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sabato, Maggio 18, 2024

Rischio frana, Pascale ordinalo sgombero al Negombo!

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Le schede AeDEI hanno evidenziato il rischio esterno. Intimati alla società Cinarime l’interdizione di locali e terreno, il transennamento e i lavori di messa in sicurezza. Gli interventi definitivi saranno valutati con la proprietà e con gli Enti competenti

Ugo De Rosa | A seguito degli eventi calamitosi del 26 novembre 2022 arriva l’ordinanza di sgombero del sindaco di Lacco Ameno di aree rientranti nell’area del Parco Termale Negombo. Un’altra “tegola” per Paolo Fulceri Camerini.
L’ordinanza sindacale contingibile e urgente del terreno alla via San Montano per rischio esterno è stata adottata all’esito delle ricognizioni dei tecnici della struttura commissariale e notificata alla Società Immobiliare Cinarime. Facendo riferimento alle schede AeDEI Ischia 2023, acquisite solo il 30 ottobre scorso, nelle quali sono stati evidenziati: «il pericolo di crollo di massi di grandi dimensioni, anche superiori al mc; la presenza di sinkholes; le vie esterne retrostanti l’edificio presentano un pericolo di crollo localizzato dal versante adiacente; transennatura e protezione passaggi area a rischio evidenziata in mappa allegata».

Pascale richiama la norma «che prevede che il proprietario di un edificio o di una costruzione che minacci rovina, ovvero chi per suo conto è obbligato alla conservazione o alla vigilanza, deve provvedere ai lavori necessari per rimuovere il pericolo».
E quindi, «effettuato il necessario bilanciamento degli interessi pubblici e privati coinvolti, attraverso una esaustiva, ragionevole e proporzionata ponderazione e valutazione degli stessi», valutata l’urgenza, ha adottato il provvedimento.
Ordinando «Lo sgombero immediato dei fabbricati (unità immobiliari) insistenti sulle proprietà private» individuate dalle particelle catastali.

Nonché «Il divieto di utilizzo di detti locali e dei fondi, dalla data odierna, ai proprietari e a chi, a qualunque titolo, occupi gli alloggi in questione, nonché a chiunque altro, fatta eccezione per il personale espressamente autorizzato ad effettuare rilievi ed interventi tecnici in condizioni di sicurezza, nelle more delle determinazioni da prendersi con i medesimi proprietari e con gli organi e gli enti competenti, in ordine agli interventi di carattere definitivo da porre in essere; ai proprietari dei terreni e dei fondi de quibus, di provvedere ad horas all’esecuzione di tutte le opere ed accorgimenti utili ed opportuni al transennamento, con strutture fisse (recinzioni, barriere provvisorie, paratie, ecc.), idonee ad interdire a chicchessia l’uso delle zone interessate, nonché all’esecuzione dei lavori per la rimozione dei pericoli riferibili allo stato di criticità rilevata e sopra dettagliata».

Intima altresì «non appena saranno rimosse le condizioni interdittive, al proprietario, come sopra generalizzato, degli immobili sopra descritti ed identificati, e fatto salve successive verifiche, di far effettuare una verifica approfondita degli immobili insistenti sui fondi di che trattasi e di provvedere a mettere in atto tutti i lavori di assicurazione che il caso richiede a salvaguardia della pubblica e privata incolumità».
Avvertendo che in caso di inottemperanza si procederà d’ufficio ai lavori con spese in danno.
Una ordinanza un po’ “generica” nei contenuti, ma che di fatto al momento inibisce una parte del parco termale, rinviando a successive valutazioni l’onere degli interventi definitivi. Che, Serrara docet, in questi casi non possono essere addebitati solo ai privati…

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