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domenica, Maggio 5, 2024

Ricordi. E’ stato esemplare ma in cambio non ha ricevuto sempre gratitudine, simpatìa e comprensione

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Gianni Vuoso | L’idea di Rosario Starace, di raccogliere in una pagina de “il dispari” alcuni ricordi del prof. Giovanni Di Meglio, è stata davvero bella. Non avrei potuto fare a meno di accettare l’invito a scrivere poche cose, ma comunque, a scrivere per ricordare uno che è entrato a far parte della storia del nostro paese.
Rosario è stato un suo alunno e quindi può ricordare l’impegno di Giovanni insegnante, vicepreside del “Mattei” e ancora, factotum di quell’istituto per un certo periodo.
Io posso dire qualcosa di Giovanni “mandraiolo” come me, quando abitava con la sua famiglia a pochi passi dalla mia. Lo conoscevo come il figlio di Ciccio ‘o postino, perché il padre era un portalettere molto noto nella zona, uno di famiglia che entrava in tutte le case della zona. Ma non più di tanto anche perché ero un giovincello, niente di più. Neppure più tardi ho avuto modo di frequentare Giovanni, anche per gli anni che ci dividevano. Era lui che mi seguiva, nel senso che apprezzava il mio impegno politico che cominciava a diventare più assiduo, ma eravamo comunque su due fronti diversi: lui socialista, io comunista. Poi, i miei dieci anni di lontananza da Ischia per motivi di lavoro non mi hanno permesso di seguire e di apprezzare da vicino, la sua attività politica e sindacale. Al ritorno ho scoperto Giovanni ‘o socialista, integerrimo consigliere comunale e rigoroso sindacalista della CGIL. E questo suo modo severo di vedere le cose, la politica, la vita di tutti i giorni mi ha permesso di scoprire cosa ci fosse realmente, dietro quel volto difficilmente sorridente: tanta esemplare umanità, tanto esemplare rispetto per gli altri, per chi aveva bisogno di aiuto, tanta esemplare voglia di giustizia e di uguaglianza, un esemplare desiderio di rinnovare il mondo e la scuola. Come l’aveva dimostrato durante la battaglia per conquistare i Decreti Delegati nella scuola prima e poi, per eleggere il primo Consiglio del 24 Distretto Scolastico insieme a Jannelli, a Nicola Lamonica, ad Angiola Maggi e tanti altri nomi che hanno contribuito a fare la storia culturale, sociale, civile e politica della nostra isola. Nelle mie continue incursioni nei vecchi giornali di Ischia non ho avuto modo di leggere di Giovanni Di Meglio, ma non per la sua assenza, forse per mia disattenzione o perché Giovanni cercava di essere lontano dai riflettori della cronaca. Ma la ricerca giornalistica sarà un mio futuro impegno per conoscerlo meglio, per scoprire aspetti che non conosco. Magari troverò solo che fu garante dei lettori del Golfo per un lungo periodo, segno di stima profonda anche da parte di un Domenico Di Meglio che non nascondeva di essere fascista. La stessa stima non gli fu riconosciuta invece, quando la giunta di centrosinistra di Luigi Telese scelse di non nominarlo difensore civico, perché “troppo intransigente” e forse “troppo” schierato dalla parte del cittadino.
Il nostro rapporto si è comunque arricchito di eventi che si sono avuti col passare degli anni: quando la sorella Rosalìa ed il marito Carmine Galeotafiore sono entrati a far parte della mia famiglia in occasione del mio matrimonio; quando sono stato eletto consigliere anche col suo voto; quando abbiamo fatto viaggi in Cina e in Russia; quando ci siamo incontrati periodicamente a casa sua in occasione di feste e compleanni e si scongelava con un humour particolare. Ricordo che proprio in Russia, dove eravamo in fila per visitare il mausoleo di Lenin (scelta che condivise solo per amicizia), fui attratto da un gruppo di compagni che inneggiavano a Lenin e alla Rivoluzione e fui accolto da quei russi con entusiasmo. Commentò, questa volta sorridente, “Guardate Gianni Vuoso, sta raggiungendo il suo orgasmo”. Occasioni che mi hanno permesso di conoscere altri aspetti di Giovanni e di concludere che la sua vita è stata particolarmente esemplare.
Esemplare come docente e dirigente scolastico. Esemplare come politico e sindacalista. Esemplare come marito e come genitore tanto che esemplare è stata la sua dedizione per la moglie e la figlia, entrambe bisognose di cure e attenzioni continue. Esemplare come amico, al punto che quando accolse ad Ischia, delle persone conosciute appena, durante il viaggio in Russia, non esitò a commuoversi il giorno in cui ripartirono, esempio di umanità e di affettuosità che esprimeva a modo suo.
Non ha mai insistito per convincere gli altri a seguire una strada, ha sempre preferito dare l’esempio, indicare il percorso da compiere.
E’ stato burbero ma buono, esigente ma generoso, rigido ma comprensivo, intransigente ma disponibile, rispettoso delle regole, delle istituzioni, portatore di principi e di valori: qualità e doti che non sempre gli hanno procurato gratitudine e simpatia, condivisione e comprensione.
Questo, secondo me, è stato Giovanni Di Meglio e scusate se è poco.

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