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venerdì, Maggio 17, 2024

Oscar De La Cruz: “Nessun razzismo. Ferito perché volevo dividere due ragazzi italiani”

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Ida Trofa | Decine di persone coinvolte, molti feriti, di cui tanti non sono ricorsi alle cure dei sanitari. Un giovane quasi morto, uno con le dita mozzate, metri di punti di sutura cuciti dai sanitari dell’Ospedale Anna Rizzoli di Lacco Ameno tra giovedì notte e venerdì mattina. Non era ancora l’alba. 20 minuti di ordinaria follia tra le 4,00 e le 4,20 del mattino. A prescindere da chi siano e di dove siano, sono persone che hanno rischiato la morte. Non pupazzi, persone. Poteva essere una strage. E’ andata bene, è stato l’ennesimo miracolo registratosi ad Ischia dove la morte sulle strade cede il passo alla violenza gratuita e alle aggressioni . Qui ormai i morti non fanno impressione, ma i vivi, specie se non ci somigliano, si. C’è un evidente problema di percezione.

LA MORTE NON FA PIU’ PAURA
Sabato notte a Forio Oscar De La Cruz, per tutti Baneiker, ha rischiato di essere ammazzato. Ha diversi colpi di arma da taglio sulla schiena, tre netti ed evidenti. E’ stato operato e da tre giorni giace in un letto di ospedale attaccato ad un drenaggio. Un mondo di amici e di amore intorno a lui e non conosce bandiere o etnie. Un altro ragazzo P.S. per tutti Pacho Rischia di perdere le dita, resta ricoverato poche stanze più in la, nello steso reparto di Chirurgia dell’Ospedale Anna Rizzoli . C’è di tutto in un piccolo pezzetto di mondo, ci sono storie, vite, c’è soprattutto tanta ingenuità e tanta speranza, tanta voglia di vita. Nessuna aggressione è stata confessata. Una sola cosa è chiara: nella notte tra giovedì e venerdì poteva accadere una tragedia. Dei ragazzi potevano essere uccisi senza alcuna ragione. Uno “sgarro”, un insulto, uno sguardo male interpretato. il nulla contro una vita spezzata, magari di più. Eppure ci risiamo. Ogni volta che la cronaca si riempie di fatti di sangue, aggressioni e risse efferate il copione si ripete.
Un copione spesso fatto di menzogne, mancate verità che amiamo ripeterci attraverso formule confuse ed accusatorie che troppo spezzo diffamano chi ha davvero rischiato la vita e lo fanno solo per un colore, per una etnia o perché magari, come Oscar ed i suoi amici, giunto da un’altra isola. Un’isola lontana ma pur sempre un’isola. Come pur sempre si tratta di vite umane, qualunque sia il loro colore o la razza. Quando infine la vita di quel ragazzo che a tutti i costi vogliamo dipingere diverso è stata setacciata, la vita di un bambino cresciuto nei vicoli del Torrione e sulle strade di Ischia da quando praticamente era all’asilo. Emerge la vicenda di un ragazzo con tanti amici e moltissimi conoscenti, senza mai nessuna denuncia per reati violenti e nemmeno una piccola segnalazione da 10 anni a questa parte. Quando accade è troppo tardi. Il mondo che lo circonda che ci imprigiona si sono è riempito di insinuazioni e non si riempiranno di smentite.Se lo avessero ucciso, Oscar, magari oggi non potrebbe gridare il suo dolore, sperare di poter continuare a vivere ancora qui con la sua famiglia senza temere che vadano a “pescarli casa, casa“ per punirli. Punirli di cosa non si sa.

OSCAR DE LA CRUZ è il 19 enne di origini dominicane ma trapianto a Forio sin dalla tenera età a voler spiegare l’amarezza ed il disappunto per quanto accaduto. Un fatto che spiega Baneiker non ha nulla a che vedere con lo scontro razziale. Un malinteso, un attimo di follia che poteva costar caro. “Altri 20 minuti e non sarei qui a parlare con lei“- ci dice quasi incredulo anch’egli mentre stringe la mano della sua Luz, mentre scruta con lo sguardo il volto di sua madre preoccupata, lei che non ho mai lasciato un attimo da quella notte.
