmente dopo lo spettacolo disgustoso degli arbitraggi a orologeria nel doppio scontro tra Napoli e Milan in Champions League. Però stavolta sembra proprio che il cosiddetto “giudice a Berlino” ci lasci molto più di una semplice speranza che più di una punizione esemplare possa abbattersi presto su questo cancro del nostro calcio.

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