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giovedì, Maggio 9, 2024

Vaccini, siamo a quota 35153 aderenti. La campagna entra nel vivo, ma non decolla

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Ida Trofa | Mentre l’Italia parla di vaccini, di giri e nuove dosi con addirittura l’ipotesi di una terza dose “dai dieci mesi in poi”, lo scenario ischitano parla ancora di una campagna vaccinale entrata nel vivo, ma che in ogni caso stenta a decollare. Noi proviamo ad indicarvi il numero di aderenti così come indicato dal monitoraggio adesioni della campagna vaccinale Covid 19 diffuso dalla Regione Campania.

  • Ischia 12.194
  • Forio 9.121
  • Casamicciola Terme 4.279
  • Serrara Fontana 1708
  • Barano 5391
  • Procida 6355

Ischia raggiunge quota 35153 aderenti. La campagna entra nel vivo, ma non decolla
I dati della campagna vaccinale di Ischia non sono certo entusiasmanti, è stato cosi sin dall’inizio di questa sfida per l’immunità. L’obiettivo resta comunque quello di ottenere, dopo Procida e Capri, un’isola verde covid free entro la fine di maggio. La campagna vaccinale prosegue tra alti e bassi con una grande organizzazione medica interna agli hub insulari ed il solito caos organizzato di chi amministra l’esterno della complessa macchina per la salute. Tra contraddizioni, messaggi istituzionali fuorvianti e mancate adesioni ad oggi su tutto il territorio di Procida sono 6355 gli aderenti, sull’isola d’Ischia invece sono 35153 gli aderenti cosi distribuiti per comuni: Ischia 12.194; Casamicciola Terme 4.279;Lacco Ameno 1973; Forio 9.121; Serrara Fontana1708; Barano 5391. Il dato è riferito alle ore 13 dell’18 maggio. Per restare su Ischia si continua a viaggiare su circa 1000 dosi giornaliere.
L’8 maggio, ad esempio su tutto il territorio di Procida erano 6231 gli aderenti, sull’isola d’Ischia invece sono 28423. Il vaccino, come sostiene la scienza e come vi stiamo ripetendo da sempre , è l’unico strumento che abbiamo per combattere l’emergenza sanitaria che ha sconvolto il mondo.

Terzo richiamo
Sarà probabilmente necessario un terzo richiamo. Ma non si sa ancora quando. Di sicuro non prima di 10 mesi, probabilmente anche molto dopo. L’immunità conferita da Sars-Cov-2 per quanti hanno contratto la malattia “dura alcuni anni ma è ragionevole che una terza dose di vaccino debba essere fatta” ha spiegato oggi il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Franco Locatelli, nel corso di un’audizione al Senato. “Non è compiutamente stimabile quando dovrà essere somministrata e l’incertezza è legata al fatto che i periodi di osservazione sono ancora limitati. Si valuta, tuttavia, dai dieci mesi in su, perché è questo il periodo nel quale dovrebbe mantenersi la protezione da Sars-Cov-2 ma solo il tempo ci dirà se potrà essere prolungato ulteriormente”.
Insomma, per ora ne sappiamo ancora troppo poco. Certo è che se il richiamo si rendesse necessario già dopo 10 mesi i tempi sarebbero abbastanza stretti. In sostanza, da novembre si dovrebbe ripartire da capo con la vaccinazione dei sanitari.

E poi, a seguire, tutte le altre categorie. Ad oggi non è chiaro neppure se chi si è vaccinato (o si vaccinerà) con AstraZeneca o J&J riceverà per l’eventuale terzo (o secondo) richiamo il farmaco Pfizer-BioNTech, ma dal momento che l’Ue non ha rinnovato il contratto con la multinazionale anglo-svedese, tutto lascia pensare che sarà proprio così. Quanto a Johnson&Johnson Locatelli ha sottolineato che al momento non c’è nessuna evidenza che serva una seconda dose, perlomeno in tempi brevi. “Il vaccino J&J è basato su una sola dose perché gli studi presentati dall’azienda sono stati fatti su una popolazione che ha ricevuto una sola dose” ha evidenziato il coordinatore del Cts. “È possibile che studi mirati a testare un eventuale vantaggio incrementale fornito dalla seconda dose possano dimostralo, ma al momento non sono oggi disponibili”.
In un’intervista rilasciata il mese scorso il ceo della Pfizer Albert Bourla aveva definito “probabile” l’eventualità di una terza dose da somministrare “più o meno tra 6 e 12 mesi” dopo la seconda. “Da lì, poi, ci sarà un richiamo annuale. Ma tutto deve essere confermato” aveva detto.

“No” del commissario alle seconde dosi in vacanza
Figliuolo è intervenuto anche sul “problema” dei richiami nei giorni clou di agosto, scartando l’ipotesi di somministrare le seconde dosi nei luoghi di villeggiatura. “È bene che chi va in vacanza regoli le proprie vacanze in funzione dell’appuntamento vaccinale”.

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