E’ dall’inizio del campionato che non commento il Napoli di quest’anno e non solo per un fatto scaramantico. Tuttavia il risultato sonante di venerdì sera la dice lunga sullo stato d’animo del tipico tifoso azzurro. E di certo io non sono da meno, sebbene preferisca restare con i piedi ben saldi a terra, fidandomi poco o nulla sia di Adl sia di Spalletti.
Quel che mi piace analizzare oggi, invece, è il rapporto tra i napoletani e la Juventus!
Molti di noi, inutile negarlo, sono innanzitutto anti-juventini nel sangue e concepiscono ogni partita contro i bianconeri come quella del secolo, la finalissima di Champions League mai disputata, la sfida delle sfide, proprio come se non ci fosse un domani. Napoli-Juve o viceversa non è un semplice scontro pallonaro: è essenzialmente un evento, un rito, uno stato di tensione simile a quello di un derby ma che derby non è e che dura dalla settimana precedente alla successiva; è la psicosi mai troppo smentita -perché non smentibile- delle ingiustizie a favore dei soliti potenti e a danno degli altri, che ti ruba il sonno e ti lascia eternamente scontento. Tranne…
Esatto. Tranne quando c’era Lui, il giustiziere di Partenope, l’unico calcisticamente onnipotente, quello che faceva il vuoto contro chiunque dal basso della sua altezza. E oggi. Oggi che Lui non c’è più, con un allenatore sul quale non avrei scommesso un solo euro sotto più d’un punto di vista e con un presidente storicamente sparagnino, ci sentiamo tutti col traguardo a portata di mano, allorquando proprio il sonoro paliatone alla rivale delle rivali sembra aver totalmente esorcizzato ogni dubbio e i relativi timori vissuti di scudetti lasciati in hotel, congiure di palazzo o altre motivazioni più o meno fondate, affidate ormai per sempre al cassonetto delle inutilità.
In tanti erano pronti ad applaudire la Juve ritornata grande e pronta a strapazzare il Napoli. E invece eccoli, tutti cornuti e mazziati, a regalarci quella piccola dose di autostima che va oltre la speranza. E al nemico che scappa (dopo averle buscate), ponti d’oro!