Oscar ti va di spiegarci cosa è accaduto?
“Non c’è stato innanzitutto nessuna voglia di scontri razziali o di aggressioni. Semplicemente io volevo fare da paciere tra due ragazzi, uno di Ischia ed uno di Forio che stavano discutendo per delle ragazze. Non c’è stata nessuna questione razziale volevo fare da piacere . Erano più o meno le 4 del mattino. Il mio datore di lavoro mi ha soccorso e portato in ospedale, io li per li non mi ero accorto di nulla, delle ferite. Altri 20 minuti ero morto non stavo parlando qui con voi.Adesso non cerchiamo che serenità e pacificazione. Noi, la mia famiglia, i miei amici vogliamo solo che sia fatta giustizia, non cerchiamo vendette, né cederemo alle minacce“
Cosa ha scatenato questa ferocia?
“Non lo so. Volevo solo separare quei due ragazzi perché conoscevo uno di loro, Pacho, abbiamo lavorato insieme. Poi non ho visto, ne capito il resto, è capitato tutto in fretta.
Perché ha deciso di parlare ora, cosa la preoccupa?
“Il mio vuole essere un appello alla non violenza, a fermare il razzismo in cui si vuole far scadere questa cosa, inasprendo gli animi. Io voglio dire “No“ al razzismo che sta scatenando quello che è accaduto. Io sono nato altrove, forse avrò altre abitudini, ma sono cresciuto ed ho vissuto sempre qua ad Ischia. Avevo tra i 6-7 anni quando sono giunto in Italia e poi sull’isola, ora ho 19 anni.Ho studiato qua e qua voglio vivere. Sono venuto quando ero piccolo con la mia famiglia, mi sento a casa, siamo giunti a Forio in cerca di opportunità e non la cambierei mai. Ciro mi ha dato lavoro, mi ha aiutato e grazie a lui e a tante altre persone sono riuscito ad integrarmi. E’ stato Ciro che mi ha soccorso ed aiutato anche quella notte. E’ stato il primo a cui ho telefonato“.
Ciro è il tuo datore di lavoro che oggi è ricoverato accanto a te, lui ti sostiene e ti aiuta anche nel dolore, ed invece fuori cosa sta accadendo?
“Hanno detto che noi dominicani siamo stati ad accoltellare, quando invece sono stato io l’accoltellato. Mi hanno colpito dietro le spalle e neppure me ne sono accorto. Due ragazzi stavano discutendo dentro al Lucignolo nell’antisala, nell’ingresso. Poi è venuto il buttafuori ed ha cacciato uno di loro. Cosi io mi sono avvicinato a questo ragazzo e gli ho detto di lasciar stare, che non valeva la pena. Gli ripetevo “ vattene, lascia cosi, perché fa burdell, non serve- Ci ripete Baneiker, soffermandosi sul come avrebbe voluto placare gli animi in perfetto slang “ischi-napoletano“- Allora i suoi amici mi sono venuti addosso, io cercavo di andare indietro e mi difendevo con i cazzotti in avanti Vedendomi in quelle condizioni i miei amici hanno cercato di tirarmi via da quel casino. Eravamo in 5 o 6, mentre loro erano tutti ragazzi italiani, di Ischia, molti di Forio, erano tantissimi. Dopo 20 minuti mi stavano portando in ospedale con un polmone bucato“.
Cosa pensi abbia scatenato questa violenza
“Si stavano appicciando (litigando ndr) uno di questi ragazzi quello di Forio faceva lo “scemo“ con due ragazze e l’altro ragazzo di Ischia gli diceva di lasciarle stare. Il ragazzo di Ischia si è innervosito con quello di Forio e gli ha dato tre schiaffi, ma non schiaffi, schiaffi ( mima il gesto dei buffetti perentori sulla guancia il 19enne ndr). E questo si è alterato. Il buttafuori lo ha cacciato fuori ed anche io sono uscito fuori e gli ho detto lascia stare e lui invece diceva: “ no Crist adda abbusca“ ed io gli dicevo lascia stare ma perché te appiccica“.
