Caterina Ciannelli: “Il mio inferno con i nonni di Dante De Luise”

Accuse chiare dopo la sentenza del TAR che nomina il commissario ad acta per ripristinare la verità e il diritto: “violenza privata, minaccia di morte, di tutto e di più. Io adesso sorrido, ma ho versato tante lacrime e sono finita in ospedale...

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Gaetano Di Meglio | «Negli anni comincio a farmi una idea che c’era del marcio, mettiamola così. Che devo dirle di più?
Il genero della famiglia sopra a me ha fatto per tanti anni il Carabiniere sull’isola, io presentavo le denunce alla stazione di Casamicciola e non arrivavano alla Procura. La Procura invitava i vigili e i carabinieri a fare sopralluoghi a casa di costoro, e loro non andavano.

Che devo dirle? Sono state parecchie le vicissitudini. Per non parlare delle cose più pesanti, ma quelle dicono che devo stare attenta a dirle, mi riferisco a violenza privata, minaccia di morte, di tutto e di più. Io adesso sorrido, ma ho versato tante lacrime e sono finita anche in ospedale un anno. Capita, ovviamente se uno è abituato ad avere una condotta nella vita, di civiltà e di rispetto verso il prossimo, non mi sono mai sentita al di sopra degli altri o chiesto favori, e a un certo punto si sente attaccata da quelli di sopra e anche da quelli di lato. Uno a un certo punto dice “ma quanto le stanno girando le cose”?

Chi non ha mai commesso un abuso, anche se all’epoca qualche architetto mi ha detto di fare qualcosina. Ho cercato di conservare il palazzo, perché comunque è un palazzo che ha tanta storia. Ma i lacchesi, non capisco per quale motivo, cercano di dimenticare che ci sono state delle famiglie gentili che hanno fatto solo del bene. Ad esempio, la mia famiglia, in parte inglese, ha dato dei terreni quando ci fu il terremoto del 1883, ha aiutato, curato e soccorso i terremotati. Ho articoli di giornali a testimonianza. Gli anziani ancora si ricordano della loro generosità. Ma non è che uno si vuole mettere al di sopra, ma è lo spirito della mia famiglia. E questo modo di fare, questa cattiveria non riesco a comprenderla.»

Sono queste la parole di Caterina Ciannelli che arrivano dopo la pubblicazione della sentenza che le restituisce dignità e verità. Se non ci fosse stata quella sentenza, oggi saremmo davanti ad una delle tante liti che vicini. Una storia tipicamente ischitana ma che, dopo 3 ricorsi al TAR e numerosi esposti in Procura, arriva ad un punto di svolta.
E allora, ora che carta canta, anche Caterina può dire la sua e ci può raccontare l’infermo che i nonni di Dante De Luise le hanno fatto vivere. Una vita rovinata con la complicità di una classe politica senza dignità e pronta ad essere china davanti ad interessi diretti.

Questa cattiveria arriva però ad un punto. A questa sentenza del 29 ottobre che in qualche modo le dà un po’ di giustizia.
“Sì, giustizia e soddisfazione soprattutto perché sono stata, per fortuna, accompagnata da un avvocato che mi è stato affianco nonostante la sua giovane età, mi ha supportato e sopportato per tanto tempo perché, ovviamente, gli anni mi hanno messo a dura prova.”

