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venerdì, Maggio 3, 2024

Gino “furioso” Di Meglio contro D’Amore: «Per 18.000 € al mese pretendiamo di più»

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I problemi della sanità dell’isola d’Ischia sono figli dei problemi più complessivi della sanità nazionale e regionale ma qui gli effetti del non dichiarato ma ormai evidente depauperamento del servizio sanitario pubblico a vantaggio della privatizzazione della sanità trovano evidenza nella oggettiva impossibilità di competizione con il privato che ha alleviato altrove questa deriva epocale.
Non si discute in questa sede la liceità o meno di questa scelta politica ma è evidente che trasformazioni così profonde hanno meno possibilità adattative in realtà geografiche così peculiari come quella dell’isola d’Ischia.
Il nostro ospedale pubblico in particolare è troppo piccolo per gli standard odierni ma è “sui generis” nell’ambito nazionale in quanto è l’unico a coprire la popolazione della isola minore di gran lunga più popolosa d’Italia e quindi richiederebbe dotazioni e normative ad hoc oggi assenti.
In tutto l’ambito nazionale le assunzioni di personale sono state drasticamente ridotte negli ultimi anni ma in Campania, per i noti piani di rientro, sono state di fatto azzerate da anni.
La situazione dell’ospedale Rizzoli è ancora più difficile degli altri ospedali campani perché ha subito anche la migrazione in terraferma di parte del personale, non rimpiazzato.
Si pensi che le ultime assunzioni di personale di ruolo medico risalgono al 1991!
Da allora alcuni sono morti, alcuni sono andati in pensione, tutti sono invecchiati.
Si è solo parzialmente sopperito alle carenze d’organico con inserimento di personale con contratti atipici, di consulenza , di collaborazione ecc.ecc. Esiste di fatto una giungla di rapporti di lavoro diversificati con l’azienda. Alcuni lavoratori non hanno diritto alle ferie , altri non hanno diritto contrattuale alla copertura assicurativa in caso di malattia.
Appare quindi evidente che tali inserimenti di unità lavorative non hanno dato e non possono dare una sicurezza organizzativa e strategica ai servizi ospedalieri e territoriali.Interi reparti,basti pensare al Pronto Soccorso, hanno personale medico non dirigenziale, in rapporto convenzionale e senza un chiaro riferimento apicale come responsabile.
La carenza di personale infermieristico ed amministrativo è ancora maggiore con una aggravante : il blocco salariale incide di più sugli stipendi più bassi di queste categorie di lavoratori. Per loro il lavoro in una sede disagiata come Ischia è fortemente antieconomico. Si allude non solo al problema del ritorno in terraferma in caso di maltempo, con costosi pernottamenti perché non esiste una foresteria, ma alla spesa del viaggio per venire a lavorare ad Ischia , che grava su questa fascia di lavoratori per quasi il 10% del loro stipendio mensile. Da ciò deriva che la pianta organica viene ulteriormente depauperata dai frequenti trasferimenti in terraferma dei lavoratori quando riescono a trovare un posto logisticamente migliore anche a parità di salario.
Mancanza di programmazione aziendale specifica per il territorio di Ischia.
Le progressive trasformazioni delle asl , con il loro accorpamento a copertura di territori sempre più ampi , hanno portato il distretto di Ischia ad essere inserito in una mega ASL, la ASL Napoli 2 Nord, in cui la isola non solo è marginale, ma assolutamente avulsa dal resto del territorio .Ciò è evidente non solo nello svolgimento di pratiche burocratiche che hanno come punto di riferimento la lontana ed irraggiungibile Frattamaggiore (alcuni servizi infatti sono a Pozzuoli, altri invece a Frattamaggiore a seguito della fusione di due ASL che ha comportato l’allargamento del perimetro territoriale) ma soprattutto nella individuazione dei bisogni sanitari specifici del territorio, condizione indispensabile per programmare in maniera moderna e realmente aziendale gli interventi sanitari calibrati per fasce di popolazione , in base all’età e condizioni socio sanitarie.
Nella programmazione sanitaria odierna i bisogni della popolazione del resto della Asl non solo sono predominanti ma di fatto annullano le richieste della specificità di Ischia.
Ischia infatti ha esigenze sanitarie diversissime da quelle del resto della popolazione della stessa asl.
