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domenica, Maggio 5, 2024

Clean Island: spunta la conversazione con il dipendente dell’Evi per gli “spurghi abusivi”

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Ugo De Rosa | Nella parte della ordinanza in cui analizza gli elementi emersi sulla società “Ischia Ecologia” di Fabio Impagliazzo, il gip Marcello De Chiara fa riferimento a uno degli aspetti più significativi dell’inchiesta e che hanno suscitato scalpore. Ovvero il coinvolgimento di un dipendente dell’Evi, emerso dalle intercettazioni telefoniche.
Una circostanza peraltro accennata anche da uno degli ex dipendenti della “Ischia Ecologia”, M.E., come si legge in altra parte dell’ordinanza. Questi «specificava, inoltre, anche i punti precisi di svuotamento delle cisterne nelle reti fognarie e nei pozzetti presenti nei Comuni di Ischia, Casamicciola Terme, Forio, Lacco Ameno e Serrara Fontana, dichiarando anche la compiacenza di qualche dipendente dell’E.V.I. S.p.A. (di cui non conosceva l’identità), che consentiva tramite telecomando l’apertura del cancello elettrico e l’accesso al depuratore della collina dell’ex Hotel San Pietro dopo le 5 del mattino con l’apertura del varco ZTL per andare a scaricare».

Ebbene, tra gli esiti delle intercettazioni, il gip riporta proprio di questo coinvolgimento, quando scrive: «Emblematico è ad esempio quanto accaduto in data 11.08.2026 allorquando le intercettazioni telefoniche (vedasi, in particolare, quella avente oggetto conversazione telefonica tra Impagliazzo Fabio e tale “Luigi”, dipendente della società EVI s.p.a.) ed i dati del rilevamento satellitare mostrano che l’Impagliazzo effettuava la raccolta delle acque piovane contenute nelle vasche del Teatro polifunzionale di Ischia sebbene il formulario mostrato in occasione del controllo effettuato quello stesso giorno presso il porto di Casamicciola riguardasse una successiva operazione in via Francesco Buonocore di prelevamento dei “fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue”.

INCHIESTA ESPURGHI, L’EVI APPOGGIA TOTALMENTE LA PROCURA: “SE CI SONO COMPLICI, LI COLPIREMO”

L’inchiesta sullo smaltimento illecito dei liquami fognari prelevati da due ditte di autoespurghi dell’isola d’Ischia, che ha portato ad una raffica di denunce e sequestri, vede marginalmente implicata anche l’EVI spa, l’azienda pubblica locale che gestisce acquedotto e fognature.
Come appreso dai mass media emerge dagli atti dell’indagine che l’impianto di pretrattamento e sollevamento fognario presente sulla collina di S. Pietro, a ridosso del porto d’Ischia, e gestito dall’EVI, sarebbe stato utilizzato da queste ditte per scaricarvi illecitamente i liquami prelevati dalle proprie autobotti, per poi essere immessi e smaltiti in condotta sottomarina, unitamente ai liquami della rete fognaria cittadina.
L’apertura dell’impianto di S. Pietro, sempre secondo l’ipotesi d’inchiesta, sarebbe stata effettuata di notte e con la complicità di dipendenti del settore fognario dell’EVI spa.

La posizione del management aziendale su questa vicenda è netta: nessuna debolezza e massima severità.
Se dalle indagini dovessero emergere precise responsabilità, i dipendenti accusati saranno, nell’immediato, sospesi dalle funzioni e dallo stipendio, e licenziati se condannati.
Nel momento in cui si aprirà il processo, inoltre, l’EVI spa si costituirà parte civile, perché si ritiene danneggiata dall’ipotetica condotta illecita di qualche suo dipendente.
Per l’amministratore dell’EVI spa, dott. Alessandro Condurro, “se c’è del marcio tra il personale dell’EVI, lo colpiremo. Non faremo sconti a nessuno, perché è mostruoso pensare che l’azienda che rappresento, e che ritengo un’eccellenza nel panorama imprenditoriale ischitano, possa macchiarsi di complicità in un’ipotesi di un reato ambientale così grave, oltretutto in un paese turistico. Se si troveranno dei colpevoli, li puniremo”.

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