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lunedì, Maggio 13, 2024

Tribunale, Gianpaolo Buono: «La “missione” che è stata affidata a me ed al Direttivo finisce qui!»

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Il presidente dell’Assoforense commenta la proroga decisa dal governo e annuncia di voler passare la mano. Un risultato frutto dell’impegno della classe forense e dell’Ancim in una battaglia che ha visto in prima linea il nostro vicedirettore Paolo Mosè. Ora, prima della stabilizzazione, è necessario rendere funzionante la sezione distaccata

Subito dopo la tragedia della frana a Casamicciola, è arrivata la notizia della proroga per un anno della sezione distaccata di Ischia. Una misura contenuta nel Decreto Ischia approvato seduta stante dal governo per assicurare i primi interventi e sostegni a favore della popolazione. Ma per il presidente dell’Associazione Forense di Ischia avv. Gianpaolo Buono quella del governo Meloni era una decisione già nell’aria e dunque non una diretta conseguenza dell’evento tragico. Bensì frutto della strenua battaglia portata avanti dall’Assoforense insieme all’Ancim e che ha sempre visto in prima linea il nostro vicedirettore Paolo Mosè, impegnato strenuamente a difesa del presidio giudiziario sull’isola. Oggi arriva questa prima vittoria, di cui purtroppo non si può gioire per il lutto che ha colpito la nostra comunità. Un passaggio comunque importante, a cui però dovrà seguire, nelle intenzioni della classe forense e a quanto pare anche del nuovo governo, la stabilizzazione. Un traguardo da raggiungere che, da quanto dichiarato, non vedrà più alla guida dell’Assoforense Gianpaolo Buono, intenzionato a passare la mano. Intanto resta anche la necessità di rendere la sezione distaccata di Ischia pienamente funzionante, in termini di presenza di giudici e di personale, dopo tutte le lacune e i disservizi registrati in questi anni, affinché la proroga si concretizzi in una reale ripresa dei servizi e delle risposte ai cittadini.

– Dopo un risultato tanto importante come quello della proroga del tribunale, che cosa ha provato nel suo intimo?
«Innanzitutto un senso di grandissima tristezza, che continua a pervadere il mio animo, perché il conseguimento di un obiettivo tanto agognato ha coinciso con una tragedia immane. A distanza di tanti giorni non riesco a capacitarmi di ciò che è accaduto ed ho pensato poco al lusinghiero traguardo raggiunto, per il quale io e tanti amici abbiamo speso le energie degli ultimi anni».

VERSO LA STABILIZZAZIONE

– Sembrava tutto perso e che il tribunale di Ischia davvero dovesse chiudere. Con il cambio di governo è arrivata la scelta di una nuova proroga. Un bicchiere mezzo pieno?
«Per settimane io ed i colleghi abbiamo pensato solo alle conseguenze dell’alluvione ed alla perdita di tante vite umane. Non ad altro. Oggi, con tutta la costernazione, per niente sopita, provocata da un evento che continuerà a segnare indelebilmente l’animo ed il cuore di ogni ischitano negli anni a venire, dico che il risultato conseguito non è frutto di improvvisazione, né di un intervento concepito dal Governo in conseguenza dei fatti del 26 novembre. L’azione dell’Assoforense ischitana, coadiuvata dall’avv. Francesco Caia del C.N.F. e da Francesco Del Deo, sindaco di Forio e presidente dell’Ancim, è stata lucida, costante e decisa. Alla fine, la serietà e la determinazione hanno pagato, così come ha pagato la scelta, già in una fase precedente le elezioni di settembre, degli interlocutori giusti per conseguire un risultato che sembrava impossibile, perché i poteri forti avevano posto il veto. La presenza di un Governo politico è stata determinante. La proroga era indispensabile per consentire di coltivare progetti più ambiziosi. Entro questi limiti, il bicchiere lo considero addirittura pieno».

– Il ministro Nordio, uomo di giustizia, ha detto in aula che si deve andare verso la stabilizzazione. E’ questo il vero obiettivo da raggiungere?
«Francesco Del Deo, con l’Ancim, a fine luglio, ha conseguito un risultato storico: la modifica dell’art. 119 della Costituzione, che ha promosso l’insularità a valore che la Repubblica è tenuta a preservare a tutte le latitudini. A questo punto, la stabilizzazione del tribunale ha rappresentato l’epilogo naturale di tale importante riconoscimento, così come dovrà esserlo il potenziamento di tutti i servizi essenziali, dalla Sanità alla Pubblica Istruzione, ai Trasporti, ecc. I prossimi mesi saranno determinanti. Il ministro, il sottosegretario Delmastro Dellevedove ed anche gli altri esponenti della maggioranza, da persone serie ed affidabili, ci hanno ascoltato, hanno condiviso i nostri progetti ed alla fine hanno disposto la proroga in funzione della stabilizzazione».

