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lunedì, Maggio 20, 2024

La sfida sociale dell’arte |#4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 9 maggio 2024

Pensare in grande -ne ho scritto più volte ma non mi stancherò mai di farlo- non può e non dev’essere inteso come il semplice accostamento a una mania di grandezza del singolo individuo. Pensare in grande significa non smettere mai di sognare pur restando con gli occhi bene aperti, guardare al futuro senza farsi limitare dalle difficoltà del presente, rivolgere il proprio sguardo oltre i confini del posto in cui si vive ed elaborare progetti dalle prospettive ben più ampie di quelle dei propri pari e del “campanile”.

Ancora ieri mi sono trovato a dover prendere atto, a una decina di ore di volo da casa, di quanto l’idiozia e la pochezza di chi ci amministra rappresenti un limite oggettivamente insormontabile non solo per lo status ascritto del singolo protagonista, ma soprattutto per l’immagine dell’intera realtà locale e di chi la vive.

Nel centro di Charlotte, una gradevole città del North Carolina, all’esterno di un elegante e modernissimo business center, anche alquanto luxury, ho riconosciuto immediatamente un “grande disco” del maestro Arnaldo Pomodoro. Ma, cosa ben più importante, sono rimasto profondamente colpito dal messaggio dell’artista alla città quando, nel 1974, le donò questa sua opera. Eccone il succo: “Oggi la sfida sociale dell’arte, secondo me, è quella di cominciare a dialogare con la gente.

Della serie “dialogare con la gente”, cinquant’anni fa! Ma quando ero in carica con l’Amministrazione Brandi, nel 2003, riuscimmo a portare a Ischia una mostra antologica del maestro Pomodoro, appena smontata dal Palais Royal di Parigi. Il tutto riuscì talmente bene che egli decise di donare alla collettività ischitana una sua opera, da installare al centro di Piazza degli Eroi non appena quell’area fosse stata riprogettata. Il risultato? Allorquando le amministrazioni che si sono succedute fino a tre anni fa sono riuscite -bene o male- a ridisegnare quella piazza, dopo aver fatto diventare legna da ardere l’opera donata dal maestro Hidetoshi Nagasawa alla Torre di Guevara, anziché mutuare e verificare la sussistente validità dei buoni propositi di Arnaldo Pomodoro, hanno ben pensato di guardare oltre (si fa per dire), installando “l’opera” che è sotto gli occhi di tutti, puntualmente mascherata quando, nel periodo natalizio, non può mancare il solito, tamarrissimo albero illuminato stile hinterland napoletano.

Sperando che il concetto sia stato sufficientemente chiaro, eviterò di aggiungere ulteriori esempi a quella che è un’interminabile sfilza di figure di cacca. Per oggi è tutto! Ma… solo per oggi.

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