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venerdì, Maggio 17, 2024

Salatiello: “Monti bravo a salvare il Barano, la Nuova Ischia recuperi Capuano”

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La pausa dei campionati è il momento giusto per tirare le somme, comunque non definitive, di ciò che è stato finora dei campionati portati avanti dalle squadre isolane nei campionati di Eccellenza e Promozione. Dunque, spazio ai commenti ed ai pareri di esperti ed addetti ai lavori, quale è sicuramente Mimmo Salatiello, allenatore che ha avuto trascorsi di collaborazione con Forio ed Ischia Isolaverde e che ad inizio stagione pareva dover far parte dello staff tecnico della Casertana, senza poi riuscirci. A Salatiello abbiamo chiuso una opinione sulle quattro compagini (Barano, Isola di Procida, Real Forio e Nuova Ischia) che per tanti versi ci sono più a cuore.

 

Salve Salatiello, partiamo – in rigoroso ordine alfabetico – dal Barano. La squadra di Monti, al suo primo campionato in Eccellenza, è partita sparata per poi sgonfiarsi d’un botto nel girone di ritorno.  Cosa pensa di questo incredibile andamento della formazione bianconera?

“Io, praticamente, volevo far capire a chi ultimamente criticava l’operato di Monti per il girone di ritorno del Barano, che non si è reso conto che il girone di andata della squadra è stato strepitoso. Poi, durante l’anno ci sono infortuni e squalifiche ed è normale che si perda un po’ di fiducia dopo qualche sconfitta. In linea di massima, però, il lavoro importante Monti lo aveva fatto nel girone di andata. L’80% della salvezza lo aveva già ottenuto nel girone di andata. Questo è quello che volevo dire, al di la delle qualità dell’allenatore e di alcuni elementi”.

 

Nella caduta libera del Barano – ha fatto soli 6 punti nel girone di ritorno – secondo lei ha potuto pesare il fatto che la squadra fosse una matricola in questa categoria e la poca esperienza di alcuni uomini della rosa?

“L’essere una matricola è stato un bene all’inizio, perché molti calciatori – non avendo fatto prima la categoria – avevano tantissime motivazioni e qualcuno ha dato forse qualcosina in più sotto l’aspetto dell’impegno, della voglia, della determinazione. Poi forse, visto il girone di andata, hanno pensato che la cosa fosse semplice ed alla fine sono venute a mancare voglia, determinazione, il preparare la gara in un certo modo e quindi hanno mollato un po’ sotto questo punto di vista. Poi, per quanto riguarda il livello del campionato, tolte 4 o 5 squadre, i ragazzi del Barano se la sono giocata con tutti. Purtroppo il cammino è stato compromesso dall’inesperienza, perché hanno subìto molte reti per la mancata attenzione. Ci vogliono i risultati per riprendere la fiducia persa”.

 

Diciamo che, quindi, in quella fase è stato difficile anche per Monti riorganizzare la squadra da un punto di vista emotivo…

“Gli allenatori lo sanno e Monti lo sa, alla fine i risultati ti portano la sicurezza e la serenità per preparare poi la partita la domenica successiva, perché quando becchi anche sei risultati negativi consecutivi, un po’ di fiducia la si perde e diventa difficile. Monti è stato bravo a conquistare punti nelle ultime partite e, grazie squadre che hanno lasciato qualcosa, mi riferisco a quelle dietro, sono bastati pochi punti per salvarsi”.

 

Consiglia a Monti di restare al Barano per costruire qualcosa di meglio, oppure Billone merita di più?

“Mister Monti merita sicuramente di più, ma quella di Barano è una piazza fatta di persone serie, come i dirigenti della squadra, caratteristica difficile da trovare. Penso che Billone possa dare continuità al lavoro di quest’anno, visto anche la squadra è composta da molti giovani che, misti a qualcuno di esperienza, può fare molto bene. Barano è una piazza che ti lascia lavorare e con dirigenti che sono persone squisite e precise nelle promesse. Anche se Barano è l’unica piazza che mi manca, posso dire che tutti ne parlano sempre bene”.

 

Passiamo all’Isola di Procida. La squadra era partita per far un campionato da playoff ma la vera svolta c’è stata con l’arrivo di Mandragora e dopo il mercato invernale. Come ha visto questa progressione?

