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sabato, Maggio 4, 2024

L’emendamentino. L’ultima stortura alla legge sulla Ricostruzione e sull’articolo 25

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Si al contributo per gli aumenti di volume “condonati”. No se demo-ricostruiti

Ida Trofa | Eppur si muove… Arriva in commissione al senato l’attesa modifica al vituperato art 25 delle legge sulla ricostruzione di Ischia. Almeno vi arriva una parte di quanto sin qui richiesto da una comunità che attende ancora come e quale strada percorrere per riapprovassi, almeno, di una apparente normalità. Per ricostruire. Almeno lo chiamano cosi gli esperti.
Un emendamentino alla leggina propinataci grazie all’inettitudine politica di chi ci rappresenta.

Mettiamo le cose in chiaro. Resta pur sempre un emendamento. Approvato in commissione, ma ancora da sottoporre al vaglio del legislatore. Quindi ci andremo cauti.
C’è qualcosa che ci riguarda molto da vicino, un timido accenno di comprendere il dramma economico di una comunità.
Ma come spesso accade non c’è tutto.Quel che colpisce al solito è il tempismo, il modo raffazzonato di concludere le cose e, soprattutto, l’abitudine di concedere ogni diritto come un favore. A tre anni suonati dal sisma siamo ancora alla ricerca di una norma degna, persi tra i cavilli di una leggina da approntare.
Cosi molti tornano a prendere come oro che cola, sia ben chiaro, noi no!, l’ultima novità governativa alla voce “Sisma Ischia“. Esultano i cinque stelle, esultano, rigorosamente in silenzio e scaramantici i sindaci. Almeno quel che ne resta di loro.

Tra il 31 agosto ed il 1 settembre, rigorosamente in piena notte è stato approvato in Commissione intorno alle 2 e mezza della notte, l’ emendamento al “DL Semplificazione” che consente l’accesso ai contributi per i cittadini di Ischia che abbiano avuto la propria casa danneggiata dal terremoto dell’agosto del 2017 anche per gli aumenti di volume condonati.
Il testo proposto dai parlamentari Giannuzzi, Moronese, Santillo, Ricciardi, Coltorti, Puglia, Angrisni, Gaudiano, Péresutto, Vaccaro, Castellone, Trentacoste, Croatti, Vanni, Pacifico, Donno propone di aggiungere il seguente comma: 3bis. Al comma 3 dell’art 25 del decreto-legge 28 settembre 2018,n.109, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2018,n.130. Il secondo periodo è sostituito dal seguente: “successivamente all’accoglienza delle istanze di cui al periodo precedente, nel limite delle risorse stanziate, il contributo spetta anche per le parti relative ad aumenti di volume già condonati, ma è comunque escluso per i casi di demolizione e ricostruzione.“

Ovviamente, atteso che nessuna pratica o quasi di condono è stata di fatto portata a buon esito e approvata, queste attese di contributo saranno rimandate, i contributi per i danni da terremoto verranno erogati una volta terminata la procedura di condono.
Il governo fa una apertura verso il caso Ischia, consapevoli che servirebbe molto di più dopo le gravi sperequazioni ed il dano arrecatoci. Prima non era previsto niente condonato, sanato o legittimato che fosse. Ora tutto quel che riesci a ripristinare che già c’è ed è condonato, può essere oggetto di contributo. Una sorta di tutela “passiva del territorio“ per aggirare l’ostacolo dei vincoli urbanistici che legano l’isola.
Per nascondere il grosso guaio di norme inefficaci e contraddittorie.
Si può avere il contributo, non già, si badi bene, lo sottolineano a Montecitorio, se abbatti e ricostruisci, ma solo se ripristini. Un emendamento approvato che, nel bilancio complessivo del sisma di Ischia, non significa nulla o quasi e forse è proprio per questo che lo hanno approvato! Tanto rumore per nulla!

In realtà, se davvero si voleva eliminare il discrimine tra i terremoti d’Italia e quello di Ischia, sarebbe bastato togliere dalla vecchia inutile norma queste parole: “Il contributo comunque non spetta per la parte relativa ad eventuali aumenti di volume oggetto del condono”. Sarebbe stato più semplice ma forse non avrebbe avuto lo stesso appeal per la solita inutile chiazzata mediatica. Della serie prima lo approvano e poi lo complicano. Metodo cinque stelle….
Una cosa però i redattori del testo la dicono. Ovvero la ricostruzione è bloccata e la colpa è solo di chi ci governa e lo fa a pene di segugio. Al momento, è solo fumo negli occhi per la campagna elettorale, il riconoscimento dei soprusi perpetrati a danno dei terremotati di Ischia. Un atto dovuto concesso come un favore, l’ultimo di una lunga serie di errori gravi scritti sulla pelle della povera gente.

1 COMMENT

  1. Quest articolo tenetelo ben presente quando si andrà in cabina elettorale. Da punire politicamente chi poteva ma nulla ha fatto. Ovviamente il mio parere è diverso il contributo spetterebbe anche ai fabbricati oggetto di condono in quanto i cittadini non possono pagare a loro spese per l inefficienza di uno stato che per istruire una pratica di sanatoria impiega 35 anni.
    Se fosse uno stato efficiente quei fabbricati ad oggi o oggetto di condono, sarebbero già stati sanato nel giro di qualche anno, di conseguenza al 2017 epoca del sisma sarebbero risultati già legittimi e quindi suscettibili di contributo nonché di demolizione e ricostruzione. Quando un presupposto è sbagliato puoi fare tutte le leggine che vuoi, non serve ad un emerito caz…!!! Bisogna dichiarare su queste pratiche la sconfitta dello stato che non funziona, è pachidermico, si farebbe tutto più semplice. Mi domando perché io che nell 85 ad ISCHIA ho presentato domanda di sanatoria e nel 2017 ancora non mi era stata rilasciata devo essere trattato diversamente da chi in Emilia Romagna ha fatto la stessa domanda è nel 1986 gli è stata sanata l abitazione oggi può accedere al contributo??? Sarebbe da investire anche il ministero delle pari opportunità in questa casistica. Ma ad ISCHIA abbiamo gli onorevoli che pensano a fare le pippe sia a Roma che a Bruxelles.

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