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sabato, Maggio 18, 2024

’O tavuto nun tene sacche | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 27 febbraio 2024

Proprio ieri sono venuto a conoscenza che un amico imprenditore, mio coetaneo, uno di quelli estremamente dinamici (per non dire iperattivi) e pronto a buttarsi nel fuoco pur di dedicarsi anima, corpo e cuore alla sua azienda, ha deciso di doversi ritirare dall’attività per dedicarsi alla cura della sua salute, purtroppo divenuta improvvisamente cagionevole e non certo per un semplice raffreddore. Fortunatamente non è in pericolo di vita, ma potrebbe trovarvisi improvvisamente qualora si ostinasse a mantenere inalterati i suoi ritmi spasmodici di lavoro tra Ischia e la terraferma. Da qui, la sua scelta obbligata.

Questa notizia mi è dispiaciuta tantissimo, specialmente in virtù dei tantissimi progetti di successo sviluppati insieme in tanti anni di collaborazione. Ma soprattutto, mi ha reso preda di mille valutazioni su quella che è la fragilità della nostra quotidianità e di come, da un giorno all’altro, la vita di ciascuno di noi possa cambiare radicalmente ed essere condizionata da nuove, imprescindibili regole ben lontane dai nostri progetti.

Uno dei tratti evangelici che mi piace di più è quello di Matteo (Mt 24, 42-51): “Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.” Un messaggio riproposto, sempre da Matteo (Mt 25, 1-13) con la stessa morale, nella parabola delle dieci vergini, con il distinguo tra le stolte, andate incontro al padrone senza olio alle lampade e le sagge che, invece, se n’erano dotate in tempo utile. Lo trovo, infatti, molto ma molto vicino al mio modo di interpretare la vita da adulto, tenendo conto che la mia non ha certo la presunzione di incarnarsi in quella del cristiano-modello, ma che proprio per questo mi spinge, giorno dopo giorno, a ringraziare il Signore per quanto mi consente di fare per me, per i miei cari e per quelli che, in qualche modo, dipendono o sono collegati alle mie scelte e ai miei comportamenti, senza per questo dimenticare di sentirmi pronto, in qualsiasi momento, a fare la Sua volontà.

Proprio per questi motivi, cerco di non dimenticare mai (nei fatti e non solo a parole), che se da una parte la nostra vita va vissuta sempre e comunque con il giusto entusiasmo e la massima intensità possibile, dall’altra mi piacerebbe far capire a tanta gente che “’e tavute cu ‘e ‘ssacche” non li hanno ancora inventati! Vero, Rosario?

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