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giovedì, Maggio 2, 2024

Gli animalisti al Comune di Forio: «Acquisire il canile di Panza per riutilizzarlo»

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L’iniziativa della "Lega animali & ambiente delle isole del Golfo”: «E’ noto, altresì, che, una volta acquisita l'opera al patrimonio comunale, si prospettano due possibilità per l'amministrazione: o l'esecuzione della demolizione disposta dal dirigente dell'Ufficio Tecnico oppure la conservazione del fabbricato nel patrimonio dell'Ente.

Gaetano Di Meglio | Mentre il fenomeno del randagismo sull’isola assume dimensioni sempre più allarmanti e poco fanno i Comuni per combatterlo, il canile di Panza, che era stato creato da Annemarie Ernst, è ormai da lungo tempo chiuso ed inutilizzato. Ed ecco che allora arriva l’iniziativa della “Lega animali & ambiente delle isole del Golfo”. Il comitato di volontariato, presieduto da Alessandra Punzo, solleva il problema, nonché la questione delle ordinanze di demolizione adottate dal Comune di Forio per alcune opere abusive all’interno della struttura. Ordinanze rimaste inottemperate e nemmeno l’Ente ha formalmente acquisito l’immobile.

Proprio l’acquisizione per destinare la struttura nuovamente all’utilizzo per cui era stata creata è oggetto della diffida che la L.A.A.I. ha trasmesso a tutti i soggetti interessati: Comune di Forio e in particolare al dirigente dell’Ufficio tecnico, all’Ufficio Ambiente, al sindaco Stani Verde, al presidente del Consiglio comunale, ai consiglieri comunali, al Comando vigili Settore edilizia; nonché alla Stazione Carabinieri di Forio, alla Asl Na2 Nord isola d’Ischia.
L’atto stragiudiziale di significazione e diffida è finalizzato alla «applicabilità dell’art. 31, comma 5, del d.P.R. n. 380/01 e, conseguentemente, per la acquisizione conservativa al patrimonio comunale delle opere oggetto delle ordinanze n. 230 del 20 aprile 2006 e num. 568 del 10 novembre 2006, rimaste inottemperate, e relative alla struttura sita in Forio alla Via Monte di Panza n. 11 ex n.3 (Frazione Panza), già adibita a canile dalla “Fondazione Ernst”».

RANDAGI IN COSTANTE AUMENTO
In premessa si evidenzia che «Si premette che il Comitato istante, del quale la sottoscritta è la legale rappresentante, nonché la Presidente p.t., è stato costituito in data 7 novembre 2019 con la finalità di operare sull’intero territorio isolano in difesa dei diritti degli animali e dell’ambiente (fra cui la lotta e il controllo del randagismo, la tutela e la prevenzione dell’abbandono degli animali domestici, la promozione dell’educazione e della cultura ambientale, la diffusione di campagne di sensibilizzazione dei cittadini su temi ecologisti e animalisti, compreso il riconoscimento degli animali come esseri senzienti e non più come beni mobili, in conformità a quanto stabilito dall’art. 13, parte seconda, del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, la liberazione dalla cattività, la realizzazione di strutture volte ad ospitare animali recuperati e, infine, la lotta alla crudeltà e il rafforzamento delle azioni contro il maltrattamento degli animali).
A tal proposito, evidenzia che, sull’isola d’Ischia, sta destando, negli ultimi tempi, sempre maggiore preoccupazione il fenomeno del randagismo, in costante aumento.
Il numero di cani e gatti randagi che vagano liberi per l’isola, malconci e malnutriti, è ormai indefinito e ad aggravare ulteriormente la situazione contribuiscono sia l’assenza di un piano di sterilizzazione comunale nelle sei municipalità dell’isola che i frequenti abbandoni – da parte di cittadini irresponsabili – di intere cucciolate non gradite.
Dai dati riportati su alcuni quotidiani locali si calcola che il numero di abbandoni sull’isola d’Ischia sia raddoppiato negli ultimi 10 anni, sicché non vi è dubbio che il triste fenomeno rappresenti, a questo punto, non solo una grave minaccia per il benessere degli animali, ma anche un pericoloso attentato alla salute pubblica, alla sicurezza e all’ambiente salubre».