Insomma il suo tentativo era di evitare liti e di far si che tutto finisse la senza conseguenze?
“Si, ma mi sono piombati addosso i suoi amici, uno mi ha tirato un cazzotto, io sono andato indietro e poi all’improvviso mi sono trovato 3 o 4 di loro addosso, mentre io cercavo di difendermi . Mi sono difeso con le mani, non avevo altro, ho le mani gonfie guardi. Poi i miei amici si sono messo in mezzo per difendermi ed hanno aggredito anche loro e loro si sono difesi allo stesso modo. Ad un certo punto c’era la polizia al Bingo ed hanno acceso le sirene, si è aperto un pò la cosa ed io ho capito di avere una opportunità di tirarmi via dal casino cosi ho pensato di scendermene giù e sono corso verso il Copacabana. Quando stavo scendendo mi ha avvicinato un altro mio amico e vedendomi con la maglietta strappata mi ha chiesto cosa fosse accaduto ed io gli ho chiesto di guardarmi la schiena perché sentivo un calore, un bruciore. Gli ho chiesto di guardare se fossi ferito. E lui mi ha detto di si. Mentre parlavamo è uscita la ragazza del Copacabana e mi ha detto di entrare e di prendere del ghiaccio. Ha preso tipo una busta e mi ha messo del ghiaccio dentro, io l’ho presa sono uscito fuori e c’era il mio compagno che mi manteneva il ghiaccio sulle ferite, mentre io ho cominciato a chiamare Ciro. Lo chiamavo, lo chiamavo, ero cosi spaventato, cominciavo a perdere le forze e lui finalmente mi ha risposto e cosi gli ho detto di venire. Io era sconvolto, cominciavano a mancarmi le forze ed ho cominciato a camminare verso la Chiaia, andavo avanti ed intero sperando che Ciro arrivasse presto. Lui è arrivato, mi ha accompagnato nel ristorante alla Bella Napoli dove e mi ha pulito le ferite e poi mi ha portato poi in ospedale. Siamo arrivati qui sono passato all’ accettazione e mi hanno messo i punti. E poi mi hanno portato a fare le radiografie dalle quali è venuto fuori che avevo un polmone perforato e che per questo sarei stato ricoverato“
C’era solo lei in ospedale ?
“ Mentre ero sulla barella è arrivato uno di questi ragazzi coinvolti nella rissa e ha cominciato ad offendermi, mi diceva “Nero di Merda“ e poi ripeteva: “ ma che hanno capit sti nir e merd“. Io lo conosco di vista quel ragazzo e sono rimasto male, mi dispiace. Loro forse hanno capito che io mi volevo appiccicare (litigare ndr) con questo ragazzo di Forio ed invece io volevo far smettere questo bordello perché questo ragazzo da Ciro ci ha lavorato. Io lo conosco quando lo vedo per strada lo saluto ci diciamo “ciao come stai“. Ed invece questo ragazzo in ospedale mi guardava storto. Io volevo spiegarmi, ma non poterti fare altro che guardarlo e piegarmi nelle spalle. Poco dopo mi hanno detto che dovevano operarmi ed ora sono qui con questo drenaggio da tre giorni. Io non volevo nessuno scontro razziale, veramente non volevo nessuno scontro, e con i miei amici non volevamo fare a mazzate. Noi, io veramente volevo togliere il bordello da mezzo tar questi due ragazzi di ischia e sono stato aggredito dagli altri ragazzi, non c’è stata sotto razzismo io ho detto al ragazzo: “Pachi stai calmo, basta stai calmo . Ed invece qualcuno ha detto e scritto che le coltellate le abbiamo date noi a questo ragazzo italiano, noi dominicani. Invece sono stato io ad essere stato accoltellato gli altri si sono feriti credo con tutto quello che è volato bottiglie cose. Io non mi ero accorto di aver ricevuto delel coltellate quando sono sceso al Copacabana ho chiesto se stavo buttando del sangue e lui mi ha detto di si. E non può essere perché una bottiglia si è spaccata o cosa. Ma perché qualcuno aveva un coltello“.
