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domenica, Maggio 12, 2024

Nessun colpevole per la morte di Lina Balestrieri. La prescrizione dei reati

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I pubblici ministeri Caroppoli e Orlando, che avevano indagato il sacerdote scomparso nel 2019 per i lavori di restauro alla Chiesa del Purgatorio eseguiti negli anni ’70, si sono arresi al tempo trascorso. Agli atti del Comune non è stata rinvenuta la concessione edilizia. E nel frattempo sono deceduti tutti i presunti responsabili. Cancellata una macchia sulla memoria di don Vincenzo Avallone. Ma il legale dei familiari della Balestrieri, l’avv. Bruno Molinaro, è intenzionato comunque a ottenere il risarcimento dei danni

Gaetano Di Meglio | Dopo oltre cinque anni dal terremoto del 21 agosto 2017, si chiude con una archiviazione l’indagine aperta dalla procura della Repubblica di Napoli per la morte di Lina Balestrieri. Nessun colpevole, questa la conclusione a cui sono giunti i pubblici ministeri Michele Caroppoli e Maria Teresa Orlando, che all’epoca avevano indagato don Vincenzo Avallone in relazione al periodo in cui aveva gestito la Chiesa del Purgatorio. Chiedendo al gip l’archiviazione poi accolta. Una conclusione che da un lato lascia l’amaro in bocca per il tragico destino toccato a Lina Balestrieri che resta affidato a circostanze fatali, l’essersi trovata proprio in quel momento nel punto del crollo del timpano della chiesa. Ma dall’altro rende giustizia a don Avallone, nel frattempo deceduto, perché cancella quella che era una macchia sulla memoria che tutta la comunità ancora conserva di questo sacerdote.

I pm hanno dovuto prendere atto di due circostanze decisive. In primo luogo, l’indagine ha appurato che non è stato possibile rinvenire la concessione edilizia per i lavori di ristrutturazione della Chiesa, avviati nei primissimi anni ’70 dopo l’incendio che nel 1969 «ne distrusse la copertura e ne danneggiò le strutture portanti verticali». Troppo il tempo trascorso. Oltre alla irreperibilità degli atti, la Procura ha dovuto anche prendere atto che sono deceduti tutti i soggetti ai quali poteva essere imputata una responsabilità: gli amministratori di Casamicciola dell’epoca, ovvero di oltre cinquant’anni fa, il progettista del restauro e anche l’altro sacerdote che con don Avallone reggeva la parrocchia. L’archiviazione a questo punto era una strada obbligata.

SEPOLTA DAI BLOCCHI DI TUFO

La richiesta di archiviazione parte da quella tragica serata di cinque anni fa: «Il procedimento scaturisce dall’evento sismico registratosi nell’isola di Ischia nella giornata del 21.08.2017 ed attiene, segnatamente, al crollo che, nella occasione, ebbe ad interessare la chiesa di S. Maria dei suffragi, detta anche del Purgatorio ad Arco, ubicata nel comune di Casamicciola Terme alla Via D’Aloisio: a seguito del crollo di parti strutturali dell’edificio, nello specifico del cd. frontone, perdeva la vita Balestrieri Carmela, il cui corpo veniva ritrovato sepolto sotto i blocchi di tufo di cui era composto il timpano della chiesa.
Così in estrema sintesi riassunti i fatti per i quali si procede, palese sul piano naturalistico – in considerazione del luogo di ritrovamento del cadavere e degli esiti della espletata consulenza autoptica il nesso di derivazione causale dell’evento morte dal crollo delle parti strutturali dell’edificio, conseguente all’evento tellurico, le indagini sono state indirizzate a verificare eventuali profili di responsabilità in capo a terzi».

Soffermandosi poi sulle misure precauzionali da adottare in zona sismica: «Rappresenta invero un dato ormai acquisito, nella elaborazione giurisprudenziale, che i terremoti, anche di rilevante intensità, sono eventi rientranti tra le normali vicende del suolo e non possono essere considerati come imprevedibili o eccezionali quando si verifichino in zone già interessate da precedenti fatti sismici o comunque formalmente classificate a rischio di tal che di volta in volta dovrà valutarsi se, in relazione all’evento giuridicamente rilevante (nella specie crollo della costruzione e morte della persona offesa), si registrino violazioni di regole cautelari, di carattere generale o specifico, da parte di terzi con la precisazione, scontata ma non banale, che la accertata violazione di regole cautelari esige pur sempre, ai fini della affermazione delle responsabilità soggettive, la positiva verifica di una effettiva efficacia causale, anche solo concorrente, nella produzione dell’evento, di est venendo normalmente in rilievo condotte di tipo omissivo- la verifica della effettiva efficacia impeditiva della condotta alternativa lecita mancata in capo all’agente».