LE ORDINANZE DI DEMOLIZIONE
Quindi si passa ai doveri dei Comuni, che finora si sono limitati a stipulare convenzioni con canili della terraferma: «Inoltre, è risaputo, che, ai sensi della legge 14 agosto 1991, n.281, della Legge Regionale 3 luglio 2020, n.15, e delle ordinanze ministeriali succedutesi nel tempo, i comuni sono responsabili della vigilanza e del controllo degli animali vaganti sul proprio territorio e che, sull’isola, le civiche amministrazioni spendono migliaia di euro ogni anno per spedire e mantenere in sovraffollati canili della terraferma i cani randagi e vaganti “accalappiati” per le strade negli ultimi anni».
La diffida arriva poi a descrivere l’attuale situazione della struttura ubicata sul territorio foriano: «L’unico canile esistente sull’isola d’Ischia è il canile di Panza, realizzato dalla “Fondazione Annemarie Ernst”.
Tale struttura, che ha garantito negli anni passati dignitosa ospitalità a molti animali abbandonati, non è allo stato utilizzata, né appare utilizzabile, avendo formato oggetto di taluni interventi abusivi, come testimoniato in primo luogo dalla ordinanza di demolizione n. 230 del 20 aprile 2006, con la quale codesto Comune ha contestato al sig. Cacciapuoti Nicola, già Direttore del predetto canile, la realizzazione delle seguenti opere, sanzionate ai sensi dell’art. 27 del d.lgs. 380/2001: “terrazzamento delimitato da due muri di sostegno alti mediamente mt 4,20 e lunghi complessivamente mt 50 circa di n. sette box già occupati da cani ognuno dei quali avente ingombro complessivo di circa mq 27,00 di cui solo mq 16 coperti, costituiti prevalentemente da struttura metallica sia verticale che orizzontale tranne un muretto di cellobloch; poco distante, nella parte a sud, si sono rilevati n. 4 box in muratura di cellobloch da cm 15, alti circa mt. 2,00 privi di copertura, ognuno avente ingombro di circa mq 10, muniti di cancelli metallici per la prima accoglienza; tutta l’area interessata e quella antistante è stata pavimentata con massetto cementizio con la realizzazione di impianto idrico e smaltimento delle acque reflue provenienti dal lavaggio box”.

A seguito di ulteriore sopralluogo del 18 agosto 2006, risulta essere stata emessa l’ordinanza n.568 del 10 novembre 2006, con la quale è stata ingiunta dall’U.T.C. la demolizione delle seguenti ulteriori opere sprovviste dei richiesti titoli abilitativi: “manufatti posti su tre livelli adibiti al ricovero di cani, gatti, locali e depositi, in particolare n.3 manufatti al primo livello costituiti da una struttura portante con elementi prefabbricati in zinco coibentato e copertura in zinco per un ingombro di circa mq 25; n.4 box per la quarantena in muri di celloblock e copertura in zinco per un ingombro di mq 40; deposito seminterrato in muratura e solaio latero cementizio di sup. di circa 100 mq.; al terzo livello box per gatti costituito da struttura portante parte in muratura e parte da elementi prefabbricati con copertura parte in zinco e parte in policarbonato con ingombro totale di circa mq 30; box per cani con una struttura portante in legno e copertura in zinco per una sup. di circa mq 23 con spazio antistante recintato con rete per circa mq 110 con calpestio in terra battuta…”».

RENDERE AGIBILE IL CANILE
Ordinanze mai eseguite: «Ciononostante, sebbene vi fosse l’esigenza di procedere all’immediato ripristino della legalità violata al fine di rendere agibile il canile, non risulta, a tutt’oggi, che codesto comune abbia dato esecuzione alle suindicate ordinanze di demolizione, pur ritualmente notificate al destinatario che evidentemente non ha ritenuto di ottemperarvi».
E qui la L.A.A.I. cita la giurisprudenza costante che indica come unica strada percorribile l’acquisizione al patrimonio comunale: «E’ fuor di dubbio, peraltro, che i manufatti realizzati senza titolo siano già entrati a far parte del patrimonio comunale, avendo la giurisprudenza della Corte Suprema di Cassazione affermato, con costanza di indirizzo, il seguente principio di diritto.
“A mente dell’art. 7, commi 3,4 e 5, della Legge n.47/85, se il responsabile dell’abuso non provvede alla demolizione disposta dal Sindaco ed al ripristino dello stato dei luoghi nel termine di novanta giorni dalla relativa ingiunzione, il bene e l’area di sedime… “sono acquisiti di diritto al patrimonio del comune”; l’accertamento dell’inottemperanza all’ingiunzione a demolire, nel termine appena indicato, previa notifica all’interessato, costituisce titolo per l’immissione nel possesso e per la trascrizione nei registri immobiliari (…).