Si pensi che i 6 comuni dell’Isola hanno una popolazione mediamente molto più anziana del resto della ASL, con bisogni sanitari più incentrati alla cura delle malattie croniche degenerative che alle assistenze materno infantili o delle fasce socialmente disagiate (tossicodipendenze , alcoolismo ecc.) dell’hinterland napoletano. Questo porta a concedere risorse anche proporzionalmente inferiori pro capite al cittadino isolano oltre che squilibrate per tipologia.
Per inciso in questa Asl l’unico distretto che ha una migrazione sanitaria in attivo, con i proventi delle cure termali di cittadini extraregionali, è Ischia ma la ridistribuzione dei proventi avviene per tutta la popolazione della Asl.
Rispetto delle norme comunitarie sugli orari e sui turni di lavoro dell’ospedale Rizzoli
Nello specifico la gestione degli ultimi anni della asl ha riscosso malumori tra gli operatori con scelte che hanno penalizzato la professionalità , con scontri sindacali violenti sulle incentivazioni , sulla scelta di effettuare gli straordinari e sul loro pagamento nonchè sulla regolamentazione dei turni di riposo.
In particolare l’inadempienza nazionale delle normative comunitarie in tema di rispetto dei turni di lavoro e delle compensazioni a Ischia trova il suo culmine.
I turni di lavoro spesso già sulla carta sono superiori al lecito, ma in caso di mancanza di smonto perché il turnante subentrante è malato o impossibilitato a giungere dalla terraferma, i sanitari e il personale infermieristico lavorano fin quando arriva lo smonto, spesso con raddoppio dell’orario di lavoro continuativo, senza nessuna certezza di quando accada lo smonto con il personale subentrante!
I vertici aziendali non hanno mai capito a pieno la portata pratica di tale disservizio con le sue ricadute sulla qualità del servizio stesso, in tema di concentrazione, motivazione, igiene.
In questa realtà non esiste la figura del risk manager che valuti il contesto lavorativo, identifichi i rischi, analizzi, valuti e controlli i rischi della attività sanitaria svolta nell’ospedale.
Nell’ospedale di fatto non esistono processi codificati di audit dei sistemi di gestione intesi come verifiche interne atte a verificare costantemente la qualità delle procedure espletate e ridurre concretamente la possibilità di errori medici e di conseguenza di episodi di malasanità vera o presunta.
Carenza di percorsi assistenziali integrati ospedale- territorio
La caratteristica geografica di un territorio circoscritto dal mare, con un solo ospedale pubblico, e conformazione geografica allo stesso tempo rurale e molto antropizzata, rendono qui più che altrove indispensabile una integrazione tra ospedale e territorio di fatto oggi assente.
In ospedale, nonostante la limitatezza dei posti letto , vengono ricoverati molti malati cronici che potrebbero essere meglio assistiti sul territorio qualora ci fosse una valida alternativa al ricovero stesso. La degenza di questi malati è un danno per loro stessi, per gli altri degenti e per le casse aziendali.
Il reparto di Medicina in particolare soffre di questa condizione ed è costretto costantemente alla sistemazione su barelle dei ricoverati, con maggiori rischi anche di incidenti ed infezioni ospedaliere.
L’alta incidenza di ricoveri impropri non è frutto di inappropriatezza professionale dei singoli operatori ma è strutturale, proprio perché manca un valido filtro organizzativo e assistenziale territoriale.
Se questo è un problema meridionale, a Ischia è drammatico perché non c’è alternativa di strutture anche private che altrove parzialmente smistano la domanda.
In definitiva la assistenza territoriale, a parte la figura del medico di base, non ha risorse, non ha programmazione , non ha personale, non ha regolamentazione :di fatto non esiste.
L’auspicato collegamento tra il medico di base e i servizi territoriali ed ospedaliero risulta perciò una semplice dichiarazione di intenti.
Sono questi i problemi che il Dott. Antonio D’Amore, neo nominato Direttore Generale dell’ ASL NA2 è chiamato a risolvere. E noi cittadini isolani aspettiamo che in tempi brevi il DG dimostri di guadagnare il lauto compenso mensile di circa 18.000!!! L’Ospedale Rizzoli di Ischia è una struttura “sui generis” e come tale occorre parametrare interventi mirati per la risoluzione dei problemi che lo affliggono. Noi aspettiamo.

www.ildispari.it

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