“La società procidana aveva già programmato questo tipo di situazione avendo già di base una squadra buona. Poi è normale, se con il cambio allenatore arriva un pezzo da 90 per la categoria, poi lo si deve accontentare circa le richieste che fa. Anche perché sarebbe un controsenso prendere un allenatore professionista come Bruno Mandragora, portarlo in Eccellenza e poi no accontentarne le richieste. Invece tutto questo è avvenuto perché la società era già pronta a ciò. Si sono affidati ad un allenatore di spessore, hanno aggiustato la rosa e hanno ottenuto 16 risultati consecutivi, cosa non da tutti. Ciò fa capire che l’obiettivo del club era quello di primeggiare”.

 

Quale è la migliore qualità di Mandragora?

“Sicuramente Mandragora un grande motivatore, questo posso dire per quel poco che lo conosco. Riesce a sfruttare al meglio le caratteristiche dei giocatori, e non è da tutti. Ad esempio vedo che il Procida che dopo pochi tocchi riesce a fare aperture sul lato opposto ad un bravo giocatore come è Dodò. Questo fa capire che lui vuole sfruttare al massimo le qualità di questo calciatore, portandolo 1 contro 1. Questo è solo un esempio, ma ci sono altre situazioni tattiche che spiegano come Mandragora sfrutta al massimo le doti dei suoi uomini. E’ un merito che gli va dato”.

 

L’ambiente procidano sarebbe in grado di gestire un ambiente da Serie D?

“Conosco i dirigenti del club, sono persone determinate, appassionatissime. Negli ultimi anni hanno avuto a che fare con allenatori noti e di livello, come Citarelli, lo stesso Mandragora. Ciò significa che si sono addentrati nel mondo del calcio importante. Certo, la serie D è diversa dall’Eccellenza, non solo per l’aspetto economico. C’è una gestione diversa anche per la logistica e così via, significa che c’è un dispendio di energie economiche non da poco e poi c’è il regolamento degli Under e lì bisogna essere bravi a pescare giovani di qualità. Anche in Eccellenza c’è la presenza di giovani, ma nell’Interregionale lo zoccolo duro deve essere fatto di giovani di qualità, altrimenti si trovano difficoltà. Discorso inverso per l’Eccellenza, dove lo zoccolo duro è sempre più anziano. Ed è più facile trovare il calciatore esperto che può darti un certo standard di prestazioni. In Serie D si devono fare le scelte giuste fin da subito”.

 

Passiamo al capitolo Real Forio. La squadra di Impagliazzo ha portato avanti un campionato in maniera serena, eccezion fatta solo per un periodo negativo a dicembre a cavallo del mercato, in cui ci sono state partenze eccellenti…

“Alcune partenze eccellenti hanno portato Impagliazzo a rimescolare le carte, ma è stato anche un risultato psicologico. Io stimo sia come persone che come calciatori i due fratelli Saurino. Ad esempio la questione relativa al loro addio ha destabilizzato gli addetti ai lavori, gli altri giocatori e i tifosi stessi. Ma Impagliazzo è stato bravo anche perché c’è tanta qualità nel Forio, si pensi a Mora, Trofa, Di Dato, che sono persone a calciatori importanti. Più alcuni giovani importanti, come Luigi Castagna, che ha dato brio all’attacco insieme anche ai fratelli Castagliola. Poi Impagliazzo, checchè se ne dica sul suo conto relativamente alla sua scarsa dimestichezza coi giovani, ne ha fatti giocare molti. Le basi solide il Forio le ha sempre avute, è bastato inserire alcuni elementi per completare la rosa”.

 

Come giudica la scelta fatta dai fratelli Saurino? E che potenzialità vede in De Felice?

“De Felice è un calciatore che è destinato a far bene in categorie importanti, solo che gli addetti ai lavori stano un po’ perdendo tempo perché questo ragazzo da un paio di anni si sta mettendo in mostra. Per i due Saurino, invece, credo – al di là dell’importanza molto alta della piazza di Forio – che i ragazzi hanno pensato che scendendo di categoria per approdare alla Nuova Ischia, avrebbero fatto un sacrificio di alcuni mesi. Perché poi la squadra sicuramente sarebbe salita di categoria e, nell’arco di alcuni anni, sarebbe arrivata a far parte del calcio che conta. Si tolgano dai discorsi tutte le cose che si dicono in giro sugli stipendi perchè in quelle categorie c’è un semplice rimborso spese, non altro. Questa cosa la sanno tutti. Un ragazzo non va attaccato dicendo che le scelte sono guidate dai compensi. Credo che la scelta dei Saurino sia stata fatta con lungimiranza, ovvero sono convinti che la Nuova Ischia è destinata ad approdare presto nel calcio importante. Almeno questo è il mio pensiero”.

