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lunedì, Maggio 6, 2024

Il dolore di Bucha. di Sandra Malatesta

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Ho visto una donna a terra con le mani legate dietro la schiena e il viso deturpato dalle torture, avere un poco più in là allo stesso modo suo marito e suo figlio. Ho visto un uomo, o meglio quello che restava di un uomo, ritrovato dopo cinque giorni dalla moglie, in un pozzo pieno d’acqua. Non si riconosceva se non dalle scarpe. Uomini che uccidono, uomini con una furia, una violenza, ma soprattutto senza pietà, e mi chiedo come si arriva a questo.

Mi chiedo se ci si allena all’odio, se questi uomini vengono portati ad arrivare fuori dalla loro anima dai loro sentimenti in nome di che, di una vittoria di che? Studiando l’istinto e l’aggressività ho imparato che di solito la rabbia e la violenza si scatenano di più nell’ambito della stessa specie ed è non giustificabile, mentre ad esempio un leone affamato che insegue una piccola cerbiatta e la mangia, non viene considerata aggressività, ma istinto alla vita. Due uomini che lottano per essere uno più potente dell’altro, stanno mostrando un’ aggressività intraspecifica non giustificabile.

Io non avrei mai pensato che nel 2022 quando si dice che la civiltà è andata avanti, che stiamo sconfiggendo malattie, preconcetti, che lavoriamo per l’ascolto e l’inclusione, di vedere quei corpi devastati in quel modo. Ho saputo che hanno individuato chi ha ordinato tutto questo e hanno messo online nome, cognome, indirizzo e mail, e anche quelli di tanti degli uomini da lui comandati. Odio che si sviluppa e che mi fa dire tra me e me: “Vorrei acchiapparlo io per dargli tanti morsi mentre è legato” e, subito dopo mi pento perché così divento peggiore e faccio quello che ha fatto lui. Se io non amo la violenza è perché ho imparato vivendo, che discutere, guardarsi negli occhi, dire le proprie idee, chiarirsi, mi ha sempre poi portata ad accettare anche chi non la pensa come me. Possiamo finalmente tutti essere feriti e dire no e gridare e fare qualcosa?

Io che sono freddolosa, sono pronta a non avere gas per riscaldarmi per cucinare. Voglio condividere il dolore di quella gente. Posso mangiare panini, frutta, cioccolata per giorni e giorni. Vado in cantina a trovare il braciere, salgo nell’orto e prendo penicilli secchi e legna e accendo e lo porto in casa. Sto dicendo cose che non servono? Non ho pensato che gas e petrolio non servono solo a questo? Ma almeno vogliamo tutti dire no non vogliamo comprare niente da te. Dirlo con decisione? Anche solo dirlo? Che fa quel pazzo, butta una bomba? Ma davvero credete che i potenti possano pensare di fare una guerra nucleare? Le radiazioni camminano silenziose. Entrano e non si fanno sentire.

Nel 1945 è stato fatto e le conseguenze si pagano ancora, ma nel 1945 i potenti non avevano scoperto la bella vita che fanno quelli di oggi e, alla bella vita ci si abitua. Quella strada libera da tutto e piena di corpi morti mi è sembrata una strada da seguire fermandomi a guardare a pensare, una strada che dice di orrori e che invece fino a più di un mese fa c’era tanto, c’era la vita, c’erano i sogni, le famiglie, i bambini, e nessuno mai avrebbe pensato che un uomo dopo pochi giorni li avrebbe fatti trattare con una ferocia che forse ha fatto loro pensare alla morte come a una liberazione.

Io avrò negli occhi quelle scene e continuerò a pregare affinché i capi di tutte le Nazioni dicano no a queste atrocità, ma mentre penso ho appena sentito che l’Europa non è unita che Austria e Germania non possono dire no al gas in questo momento e, contemporaneamente ho visto i giocatori di Juve e Inter abbracciati a semicerchio sentir cantare da Gaia e da Kateryna Pavlenko la canzone “Imagine” tenendosi per mano e guardandosi negli occhi, mentre quelli del portiere della Juve erano pieni di lacrime essendo sua moglie ucraina. Cosi ho capito che forse ne vedremo ancora di atrocità e ho ripensato ai campi di sterminio e alle parole di Primo Levi ” Se questo è un uomo” e mi sono detta ” No questo non è un uomo ridotto a essere ucciso senza pietà e con le mani legate dietro e con il viso e il corpo torturati.

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