Il decorso del termine di novanta giorni dalla notifica dell’ingiunzione sindacale a demolire determina l’immediato trasferimento “ope legis” dell’immobile abusivo al patrimonio comunale e l’atto di accertamento dell’inottemperenza, pur costituendo presupposto per la legittima immissione del comune nel possesso del bene e per la trascrizione gratuita del titolo di acquisto nei registri immobiliari, ha natura meramente dichiarativa e non costitutiva”». La Cassazione ha inoltre chiarito che «la formulazione letterale della norma lascia intendere che l’effetto ablatorio si verifica ope legis alla inutile scadenza del termine fissato per ottemperare all’ingiunzione di demolire».
Acquisire per far “rivivere” il canile di Panza, dunque: «E’ noto, altresì, che, una volta acquisita l’opera al patrimonio comunale, si prospettano due possibilità per l’amministrazione: o l’esecuzione della demolizione disposta dal dirigente dell’Ufficio Tecnico oppure la conservazione del fabbricato nel patrimonio dell’Ente. Invero, già con riferimento alla legge n. 10/1977, il Consiglio di Stato, con sentenza n.1537 del 21 dicembre 1992, ha dichiarato l’illegittimità della demolizione dell’opera abusiva, ove non preceduta dalla necessaria verifica dell’incompatibilità dell’opera stessa con rilevanti interessi urbanistici o ambientali e la sua utilizzabilità o meno per fini di interesse pubblico.
E’ certo, comunque, che, anche nell’attuale vigenza dell’art. 31 del D.P.R. n.380/2001 (comma 5), il consiglio comunale sia tenuto ad eseguire tale verifica, ben potendo escludere la demolizione in presenza di prevalenti interessi pubblici».

I DIRITTI DEGLI ANIMALI
Di qui l’invito-diffida: «Tutto ciò premesso, il Comitato istante, avendo interesse al ripristino delle condizioni di legalità originarie del canile “Annemarie Ernst” nell’ottica di un possibile riutilizzo dello stesso, una volta divenuto nuovamente agibile, a beneficio dell’intera comunità isolana, Invita-diffida codesto Comune e gli organi in indirizzo, ciascuno secondo le rispettive attribuzioni, ad adottare i provvedimenti consequenziali alla accertata inottemperanza alle ordinanze di demolizione sopra indicate ed in particolare a provvedere alla adozione della delibera di cui al comma 5 dell’art. 31 del D.P.R. n. 380/01, non essendovi contrasto tra le opere in sito e rilevanti interessi urbanistici, ambientali e di rispetto dell’assetto idrogeologico.
A tale scopo, il presidente del Consiglio comunale provvederà a convocare con urgenza il civico consesso a tutela del pubblico interesse e per la salvaguardia dei diritti e del benessere degli animali».
Una questione che finirà all’attenzione della neo Amministrazione comunale guidata da Stani Verde.

1 COMMENT

  1. Quel cellaio tutto sembra tranne che un canile . Mi auguro che esso come tale non venga attivitato,così solo a vederlo è da brividi,figuriamoci in servizio che lager diventi. invece di andare a vedere dove spunta l Alba.vogliono il canile per poi approvigiamrso dei fondi europei ed arrivare staffette da Ischia per il loro sporco business .
    Non c’è un servizio veterinario h24 .
    Ci sono dottoresse/dottori che esercitano l attività veterinaria non avendo manco un microscopio nello studio ,espletando diagnosi attraverso la loro presunzione chiromantica ,sfera di cristallo .
    Non c’è un servizio di clinica veterinaria, costringendo utenti a recarsi in terra ferma per una ecografia che qui ad Ischia no sanno manco cosa sia .
    Un servizio veterinario ischitano deludente ,e mai possibile che ad Ischia ,questi sottospece di veterinari non sono buoni manco a fare una vaccinazione ? non lo dico io,ma i medici in terraferma che curano i nostri pelosetti dai danni che errecano questi macellai veterinari ischitani.
    Il servizio asl veterinaria inefficiente.
    Inquinamento ,abusivismo ,bracconieri ,funghisti senza patentino , cani sciolti senza guinzaglio ,proprietari di cani che rovinano queste povere creature arrecando loro danni comportamentali in termini di asocialità ,aggressività ,fobie vari , non in grado di saper gestire nemmeno un peluche,impuniti ,nessuno li multa ,e questi pseudo animalisti vogliono il canile per il riempirsi lo stomaco di magna magna dei soldi dello stato ?

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