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venerdì, Maggio 3, 2024

Working in progress: il progetto delle mascherine solidali che mira a realizzare 40 mila pezzi

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Elena Mazzella | Il mondo si prepara a muoversi “bardato” di protezioni per naso e bocca (per ora,  poiché rimane sicuramente il problema degli occhi come via di possibile contagio, considerando che il virus vi si  può “accedere”).

Oltre la distanza di almeno un metro e costanti lavaggi delle mani (che rappresentano le misure principali per ridurre il rischio del contagio del Coronavirus), si è reso obbligatorio l’impiego dei dispositivi sui posti lavoro e negli ambienti pubblici, attraverso le disposizioni dei sindaci. Nelle scorse settimane alcuni comuni dell’isola hanno provveduto a distribuire gratuitamente, ad opera di volontari, 2 mascherine per nucleo familiare al fine di “educare” la popolazione al corretto comportamento per scongiurare i possibili contagi.

Abbiamo ora la piena consapevolezza che le precauzioni non sono mai troppe e proprio per questo, decine e decine di volontari sono all’opera per fabbricare mascherine fai da te (dispositivi ancora introvabili sul mercato) da donare in beneficenza a persone che ne necessitano.

E’ con queste prerogative che nasce il progetto “Working in Progress” ideato da Piero Temante, che ci racconta un po’ come è nata l’idea e come si è reinventato in questi difficili e terribili momenti. Sono già partiti in questi giorni i primi prototipi di mascherine grazie ad una rete di aiuti solidali che vede artigiani e imprenditori uniti ed impegnati per la stessa causa.

“Vi racconto come sta proseguendo il progetto “working in progress” e quando dovremmo essere effettivamente operativi (salvo ritardi a noi non riconducibili, vedi consegne materiali dai fornitori)” ci racconta Piero, alla continua ricerca di volontari che possano aiutarlo a realizzare quante più mascherine possibili, attivando un gruppo su Facebook per sensibilizzare e ricercare velocemente volontari (Le mascherine solidali  – Ischia).

“Fino ad una decina di anni fa ero sempre molto attivo sia per quanto riguarda l’organizzazione e promozione di piccoli eventi locali che nelle attività di beneficenza, in primis con la LILT (Lega per la Lotta contro i Tumori), poi preso dal mio lavoro (sono un consulente /formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e consulente nel settore ambientale, il tempo a disposizione è diventato sempre di meno.

Nei giorni scorsi avevo la necessità di dover aiutare, rendermi utile, ma avevo ed ho un problema: genitori anziani che vedo e che aiuto spesso. Così, ho deciso di ridurre al minimo le uscite per non rischiare perché, purtroppo, troppo spesso siamo noi i vettori del virus per loro.

Cosa potevo fare?

Nei giorni scorsi un collega di Napoli, perito tessile incaricato da alcune aziende riconvertite alla produzione di mascherine chirurgiche, mi chiama per chiedermi consigli tecnici circa le norme UNI che regolano la fabbricazione, la sterilizzazione ed i test di controllo a cui devono essere sottoposte le mascherine.

Nella stessa giornata la mia super amica Luciana Morgera (Catena Alimentare / Borsa Verde) mi chiede di aiutarla, ma io avevo deciso di ridurre al lumicino le uscite per motivi personali, ma il suo appello aveva scosso qualcosa in me. Dovevo fare qualcosa. Ma cosa?

Mi ricordo che l’azienda dove lavora attualmente, come addetta al controllo qualità, la mia ex collaboratrice dott.ssa Miriam Barone aveva riconvertito parte della produzione per far fronte alle richieste di aziende che producono o stavano per produrre mascherine. Mi aveva raccontato che avevano trattato carta speciale in modo da poter essere utilizzata come materia prima nella produzione di mascherine. 

La chiamo e lei si rende subito disponibile mettendomi in contatto con i responsabili commerciali.

Il fato vuole che Maria Scotti, bravissima stilista ischitana “Princmay” molto attiva anche nel sociale con l’associazione Girasole, mi chiede delle info tecniche sulle mascherine fai da te.

Io avevo del tessuto non tessuto TNT (non molto) ed abbiamo creato dei prototipi.

Così, ho pensato di lanciare un appello su facebook su chi si rendesse disponibile a confezionare mascherine gratuitamente, ed ad oggi hanno risposto oltre 30 tra sarti/e stilisti/e e persone con l’hobby del cucito e ci hanno fatto alcune donazioni. Ad oggi ringraziamo EDITUA/CLAAI Associazione dell’Artigianato, Tenuta C’est la Vie nella persona dell’avv. Lucia Velia Moraschi, ditta Luciano Mazzella, Hotel Parco delle Agavi nella persona di Nicola Savio e Nello Buono, le famiglie Galano e Cenatiempo della ditta Galano Trasporti per la disponibilità nel ritirare e consegnare gratuitamente le materie prime e le mascherine. Ma sono sicuro che ci saranno tante altre persone che ci aiuteranno. Tra i primi più attivi Pasquale Di Meglio, per tanti anni il cuore pulsante dell’associazione Actus Tragicus (La Via Crucis di Forio).

Ad oggi abbiamo acquistato 6.000 fogli (72cm x 102 cm cadauno) di carta speciale MASK E20 da 90 gr/m2, 15.750 metri di elastico piatto, 60 coni di cotone da 10.000 yards (9144 metri) ognuno.

Tutto il materiale dovrebbe arrivare presso i depositi di Galano Trasporti entro giorno 10 aprile. Penso che dopo un paio di giorni si possa iniziare la distribuzione ed il confezionamento gratuito delle mascherine.