L’arma è stata ritrovata davanti al negozio di animali nei pressi del bingo, l’altro ragazzo ricoverato come si è ferito?
“Non si sa, io no ti posso dire che è stato lui . Io non mi sono accorto di niente delle ferite infertemi alle spalle, mi hanno preso alle spalle ed io non so dire, guarda, è stato lui o lui. Io non ho visto da dietro, io lottavo con chi mi stavo davanti. I miei amici erano quattro o cinque li vedovo difendermi tirare indietro chi mi ha aggredito“
Che idea ti sei fatto, c’era troppo alcol, un po’ di sballo?
“Non lo so che hanno fatto o cosa è stato fatto, io li conosco di vista se li vedo per strada li saluto, ma nessuna amicizia stretta. Con i miei amici ci conosciamo da anni loro mi hanno visto assalito e si sono messi in mezzo e sono stati aggrediti anche loro, ma non c’entra Santo Domingo o Forio. E poi dopo tutto questo ci sono state minacce hanno detto che ci vengono a prendere case per case sempre questi ragazzi foriani. Tutto per niente. E’ pure brutto a dire sempre questa cosa, italiani, dominicani, foriani, ischitani.
Riconosceresti chi ti ha accoltellato?
“Io non ho visto chi mi ha accoltellato io non ho visto nessuno, ho raccontato quanto accadutomi e spero che hai mi stava per ammazzare sia individuato. Noi non vogliamo vendicarci, io con i miei amici, la mia famigli a non vogliamo fare proprio nulla. Ci siamo affidati alla polizia ed aspettiamo solo che la polizia faccia il proprio lavoro, come sta facendo e che finalmente si possa avere giustizia, perché non si può essere aggrediti solo per voler trascorrere una giornata in discoteca“.
Insomma non accade solo ad Ischia purtroppo quello che è accaduto a Forio si è registrato pochi giorni dopo l’aggressione di Bettarini Junior il figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini?
“Io potevo perdere pure la vita, altri 20 minuti ed io ero morto a quest’ora non stavo parlando con voi. Ci sta troppa rabbia ovunque. Però non voglio che si alimenti altro odio. Voglio solo che chi ha rischiato di ammazzarmi sia trovato ed abbia la giusta punizione noi non vogliamo vendicarci, sarà la polizia a chiarire se la devono vedere loro. Ieri è venuto mio cugino a vedermi e lo hanno perquisito gli hanno fatto tirare fuori tutto dalle tasche. Non è bello e ti ferisce. Io non sono un malvivente e non lo è la mia famiglia solo perché siamo nati a Santo Domingo. Non redo che facciamo altrettanto con hai viene a trovare l’altro ragazzo italiano, o gli altri malati. Qui entra chiunque ed invece purtroppo ho l’impressione che ci prendano come delinquenti solo perché sono diverso, dominicano, quando io mi sono messo in mezzo per dividere due italiani.Tutto perché forse loro hanno capito male gli amici di questo ragazzo. Forse hanno visto che io lo trattenevo però non hanno sentito Pachi stai fermo, Pachi lascia stare per far smettere una scemenza, perchè loro avevano cominciato con questo fatto della ragazza Noi non volevamo nessuna lite anche noi siamo ragazzi di Forio, anche se siamo nati a Santo Domingo“.

CUORE, INTEGRAZIONE E SENSIBILITA’ AFFINCHE’ NON RESTINO SOLO PAROLE

CIRO CASERTA, il patron della pizzeria “bella napoli“ che ha salvato Oscar: “Basta gettare benzina sul fuoco, tutto era fuori controllo. bisogna dire basta al razzismo, non ci appartiene. Ironia della sorte anche Ciro, si trova riversato accanto ad Oscar, lo stesso reparto, vicini di letto, dopo aver costruito insieme una vita di lavoro e di ambizioni. Un bel casino venuto su per futili incomprensioni, per una sensazione mal interpretata.