IL RESTAURO DELLA CHIESA

Il nodo dell’indagine erano i lavori di restauro della chiesa fatti eseguire oltre cinquant’anni fa: «Ciò posto, sulla scorta della documentazione reperita nel corso delle indagini – invero incompleta per quanto appresso si dirà – e delle indicazioni tecniche fornite dai cc.tt. può cosi come di seguito ricostruirsi la cronologia degli interventi edilizi operati negli anni sulla Chiesa del Purgatorio: l’edificio fu edificato nel 1693 ed interessato nel 1883 dal terremoto di Casamicciola Terme; nel 1969 l’edificio fu interessato da un incendio, che ne distrusse la copertura e ne danneggiò le strutture portanti verticali, rendendo necessari dei lavori di ricostruzione; nell’ambito dei descritti lavori, in data 28.09. 1970 il Comune di Casamicciola Terme inviò alla sovrintendenza ai Monumenti il progetto di ricostruzione della chiesa, accompagnato da una relazione tecnica e grafici, a firma dell’ing. Franco Tiscione: nella comunicazione si dava atto che la Commissione edilizia comunale nella seduta del 15.09.1970 aveva espresso parere favorevole; in data 21.7.1971 la Soprintendenza esprimeva, per quanto di propria competenza, parere favorevole alla ricostruzione della Chiesa».

E si arriva a quella concessione edilizia che non è stata rinvenuta e di cui dunque nulla si sa: «Vale la pena precisare, sin da ora, che, anche a seguito di mirate verifiche effettuate presso il Comune di Casamicciola, non è stata rinvenuta la concessione edilizia relativa all’attività di ricostruzione della chiesa, poi effettivamente eseguita, senza che sia stato possibile accertare – attesa l’ampiezza del lasso temporale trascorso -, se essa non venne mai rilasciata o, piuttosto, se la relativa documentazione sia andata perduta o smarrita».

LAVORI NON CONFORMI AL PROGETTO

L’indagine ha appurato che la realizzazione del timpano sarebbe avvenuta in maniera non conforme al progetto originario: «La acquisizione delle immagini estrapolate da Google Map consente, inoltre, di affermare che al momento del crollo, in occasione dell’evento sismico del 21.08.2017, il timpano della chiesa presentava una conformazione non del tutto corrispondente a quella risultante dall’elaborato progettuale dell’ing. Tiscione acquisito agli atti (sul punto relazione tecnica citata), di tal che può forse ipotizzarsi che in sede esecutiva furono apportate delle “varianti” al progetto.

Tanto premesso, l’esame dell’elaborato progettuale a firma dell’ing. Tiscione e la visione delle immagini aeree effettuate dai VV.FF subito dopo il sisma del 21/8/2017 evidenziano l’assenza, sia nella fase di progettazione che in quella esecutiva, di qualsivoglia elemento di collegamento strutturale del timpano con la muratura sottostante – di fatto il frontone risultava, in aderenza al progetto, semplicemente appoggiato sul cordolo basale – nonché la assenza di elementi trasversali di ritegno posti alle spalle del frontone: trattasi di specifiche tecniche omesse che, sulla scorta delle indicazioni fornite dai cc.tt., avrebbero costituito e consentito un efficace contrasto al cinematismo di rotazione del paramento in tufo costituente il timpano innescato dalla scossa tellurica, impedendo, con alto grado di credibilità razionale, il crollo della costruzione e, di riflesso, la morte della sventurata Balestrieri, trovatasi a transitare nei pressi dell’edificio di culto proprio nel momento della scossa tellurica.
La valutazione operata dai consulenti consente quindi, almeno in astratto, di individuare concorrenti profili di responsabilità in capo ai soggetti che, in occasione dei lavori di ricostruzione della chiesa eseguiti negli anni ‘70, ebbero un ruolo (propositivo, autorizzativo o di controllo) nella progettazione e nella realizzazione del timpano».