Con questi materiali i volontari potranno realizzare oltre 40 mila mascherine “fai da te”, di cui 30 mila complete di doppio elastico. Il resto lo potremo acquistare successivamente recuperando magari altre risorse.

Tra le cose di cui necessitiamo, ci mancano soltanto bustine trasparenti dove inserire coppie di mascherine.

C’era il problema di come rifornire i volontari e coloro che necessitano delle mascherine.

A questo ci ha pensato il cuore di Galano Trasporti. Loro consegneranno il materiale utile, diviso per lotti, ai sarti/stilisti e poi recupereranno i cartoni con le mascherine da consegnare a coloro che ne hanno bisogno.

Vorrei precisare diverse cose. Innanzitutto, le mascherine potranno essere confezionate in deroga, ai sensi dell’art. 16 del Decreto-Legge n. 18 del 17 marzo 2020, nel solo periodo di emergenza e dovranno assolutamente intendersi come “mascherine fai da te ad uso privato” da utilizzare per la non diffusione del virus covid-19 (non sono né Dispositivi Medici e né Dispositivi di Protezione Individuali).

Le mascherine non potranno essere vendute, ma solo donate gratuitamente alla cittadinanza.

Ribadisco che devono essere destinate soltanto alla cittadinanza.

Non possono essere destinate a sanitari (non sono dispositivi medici) e a lavoratori (non sono dispositivi di protezione individuali).

Nel caso i cittadini la ricevono e la usano volontariamente nel corso di attività lavorativa, sarà loro responsabilità essendo stati messi a conoscenza di quanto su descritto.

Laddove lavoratori ce ne facciano richiesta, anche direttamente ai volontari (sarti, stilisti, ecc.) devono sapere che sono ad uso privato e che chi le produce non ha responsabilità sulla fattura delle mascherine.

Le mascherine non saranno certificate, non riceveranno test di laboratorio e non saranno sterili (i costi sono enormi, non sostenibili per il gruppo di volontari ed i tempi di attesa delle prove lunghi).

Sono delle mascherine, ribadisco, ad uso privato confezionate però con ottimo materiale (Carta Mask E20, almeno a triplo strato) e con una forma idonea all’uso. 

Prima dell’utilizzo dovranno essere sterilizzate dagli utilizzatori, sanificate con soluzioni a base di alcol (oltre il 70%) o altri metodi efficaci alternativi e gettate ai primi segni di usura.

Le mascherine “Fai da te”, come quelle chirurgiche, sono un mezzo per la non diffusione del virus, non sono dispositivi di protezione individuale, pertanto, non proteggono le persone che la indossano, ma gli altri. Però, se tutti indossiamo mascherine allora non si diffonde il contagio, o almeno lo riduciamo.

Il perché dell’iniziativa é ridurre il numero dei contagi, il che può significare:ridurre il lavoro dei sanitari e degli ospedali, meno ammalati per COVID-19 significa meno rischi per loro e meno necessità di ingenti quantità di costosissimi DPI; tutelare la salute della cittadinanza, nostri cari compresi; uscire prima dal tunnel di questa emergenza.”

Tra i tanti volontari che hanno aderito all realizzazione delle mascherine, c’è Maria Scotti, sarta artigiana tra le più attive in campo di solidarietà, non ha esitato nemmeno un istante a prestare la sua professionalità per la loro realizzazione:

“Quando la vita ci mette davanti a prove dure, soprattutto in tempi come quello che stiamo vivendo dove siamo tutti “nella stessa barca”, ci confida. “Per cavalcare le onde dobbiamo lavorare tutti all’unisono. Ognuno con i propri mezzi deve fare la sua parte. È per questo che quando mi sono sentita con Piero e mi ha detto della sua idea nemmeno ci ho dovuto pensare su.

Il giorno dopo avevo i materiali e subito ho usato le mie capacità per cucire le mascherine.

Molti mi hanno domandato perché non l’avessi fatto prima non appena la mancanza di mascherine si è presentata. Vi dirò una verità: ho avuto la necessità di metabolizzare la cosa, per cucire le prime otto ci ho messo un pomeriggio intero perché, lo ammetto, non volevo accettare l’idea che dovessimo usarle. Tuttavia la vera forza specie ora è la resilienza, non abbattersi e fare il necessario per affrontare la situazione.

Cuciremo mascherine per tutti quelli che non l’hanno e per tutto il tempo che servirà, nel frattempo, sempre a casa come tutti, continuo con la mia attività, con la creazione di nuovi modelli e progetti da presentare quando avremo superato la crisi.”

Ecco dove poter ritirare gratuitamente le mascherine solidali.

SUPERMERCATI DECO’ (CINEMA E MONTERONE DI FORIO), SEBON MERCATO SEMPRE A FORIO, DECO’ PANZA NEI PRESSI DELLE CANTINE D’AMBRA IN LOCALITA’ PANZA, ED INOLTRE AL PANIFICIO LE VENTAROLE SEMPRE A FORIO

SUPERCHIOCCA, ISCHIA.

Pian piano la distribuzione avverrà in altri punti strategici in tutta l’isola.

Sinora abbiamo distribuito 400 delle prime 500 mascherine consegnate Da LUCIA COSTEA E MONYKA LARA CIOLAN.

Per la prossima settimana ne dovrebbero essere pronte altre tremila mascherine.

Siamo noi stessi i piloti del tempo libero che abbiamo a disposizione in questo periodo di quarantena . Non ci resta che scegliere in quale direzione andare.

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