Io volevo far sentire la sua voce, che testimonia quello che abbiamo scritto…
“Per mia natura sono sempre stata molto trasparente e schietta e a volte vengo rimproverata perché mi dicono che devo abbozzare. Sono stata avvicinata più di una volta da tante persone, anche in ottima fede, che mi hanno detto di trovare un accordo, ma io ho risposto quale sarebbe stato un accordo? Un accordo, per me, sarebbe quando anche io mi trovo in un difetto. Se non ho difetti, non vedo perché dovrei procedere in un accordo. Non ho mai avuto amici a cena durante l’estate perché venivamo insultati. Ci hanno mandato i Carabinieri il 26 agosto a mezzanotte e un minuto sempre tramite il loro familiare che faceva il carabiniere, per una pizza che faceva mio figlio. E mio marito e io mortificati davanti a dei ragazzi. Questa estate abbiamo ricevuto una coppia molto carina a casa, era il primo invito, e abbiamo fatto un aperitivo perché le cene non le possiamo più fare per non essere disturbata e insultata. E dall’alto del balcone mio marito riceveva gli insulti con gli ospiti sbalorditi. Tante persone sono testimoni di quanto accaduto. Negli anni se queste persone si fossero un attimino ravvedute avrebbero avuto tutte le occasioni possibili di venire e miti consigli perché abbiamo dato la possibilità.
Nel 2013 o 2014 gli abbiamo detto che avremmo messo una pietra su tutto se avessimo detto “basta” riconoscendo che il lastrico solare era nostro, avevano mire di usucapire anche quello. Mettemmo un cancello, dopo aver presentato i documenti, per delimitare la proprietà. Ci è stato smontato due volte, una volta anche con un video in cui si vede questa famiglia che smonta il video, e ci lanciano minacce di morte. La terza volta il cancello è scomparso, al che ho detto “basta”, queste persone non hanno voglia di ragionare, pensano di potersi comportare così e mi sono dovuta organizzare.”

Quanti ricorsi al TAR ha fatto?
“Mi sembra due.”

Dividiamo i ruoli, l’aspetto privatistico è uno e la mancanza del comune è un altro.
“L’aspetto privatistico è andato avanti fino a un certo pubblico, ma dalla parte del comune vi era sempre il silenzio. Alessandro Barbieri doveva ricorrere contro il silenzio. Poi fare le diffide…io stessa sono andata al comune un giorno per parlare al responsabile dell’ufficio tecnico, cui chiesi, in modo ingenuo, perché mi stessero mettendo in condizione di mettermi contro il comune e non riscuotessero la sanzione di questa famiglia perché mi era stato risposto che il comune era dissestato e mezzi per l’abbattimento non li avevano. Mi disse che glieli avevano chiesti, ma non li riscuotevano. Non vedo per quale motivo chi viene multato continui a compiere l’illecito. Anche questa estate hanno continuato perché si sentono al di sopra delle parti. Perché accade ciò? Perché, purtroppo, questa è l’idea che mi sono fatta, gli amministratori hanno questa abitudine di dire “quanti siete, una trentina? I vostri voti valgono? Allora fate quello che volete, vi proteggiamo, ma continuate a votarci” Questo è il sistema, è un sistema risaputo perché altrimenti non si spiega perché, quando ho affrontato direttamente il nostro sindaco, spiegandogli la mia difficoltà su chi votare, e lo dico che non sono mai stata una simpatizzante per Forza Italia e per De Siano, mi ha detto che lui non farà mai abbattimenti perché un sindaco che abbatte, poi è un sindaco che va contro il suo elettorato, contro il sociale. Ho preso atto di questo e dopo di che ho fatto le mie riflessioni. Capisco, tu vuoi proteggere queste persone? Va bene, ma perché il mio diritto non deve essere riconosciuto? La sostanza di queste sentenze è che non mi vengono riconosciuti i miei diritti, io ho solo obblighi verso il comune di Lacco Ameno ma non ho diritto. Nemmeno di lavorare, perché ho queste due case vacanze per le quali pago l’imposta di soggiorno, cosa che non credo venga pagata da tutti, cerco sempre di essere ottemperante. Se cerco di essere una cittadina che rispetta i propri doveri, desidero che anche il comune rispetti i miei diritti.”