 

Passiamo quindi alla Nuova Ischia. Per come è messa e per come è andata la stagione, la squadra gialloblu ce la farà la squadra a fare il salto in Eccellenza?

“Io penso e spero di sì perché come ho detto questa società è destinata a far qualche categoria importante e deve assolutamente uscire da questa situazione. Non vedo squadre così organizzate e importanti a livello tecnico e tattico che possano impensierire il cammino dell’Ischia nei playoff. La Sibilla è già andata, a Bacoli stanno già festeggiando. La squadra gialloblu quindi deve prepararsi per i playoff, deve pensare di essere l’Ischia, una squadra importante con giocatori importanti, vedi Luigi Mennella, i Saurino e tanti altri”.

 

Dove e quando ha perso il campionato la Nuova Ischia? Forse nel periodo appena dopo il mercato la squadra ha perso l’equilibrio avuto nel girone di andata e c’è voluto tempo per riorganizzarla…

“La Nuova Ischia non doveva perdere in quella fase perché erano arrivati due o tre elementi importanti. Sicuramente bisognava sfruttare al meglio il potenziale della squadra. Sicuramente ha pesato la poca esperienza dell’allenatore, Isidoro Di Meglio. Il tecnico in quella fase delicata non è riuscito a ricucire tutto, ma sta facendo comunque un ottimo lavoro. La Nuova Ischia è una squadra di vertice che lotterà almeno fino al termine del prossimo turno per le prime posizioni e, poi, farà sicuramente bene durante la fase finale dei playoff. Poi vorrei dire un’altra cosa…”.

 

Prego…

“C’è bisogno di recuperare assolutamente Raffale Capuano che ritengo essere patrimonio del calcio isolano. E’ stato sfruttato poco, forse non è stato capito e, lo posso assicurare, è un elemento che può dare molto al calcio isolano al di là delle categorie. Penso che per quanto riguarda i campionati che fanno le isolane, possa giocare in qualsiasi categoria”.

 

Probabilmente c’è stata una comprensione tra il calciatore e l’allenatore e ciò ha portato il ragazzo ad abbandonare il gruppo…

“Quando ho letto dell’abbandono, la cosa non mi è piaciuta: Capuano è un ragazzo giovane e serio, con un fisico e giocate importanti. Sicuramente per fare un gesto del genere forse caratterialmente non è forte. Perché non è questo il modo di reagire e comportarsi quando l’allenatore ti mette un po’ da parte. Avrebbe dovuto dare di più per far capire all’ambiente che lui vale. Gli sto facendo un richiamo dopo aver detto che è un patrimonio del calcio isolano. In categorie superiori, Lega Pro, Serie D, ci sono calciatori che non sono più bravi dei nostri, ad esempio di calciatori come Capuano, ma anche Chiaiese. Ma la differenza la fa la testa, la determinazione la voglia di arrivare a certi livelli, ovvero quello che manca ai nostri ragazzi. E’ questo che voglio far capire, la testa e la determinazione, il sacrificio, valgono più di tante altre cose. Altrimenti non si spiega come calciatori mediocri a livello tecnico possano arrivare a certi livelli e levarsi delle grosse soddisfazioni, facendo del calcio la propria professione”.

 

Quale sarà il futuro prossimo di Mimmo Salatiello? Bolle qualcosa in pentola oppure no?

“Adesso come adesso tutti pensano a finire i campionati, poi non ho avuto contatti al momento, anche perché io quest’anno ero destinato a fare il secondo di Incocciati a Caserta. Ho lavorato per la Casertana a luglio, poi, lo sapete, Incocciati ha dato forfait nel giorno precedente il ritiro ed è saltato tutto. Ho aiutato ad allestire il settore giovanile, ma in effetti sono rimasto un po’ fuori dai giochi, ma continuo a girare, aggiornarmi ed informarmi per essere sempre al passo con i tempi. Il calcio per me è una passione per la quale si fanno sacrifici senza sentirne il peso. Poi il calcio è una materia in continua evoluzione e si deve restare aggiornati”.

 

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