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martedì, Aprile 30, 2024

Don Euro, Francesco e il nostro prete

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Di queste storie, di un sex worker e di un prete ne potremmo raccontare tante. Una al giorno e forse, le metteremmo tutte da parte, ma in questa emerge una particolarità: Francesco è credibile, rintracciabile, pronto a parlare. E’ questa la differenza dalle altre storie.

Francesco è il protagonista della storia di Don Euro, al secolo Luca Morini, il prete di Massa col “vizietto” del sesso, che per pagare i gigolò usava i soldi delle offerte dei fedeli. “Questa mattina – racconta Francesco a Letizia Tassinari lo scorso 7 aprile – sono stato dai Carabinieri e mi hanno verbalizzato”. L’escort, sentito come persona informata sui fatti, ha detto loro quanto comunque aveva già detto sia ai giornalisti del programma televisivo che a quelli dei giornali. Massimo riserbo da parte degli inquirenti sulle indagini, e poco o nulla trapela. Sulla vicenda del prete a luci rosse, dopo la protesta dei fedeli sulle scale del Duomo di Massa a suon di striscione “Errare umanum est, coprire imperdonabile”, i Carabinieri avevano acquisito i vari video delle Iene, e le testimonianze di quanto riferito dai vari parrocchiani sui soldi che il sacerdote riceveva da loro, spendendoli, invece che in “missioni umanitarie”, e in beneficenza, in pranzi, cene, viaggi, soggiorni in hotel di lusso ed escort.  Tutta la storia, squallida, come si ricorderà, nacque da una “denuncia” fatta dal gigolo’ di Napoli, che, insospettito, aveva inviato una lettera alla Curia di Massa. Il sacerdote, stando a quanto emerso, al momento è sospeso dal suo operato pastorale e vivrebbe in un bell’appartamento non lontano dai luoghi dove fino a poco tempo fa era parroco».

Questa storia si lega ad Ischia in maniera forte. Il primo legame è Francesco. Il gigolò amico dei preti, pronto a denunciare e a mostrare gli atti di quello che dice. Il secondo, una Diocesi – quella di Ischia – macchiata dai “peccati” del suo clero e con due ferite sanguinanti e purulenti che, forse, non avranno nessun accusatore: Don Giovanni e Don Nello.

Il caso dei due preti sospesi sull’isola d’Ischia, quello di Fontana e quello dello Schiappone è, certamente, la pietra dello scandalo. Il grido di accusa di un clero che fino ad ora si era sempre auto protetto e ci era riuscito – forse – grazie alla saggezza di Filippo Strofaldi.

E’ vero, la guerra tra Focolarini e “resto del mondo”  è iniziata dopo. La lobby dei nuovi vescovi ancora doveva proiettare la sua luce su Ischia, ma da aprile ad oggi, la storia è cambiata. La società ischitana ha espresso il suo giudizio e attende gli esiti di una “condanna” annunciata.

Con Francesco, inoltre, rispondiamo ad un altro grande dubbio. Oggi l’accusa c’è. Oggi c’è chi non si nasconde. E’ lì. Vi basta trovarlo su un sito per escort, tra i “bull”, c’è il numero di telefono e lo contattate. La circostanza – molto credibile – che nel processo per Don Giovanni e Don Nello non si siano trovati più gli accusatori è uno di quei rumors terribili che è davvero difficile da accettare. Perché, nel frattempo, Giovanni Trofa e Nello Pascale sono stati distrutti.

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