Siamo a poco più di un mese da Pasqua e ancora non sappiamo in che termini i due Comuni al voto qui sull’Isola (Ischia e Barano) in quel periodo si troveranno in piena campagna elettorale o, quanto meno, nella bagarre della preparazione delle liste da presentare di lì a poco.

Un dato è certo: l’indifferenza regna sovrana sia verso la politica locale sia nei confronti di quel governo centrale che ancora non ha prodotto nulla di concreto per aiutare le nostre famiglie ed imprese ad affrontare gli aumenti vertiginosi di energia e trasporti e, di conseguenza, di tante forniture di prima necessità per la casa o l’azienda.

Il Covid sembra ormai aver ceduto la piazza d’onore dell’informazione mainstream alla guerra in Ucraina e gli haters precedentemente concentrati sui no vax adesso non fanno altro che sparare a zero contro Putin in stile “piove, governo ladro”, addebitandogli tanto le colpe degli attacchi militari quanto quelle della connessione internet che non funziona come dovrebbe.

L’altro ieri sera e ieri pomeriggio anche tanti ischitani sono scesi in piazza per sfilare in segno di solidarietà col popolo gialloblu, peraltro molto presente anche nel nostro tessuto sociale. Nessuno, ma dico nessuno ha invece pensato, nei giorni scorsi come sempre, di manifestare contro il caro bollette, o per dissentire da un paese abbandonato a sé stesso da ogni livello istituzionale, o per contestare una condizione di inferiorità che gli enti sovracomunali, regione in primis, continuano ad attribuire alle isole come la nostra in materia di sanità, trasporti, giustizia, ambiente e sviluppo. E sono ancora meno quelli che si preoccupano delle decine e decine di immobili (sia abitazioni private sia intere aziende) che in primavera saranno battuti in diverse aste giudiziarie, col conseguente rischio per tanti nostri concittadini di restare senza casa e/o senza lavoro.

Amici, ma realmente non riusciamo a usare il cervello e allontanarci dal gregge? Stiamo ancora così bene?