Signor Caserta devono essere stati attimi terribili. Lei è stata la prima persona a cui Oscar si è rivolto?
“Era un inferno c’era sangue da per tutto. Non credo che davvero si potesse fermare quel fiume umano apparso incontrastabile. Sangue, tanto sangue. In 35 anni non ho mai visto, nè ricordo una roba del genere. Io conosco Oscar praticamente da sempre. Non credo che si tratti di una questione di razza o altro. Credo sia piuttosto una questione di persone, di singolo e di cultura. Semplicemente ritengo sia comunque inaccettabile che qualcuno possa decidere di andare in discoteca, fuori con un’arma, un coltello nei pantaloni“
La cosa sta oggettivamente degenerando?
“Quanto è accaduto non dovrà ripetersi mai più, ma sopratutto bisogna dire basta all’escalation di Razzismo, poter dare un freno a quanto si è scatenato dopo la notte di giovedì. Non ha senso continuare a gettare benzina sul fuoco. Ad alimentare uno scontro che non ha ragion d’essere. Oscar lavora con me da da sette anni, l’ho cresciuto e siamo come una famiglia. Entrambi, non abbiamo mai badato al colore della pelle o alla nazionalità, semplicemente ci siamo rispettati. Oscar proviene da una cultura variopinta, io dire folcloristica in ogni aspetto e ci siamo dati tanto a vicenda perchè è bello fondersi e condividere, è bello ogni tanto fondere i modi di essere e le tradizioni anche a mille miglia lontani da casa. Forio in questo si è sempre mostrato multietnica ed aperto e spero voglia continuare ad esserlo senza lasciarsi trascinare in questa spirale di non sensi. Detto questo quanto accaduto giovedi è gravissimo ed oltre ogni considerazione se ci sono delle responsabilità vanno acclarate. Parliamo di un ragazzo accoltellato con ferite gravi tre volte mentre tutto intorno era l’inferno, di un altro ragazzo ricoverato e di chi sa chi quante persone coinvolte. Si è trattato di un episodi che non dovrà più ripetersi, una scena infernale , ci si trovava davanti ad una cosa apparsa inarrestabile, la cosa è degenerata ed è volato ed accaduto di tutto“.

Anche quando diventa certo che le vittime sono state colpite da qualcuno che considera di poco valore la vita, qualcosa da spezzare in cambio di un insulto reale o inventato, oppure per vendicare un fatto che non ha nessun nesso con le vittime come a Forio, ci spiegano che non si tratta di razzisti o di pazzi, ma di ragazzi che fanno ragazzate, di pazzi isolati.
Non vi è timore di smentite nel ritenere che coloro che attribuiscono così poco valore alla vita delle persone abbiano poco a che fare con il buon senso. Eppure è evidente come solo in una cultura della sopraffazione in cui la vita altrui vale poco, a maggior ragione se è nera, panna e cioccolato, si possono verificare casi come quello che da giorni raccontiamo dalle nostre pagine . Questo è il legame solidissimo tra la propaganda della politica ufficiale e i tanti simili casi di cronaca. Non è mancanza di buon senso o pazzia è assurdo odio e basta.
Per questo bisogna dire la verità: il razzismo nasce dalla cultura della prevaricazione e dell’ignoranza. Fanno schifo in ogni caso sempre e dovunque e troppe volte uccidono. Ribellarsi e non tacere non basta, ma resta il primo passo per sconfiggere un mondo di violenza e barbarie che non ci appartiene. Un ragazzo ha ricevuto almeno tre coltellate potenzialmente mortali, un altro rischia le dita, anche al Rizzoli, date le circostanze sarebbe auspicabile un pò di sicurezza in più per i degenti e per i ragazzi stessi. Lo impongono le circostanze, lo impone la gravità del momento.

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