SUPERARE LE DISFUNZIONI

– Un percorso complicato, fatto di molti ostacoli e di tanti incontri. Ci vuole raccontare le tappe più importanti e gli incontri più efficaci?
«L’azione dell’Assoforense è stata continua, incessante e discreta, perché non è trapelato nulla fino al momento della adozione del decreto legge varato dal Governo il 27 novembre. Qualcuno ha pensato che la proroga del tribunale fosse da ricollegare all’alluvione. Non è così, perché il giorno 25 novembre, a seguito di uno dei tanti incontri avuti in sede ministeriale, abbiamo ricevuto assicurazione che nella settimana successiva o poco dopo sarebbe stato adottato un provvedimento di proroga. Purtroppo, è poi accaduto quello che nessuno si sarebbe augurato ed il Governo ha solo approfittato del decreto che stava per varare per inserire anche la misura che riguardava l’ufficio giudiziario ischitano».

– Presidente, però tutto questo non ci vede far dire ok, non c’è niente da aggiustare. Lei sa che frequento un po’ la sezione distaccata e le cose che non vanno ci sono. Una possibile ricetta?
«Concordo con lei, la Sezione non funziona affatto. Il problema è che l’attenzione dell’Assoforense è stata incentrata quasi esclusivamente sul conseguimento della proroga, per cui sono passate in secondo piano le disfunzioni dell’Ufficio. Da oggi, l’obiettivo cambia, bisognerà pensare a risollevare la condizione di una intera categoria, letteralmente in ginocchio e sfiduciata dopo anni di pandemia, di abbandono della sezione isolana, di giudici che vanno e vengono senza assicurare continuità. La verità è che l’ufficio giudiziario ischitano è stato abbandonato a se stesso dalle istituzioni e la intera cittadinanza è stata privata di un servizio fondamentale. Penso ai disabili, ai tanti cittadini che sono costretti a subire rinvii biblici delle cause solo perché qualcuno dall’alto ha deciso così. Da oggi inizia una fase nuova!».

– Il Tribunale di Ischia ha un amico a Roma e qualche nemico a Napoli. Mi sembra di aver capito bene…
«Non si tratta di avere amici o nemici, ma è solo una questione di onestà e sensibilità. Le comunità isolane meritano una considerazione diversa da quella loro riservata sin qui e mi riferisco non solo alla Giurisdizione, ma anche alla Sanità, alla Pubblica Istruzione, ai Trasporti e così via. Qualcuno pensa che invece le isole siano solo un fastidio e questo non posso tollerarlo. Nei prossimi mesi i nostri detrattori si renderanno conto di ciò di cui gli isolani sono capaci».

L’IMPEGNO DEGLI STUDENTI

– In questi anni di battaglia, credo che la sconfitta maggiore sia quella di non essere riusciti a creare una condizione di lotta e di pressione comune sui tanti problemi. Si, in alcuni casi emerge l’unione, ma poi le singolarità prendono il sopravvento.
«Il coinvolgimento della cittadinanza è un problema atavico, acuito dal Covid e dalla crisi economica. Ciononostante sono fiducioso che nel futuro anche immediato qualcosa possa cambiare dopo aver conosciuto tanti splendidi giovani studenti, impegnati su tante tematiche, che hanno dimostrato maturità, sensibilità e preparazione. Se poi penso all’impegno dagli stessi profuso a seguito dell’alluvione, allora sono molto più ottimista sulla possibilità di un prossimo, radicale mutamento di mentalità e di affermazione di un modello culturale diverso».

– 26 novembre, la data più triste di tutte.
«E’ così! Quanti 26 novembre l’isola ha subito in passato e quanti altri ne dovrà subire in futuro? Mi auguro che alla fase del dolore e del ricordo delle vittime innocenti di questa immane tragedia seguirà quella della riflessione».

– Paolo Mosè sarebbe stato contento di raccontare questa proroga?
«Non le nascondo che la prima persona alla quale ho pensato è stato proprio lui. Il ricordo di Paolo albergherà nei nostri cuori, perché è stato uno dei più fieri, strenui e lucidi difensori del Presidio di Legalità sull’isola».

– Qualche ringraziamento particolare?
«La “missione” che è stata affidata a me ed al Direttivo finisce qui! Non pensavo alla mia età di fare un’esperienza alla guida dell’Assoforense tanto difficile ed impegnativa, in uno dei periodi più funesti della storia, in cui è accaduto di tutto: Covid, allontanamento forzato di giudici, eventi naturali avversi. Io ed i consiglieri del Direttivo, tra indicibili difficoltà, con spirito di dedizione e di servizio, abbiamo fatto tutto il possibile. Ringrazio i colleghi avvocati per la opportunità che mi hanno dato di rappresentarli, i consiglieri del Direttivo che mi hanno sopportato per un periodo così lungo, il presidente dell’Ordine, avv. Tafuri, per la disponibilità data in ogni occasione, ma in particolare non dimenticherò la vicinanza ed il sostegno, anche nei momenti più bui, dell’avv. Francesco Caia e del sindaco Del Deo. Nelle prossime settimane si volterà pagina, come è giusto che sia!».

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