Lei ha combattuto contro un candidato di Pascale e uno di De Siano…
“Ma lei immagini che arroganza. Quello che mi ha sempre stupito, anche a mio marito, è l’arroganza di queste persone. Dei guappi che possono imporre il loro modo di fare agli altri. Io mi trovo che ho un cancello con pilastri che è in piedi da circa 200 anni e un bel giorno, visto che c’è una cattiva abitudine di sversare la spazzatura dietro il muro che cinge il mio giardino, inizio a lamentarmi. Chiedo multe e controlli, loro si sono sempre rifiutati. Ho iniziato a pensare perché non si vuole tenere il centro di un comune pulito? E poi ho di fianco una famiglia con tre case abusive. E il terreno gli fu venduto da mio padre e mia zia. Negli anni sono stata a guardare perché siamo pacifici e forse questo è stato un peccato originario… Alla fine, dopo tempo, decido di voler mettere un citofono e una telecamera. Mi viene detto che il pilastro dove è attaccato il mio cancello è il loro. Lì ho detto “basta”, ogni cosa pare sia di qualcuno tranne che nostro. Poi è successo che c’erano le elezioni, è successo che qualcuno ha voluto tirare fuori da un cassetto una denuncia che non era mia e hanno voluto usare me come quella che avesse armato il fucile e poi i signori sono venuti alla conclusione che forse era meglio cedere il pilastro.”

Oggi Lei si trova in Piemonte…
“Mio marito è un chirurgo qui, molto dedicato al lavoro. Immaginate chi come lui, stanco del lavoro e dello stress del covid, poi a casa sua a Lacco Ameno non può riposare.”
Lei è parte offesa anche contro la Soprintendenza di Napoli che ha le sue colpe…
“Intanto, facciamo un passo indietro, io sono la quinta generazione in quel palazzo, nonostante che molti miei compaesani mi dicono che non sono di lacco ameno perché sono sangue misto e sono nata negli Stati Uniti, ma io la casa la frequento da quando avevo un anno. Mia zia, per dare una impronta culturale al paese di Lacco Ameno, avendo avuto contatti con Giorgio Buchner, decise di affittare un piano sovrastante alla Sovrintendenza perché sperava di dare qualcosa al Paese. La Sovrintendente dell’epoca, Costanza Gialanella, da una parte si sentiva “la zarina” la proprietaria del bene nostro, ma dall’altra chiudeva gli occhi sugli abusi che venivano fatti. All’epoca non ero maggiorenne e non potevo intervenire e mia zia,che viaggiava molto e non controllava sempre la proprietà, ci siamo trovati con la Sovrintendenza connivente.E questo lo trovo gravissimo perché anche loro avevano la loro responsabilità nel momento in cui vedi che costruiscono sopra e viene murato un bagno. In ogni modo queste sono un po’ le vicende.”

Vicende che sembrano avere una svolta. Il ricorso al TAR immagino che il comune proverà a fare appello al Consiglio di Stato. Lei già aveva fatto un ricorso al TAR per l’accesso agli atti, due volte, e il TAR ha condannato il comune. Quali saranno le altre mosse? O dobbiamo solo prendere atto che un tribunale le ha dato ragione?
“Io sono cauta per natura e aspetto. Però, certo non mollo, vado avanti con il mio avvocato. Io voglio dire che questa vicenda è molto dolorosa, mi è stato detto che ci vuole umanità. A questo signori che mi vogliono criticare e far passare per la persona cattiva, e non umana, guardate che vi sbagliate di grosso. Guardate che siamo stati molto umani e gli altri attori di questa vicenda sanno le volte che ho cercato di porgere il ramo di ulivo non avendo fatto nulla nei loro riguardi. Ora la giustizia andrà avanti ed è giusto che persone come me, schiacciate da interessi politici, clientelari, abbiano voce per poter avere giustizia. Mi ricordo sempre di Ilaria Cucchi, sono due vicende completamente diverse, ma è stata una figura che mi ha ispirata perché veramente a volte ci si trova soli ed è facile, comunque, cercare di intimorire una donna che passa tanti mesi da sola a Lacco Ameno, che cerca solo di valorizzare un immobile che fu comprato da una mia trisavola inglese, per gratitudine, perché secondo lei e acque di San Montano la resero madre. La mia battaglia vale anche in onore dei miei familiari che non hanno mai avuto contenziosi con i cittadini di Lacco Ameno, anzi un mio zio è stato anche sindaco. Però, dobbiamo ogni tanto batterci per la legalità.”

1 COMMENT

  1. I carabinieri non escono bene da questa vicenda.
    D’altronde, se 60.000 abitanti hanno fatto 28.000 abusi edilizi, qualcuno si è messo le fette di salame sugli occhi per non vedere.

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