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domenica, Maggio 5, 2024

Giovanni Di Meglio nel ricordo di un suo allievo

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Biagio Di Meglio | Il mio primo incontro con il carissimo e indimenticabile prof. Giovanni Di Meglio avvenne nell’ottobre 1974 presso l’I.T.C.G. “E. Mattei” di Casamicciola Terme. Ero iscritto alla sez. A e Giovanni sarebbe stato per cinque anni il mio impeccabile prof. di matematica, una materia nella quale non brillavo affatto, anche se il docente cercava di premiare la mia buona volontà e l’impegno. Solo al terzo anno di ragioneria non poté fare a meno di rimandarmi per le mie eccessive carenze. Agli esami di riparazione tuttavia fui promosso con un buon giudizio, come riferitomi dallo stesso professore, per i lodevoli progressi compiuti.
Mi diplomai nel 1979 e i miei rapporti con Giovanni continuarono ad essere costanti ed ottimi.
Fino ad ora; fino all’estate di quest’anno; fino a pochi mesi prima della sua dipartita. Lo incontravo alla Mandra o sul Lungomare Cristoforo Colombo e, pur consapevole del brutto male al quale coraggiosamente teneva testa, faceva di tutto per velarlo, più che celarlo.
Avevo seguito con interesse e ammirazione Giovanni Di Meglio anche nel suo impegno in politica. Fu capogruppo, se non erro, del Partito Socialista Italiano negli anni Settanta al Comune d’Ischia, all’epoca dei sindaci avv. Umberto Di Meglio, mio zio, (deceduto nella primavera del 1985), e on. Enzo Mazzella (stroncato da un infarto nel giugno del ’90). Con entrambi Giovanni ebbe rapporti cordiali, mentre non mancava di tuonare contro manovre poco limpide di taluni politicanti del tempo.
Fu per qualche anno, a partire dal 1987, vicepresidente dell’USL n. 21 , azienda sanitaria sita in via Alfredo DE Luca, divenuta negli anni successivi ASL NA2-Distretto 57. Anche in questo settore diede tutto se stesso in un’ottica d’interesse esclusivamente sociale.
Sapeva della mia passione per il grande Totò e spesso mi consultava per chiedermi pareri o informazioni, ad esempio, quali fossero i film nei quali il “principe della risata” bersagliava i politici prepotenti e corrotti degli anni Sessanta. Ricordo che gli piacquero moltissimo “Lo smemorato di Collegno”, “Totò, Peppino e la Dolce Vita” e “Gli onorevoli”, nei quali appunto il famoso comico metteva alla berlina tali tipologie di deprecabili uomini pubblici.
Non mancavo di telefonargli il 24 giugno di ogni anno, giorno del suo onomastico, ed egli ne era felicissimo. “Sei l’unico degli ex studenti che mi ricordi in questo giorno!”, mi diceva commosso …
Arrivederci, caro professore.
Il Suo ricordo di professionista e di uomo solido e coerente resterà un’icona indelebile e carissima nelle stanze del mio ricordo.
Il Suo affezionato ex alunno Biagio Di Meglio.

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