Ieri mi sono confrontato con una persona che lavora a stretto contatto con un cosiddetto “esponente politico” della maggioranza del Comune di Ischia e ho avuto modo di scambiare qualche battuta. Da parte mia c’era tutto il disincanto di chi è fuori dall’agone locale da ormai undici anni e più; dall’altra, la visione distaccata di chi, avendo assistito direttamente a certe “processioni”, manifestava tutto il disappunto (definizione eufemistica, nel caso di specie) per un sistema che proprio non vuole terminare.
La considerazione principale verteva proprio sul confronto generazionale, laddove in tanti avremmo sperato che i cosiddetti figli, in forza di una nuova visione del rapporto con le istituzioni, avrebbero potuto superare tutti i limiti dei loro genitori, schiavi da sempre di un sistema clientelare che non conosce confini sin dagli anni della Democrazia Cristiana. E invece, eccoci pronti a scoprire che la maggior parte di essi si è già incamminata esattamente nello stesso solco, esasperandone il concetto quasi a voler emulare e superare chi li ha preceduti, magari sentendosi più giovani e quindi più forti per poter fare meglio ottenendo di più dal politicuccio di turno.
E’ una considerazione avvilente, perché accontentarsi di una promessa con tanto di pacca sulla spalla da gente che, storicamente, non ha mai mantenuto il benché minimo impegno scomparendo il giorno stesso in cui la campagna elettorale finisce per poi rifarsi vivi alla tornata successiva, sa tanto di scusa per continuare a “bambocciare” con la paghetta settimanale. Sempre se, lungo la strada, non ti vedi poi costretto ad accettare la proposta del pusher di turno ad arrotondare con trade tutt’altro che leciti.
E’ proprio in questa fase che il rapporto genitori-figli viene umiliato in tutta la sua pochezza, perché basterebbe un dialogo degno di essere definito tale e un minimo di lungimiranza all’altezza di un padre e una madre che si rispettino, misto alla capacità di riconoscere limiti ed errori atavici e utile ad evitare la reiterazione generazionale di certi errori.
