Uno dei protagonisti della giornata della legalità ad Ischia, con il Prefetto di Napoli, Michele Di Bari, è stato il prefetto Giovanni Canaparo che siete a capo della Struttura SISMA della Direzione Investigativa Antimafia e coordina i controlli rispetto alle infiltrazioni della criminalità organizzata e le diverse ricostruzioni in atto nel nostro paese.
Il prefetto Canaparo, a capo della struttura SISMA della Direzione investigativa Antimafia, ha parlato della ricostruzione privata di Ischia. Nei mesi scorsi sono state effettuate diverse verifiche su quella pubblica. C’è molta attenzione perché sembra che le nuove forme di criminalità abbiano individuato il settore della ricostruzione privata quasi a voler lucrare sulle tragedie.
“Allora guardi, io eviterei qualsiasi tipo di allarmismo. È alta l’attenzione e stiamo cercando in tutti i modi di mettere in campo tutti gli strumenti che sono previsti dal protocollo d’intesa sottoscritto tre mesi fa. L’obiettivo è quello di prevenire qualsiasi tipo di infiltrazione. Come lo si fa? Innanzitutto intensificando i controlli sulle imprese che chiedono di partecipare, ma anche effettuando i controlli nei cantieri. È quello che vogliamo fare, è quello che stiamo facendo. Ovviamente da questi controlli potranno emergere sia situazioni di regolarità che di irregolarità. Dobbiamo comunque impegnarci per intensificare questi controlli, che in qualche modo garantiscono la ricostruzione e soprattutto la legalità”.
La struttura sisma, ovviamente specializzata in questo settore, si occupa di due grandi filoni: la ricostruzione pubblica, che ha una serie di controlli più facilitati, e quella privata, dove la trattativa e le regole di ingaggio del privato sono diverse. Bisogna equiparare le due ricostruzioni.
“La legge stabilisce che il privato che riceve un contributo pubblico per la ricostruzione deve rispettare alcune garanzie: la scelta dell’impresa a cui affidare i lavori deve essere libera, ma l’impresa deve essere iscritta nell’anagrafe gestita dalla struttura e sottoposta ai controlli previsti per i cantieri pubblici. Questo perché, maneggiando denaro pubblico, il privato assume le stesse responsabilità delle stazioni appaltanti pubbliche”.