L’ESTINZIONE DEI REATI

Accertate tali circostanze, l’indagine si ferma alla constatazione che tutti i presunti responsabili sono ormai deceduti: «L’impossibilità di accertare, per le ragioni sopra dette, a distanza di circa 50 anni dai fatti, se i predetti lavori furono eseguiti previo rilascio di regolare concessione edilizia – come potrebbe presumersi sulla scorta della corrispondenza intervenuta tra il Comune di Lacco Ameno (un errore dei pm, ndr) e la Soprintendenza – o, piuttosto, in assenza di valido titolo autorizzativo, impone peraltro di escludere possibili profili di responsabilità in capo ai soggetti istituzionalmente preposti al rilascio della concessione o che, nella fase procedimentale, ebbero a rilasciare pareri tecnici: ad ogni modo, come accertato dai CC della Compagnia di Ischia, delegati per lo svolgimento delle indagini, sia l’allora sindaco p.t. del comune di Casamicciola Terme (preposto al rilascio della concessione) sia i componenti della Commissione edilizia che, nella seduta del 15.09.1970, rilasciarono parere favorevole al progetto di ristrutturazione della chiesa risultano nelle more deceduti di tal che ogni approfondimento sul punto appare superfluo.
Astratti profili di responsabilità sembra(va)no, invece, potersi prefigurare in capo al professionista incaricato della progettazione delle opere, ing. Franco Tiscione, nonché nella veste di committente, in capo ai sacerdoti Patalano Francesco ed Avallone Vincenzo: reggenti della parrocchia detta Del Purgatorio nel periodo di esecuzione dei lavori di ristrutturazione: il decesso, in epoca ben antecedente al sisma, del Tiscione e del Patalano ha determinato la iscrizione nel registro degli indagati del solo Avallone Vincenzo, unico tra gli attori della vicenda che ne occupa ancora vivente al momento della insorgenza del procedimento.
Operata tale premessa in ordine alle ragioni della operata iscrizione, deve rilevarsi come anche Avallone sia deceduto nelle more del procedimento, di tal che non può che prendersi atto della intervenuta estinzione di eventuali reati a carico dello stesso ravvisabili».

COMMITTENTI NON RESPONSABILI

Ad onor del vero, i sostituti procuratori della Repubblica riconoscono anche che i due sacerdoti, in qualità di committenti, non avrebbero potuto verificare la qualità dei lavori eseguiti. Sta di fatto che però all’epoca avevano indagato don Vincenzo Avallone. «E’ solo per completezza espositiva – scrivono i pm – che deve, ad ogni modo, evidenziarsi come la giurisprudenza di legittimità – chiamata più volte a definire, in relazione a fattispecie consimili di crolli colposi di costruzione, i possibili ambiti di responsabilità del committente – abbia reiteratamente chiarito che “non è configurabile, sotto il profilo dell’elemento soggettivo del reato, la responsabilità del committente in relazione a scelte che richiedono una specifica competenza tecnica, .demandate a soggetti qualificati e diligentemente selezionati, con la conseguenza che, ai fini della configurazione di una responsabilità colposa, occorre verificare, in relazione alla specificità dei lavori da eseguire ed alle competenze tecniche richieste, la possibilità di agevole ed immediata percepibilità da parte dell’agente di situazioni di pericolo: tanto porta ad affermare, sia pure per mero esercizio, che nella specie l’aver demandato la progettazione ed esecuzione dei lavori di ristrutturazione ad un professionista – il più volte citato ing. Franco Tiscione – e l’avere ottenuto, finanche, un parere favorevole della Commissione edilizia comunale è circostanza che certamente legittimava un giustificato affidamento in ordine alla corretta realizzazione delle opere che non sembrano residuare, ora per allora, possibili spazi per una responsabilità colposa in capo alla committenza».

LA RICHIESTA DEL DANNO

Con il decreto di archiviazione emesso dal gip si chiude dunque l’indagine penale. Una conclusione amara soprattutto per i familiari di Carmela Balestrieri, ai quali spetterebbe almeno il risarcimento dei danni. E su questo versante tutto è ancora aperto. Il legale di fiducia, infatti, l’avv. Bruno Molinaro, ha trasmesso una lettera di diffida e messa in mora al Comune di Casamicciola Terme, alla Soprintendenza e al Ministero dei Beni Culturali. Molinaro in sostanza li chiama in causa quali responsabili civili ponendo in evidenza proprio la difformità dei lavori alla Chiesa del Purgatorio. Abusi edilizi, in sostanza, mai sanzionati dagli Enti responsabili e questa omissione ha condotto alla morte di Lina Balestrieri. Ma a questa tesi portata avanti dall’avv. Molinaro dedicheremo un articolo nell’edizione di domani.

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