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Daily 4ward di Davide Conte del 15 febbraio 2022

Un tifoso del Napoli non pretende di vincere a tutti i costi, perché nella sua storia è tutt’altro che abituato a farlo, eccezion fatta per la parentesi in cui l’unico dio del calcio ha abitato qui.

Un tifoso del Napoli è abituato a soffrire. E per questo non ha mai rinnegato l’amore per la maglia, neppure quando le note vicende fecero scivolare la sua squadra in C.

Un tifoso del Napoli, a giusta ragione o no, ha spesso sacrificato anche un piatto in tavola, a vantaggio del biglietto per lo stadio, l’abbonamento o la trasferta delicata in cui “i ragazzi han bisogno di voi”.

Un tifoso del Napoli è pronto a difendere con orgoglio le proprie origini, la propria storia, la propria cultura dall’odio verso una città e un popolo generato dalla più stupida delle rivalità calcistiche.

Anche un tifoso del Napoli tra i più accaniti, però, ogni tanto dovrebbe spegnere il cuore e accendere il cervello. Perché dinanzi all’indifendibile, non si può far finta di niente o trincerarsi dietro il più laconico dei “solo la maglia” o “Forza Napoli sempre”.

Sarà anche vero che il campionato è tutt’altro che finito e che i passi falsi possono tranquillamente riguardare anche quelli che ci stanno davanti; ma è altrettanto vero che ogni qualvolta il Napoli ha la possibilità di approfittarne, in un modo o nell’altro viene meno all’appuntamento. E non può essere sempre e comunque una questione di sfortuna o di arbitraggi, ma spesso sono la determinazione e l’approccio giusto a mancare. E perché no, anche un pizzico di qualità in più. Come quella sulla fascia sinistra che manca, mai rimpiazzata, ormai dal 2017.

E quando senti ragionamenti dal tuo allenatore tipo: “Il professore è difficile toglierlo da lì perché lui non perde una palla” (riferito a Mario Rui, capito?) o “Sono felicissimo della gara disputata contro l’Inter”, o Koulibaly che nello stesso dopo-partita ribadisce l’obiettivo “prime quattro”, comprendi che con questi aziendalisti non vale la pena intossicarsi, ma solo pregare che l’attuale proprietà venda quanto prima a una realtà più ambiziosa e meno opportunista.

Fino ad allora, questo è se Vi pare!

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