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venerdì, Maggio 10, 2024

I misfatti della Torre Saracena

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I misfatti della Torre Saracena messi a nudo dall’azione di responsabilità di Del Deo contro Francesco Regine, Fiorillo e gli altri amministratori della ex partecipata.
LE ACCUSE
La storia della Torre Saracena è un po’ nota a tutti. Tre anni di debiti. Nata il 7 settembre 2007, il 24 aprile 2010 data della sua messa in liquidazione, la partecipata “figlia” della Pegaso nasce col piede sbagliato e con un carico di debiti pauroso.
Tre anni in cui non ha mai concluso un bilancio in attivo. Il bilancio per i mesi di novembre e dicembre del 2007 chiuse con una perdita di 27.064 euro. Quello 2008 con perdite pari ad euro 360.715,00. Il bilancio del 2009, predisposto dal C.d.A. presieduto dall’avv. Fiorillo ha generato delle perdite pari ad euro 237.837 e, nonostante tutto, dalla relazione del C.d.A. presieduto da Fiorillo si complimentava della riduzione delle perdite di 122.837,00 rispetto all’anno precedente, nonostante il costo per il personale era passato da 2.503.073 a 2.777.882 pari ad un incremento di oltre 11% dovuti ad una serie di aumenti contrattuali dei lavoratori. Qualcuno ricorderà gli aumenti di livello pre elettorali. Il bilancio chiusosi al 31.12.2010, veniva approvato soltanto in data 15.9.2011, e registrava una maxi perdita pari ad 1.150.867,00 euro. Il bilancio per l’esercizio del 2011, approvato in data 1.12.2012 si è concluso con una perdita di euro 183.367,00. L’ultimo bilancio approvato, è quello relativo all’esercizio chiuso al 31.12.2012 approvato soltanto in data 12.2.2014 e con una perdita di esercizio pari ad euro 366.481,00 esso è meramente ricognitivo dello stato delle finanze della Società che però aveva cessato l’attività, inoltre all’Assemblea interveniva e approvava il bilancio il dott. Vincenzo Rando ragioniere del Comune di Forio.
E’ questa la fotografia della Torre Saracena. Un bagno di sangue per i foriani che, Del Deo e Di Meglio commentano così: «Dobbiamo rilevare che la società che aveva un capitale iniziale di euro 200.000,00 in meno di 3 anni ha accumulato perdite per euro 625.616,00, questo a causa di una scellerata amministrazione presieduta dal Fiorillo, e un controllo del tutto inesistente da parte del Collegio Sindacale (Miragliuolo, Migliaccio, D’Ambra, Tonon, e Raia). Dal 24.4.2010, ovvero dalla messa in liquidazione della società, sotto la gestione del Liquidatore dott. Pilato, essa ha bruciato risorse per euro 1.700.715, più ulteriori perdite per euro 673.338,00 relativo all’esercizio 2013, e ulteriori perdite 279.761,00 relative all’esercizio 2014 per complessive perdite di euro 2.653.814,00 (gestione del Liquidatore dott. Francesco Pilato), mentre non si è in possesso di alcun dato relativo al bilancio del 2015».
Una società che brucia 2.653.814,00 durante la gestione del Liquidatore è davvero troppo.

HA FATTO PIÙ DEBITI LA LIQUIDAZIONE CHE NON L’ATTIVITÀ
Il nuovo Collegio Sindacale composto dal dott. Renato Penza, Giovanni Calise e Antonio Attilio Pagano, nominato in data 23.10.2014 è durissimo; “il Collegio, considerando la rilevanza dei fatti che hanno determinato le limitazioni alla verifiche, nonché tutte le incertezze e criticità descritte in precedenza, ritiene di non essere in grado di esprimere un giudizio sui sopra menzionati progetti di bilancio relativi agli anni 2013 e 2014”.
Ma è con il parere n. prot. 102/2015 che viene fuori il marcio.
“Il Collegio deve riscontrare l’inadeguatezza del sistema amministrativo contabile, nonché l’inaffidabilità di quest’ultimo a rappresentare correttamente i fatti di gestione, essendo stata macchinosa se non impossibile l’acquisizione di informazioni tant’è che non è stato possibile procedere alle verifiche nel corso dell’incarico sindacale ”,
inoltre il Collegio rileva, “che non risultano atti e/o documenti amministrativi che, in maniera significativa dimostrino l’evidenza della esatta esecuzione di quanto disposto dal Consiglio Comunale nelle diverse deliberazioni”,
ancora “non risulta agli atti della società dell’avvenuto esercizio delle funzioni di controllo analogo, così come previsto dallo Statuto ma anzi dai comportamenti trasfusi in azioni giudiziarie da parte della Società nei confronti del Comune di Forio, socio unico”, inoltre “la gestione del conferimento di incarichi di collaborazione professionale appare non conforme alla normativa vigente in ambito pubblico essendo questa applicabile alle società partecipate e quindi ancora più in caso di società in house. In particolare l’indeterminatezza del compenso, la mancata formalizzazione dell’incarico attraverso apposita convenzione disciplinante ambiti di applicazione ha contribuito ad alimentare la massa debitoria della società senza portare al contempo concreti benefici alla gestione.” Dalla documentazione in visione al Collegio, si evidenzia l’inerzia del Liquidatore e degli organi deputati al controllo nel compulsare il Socio unico ad avviare le opportune verifiche circa l’attivazione di idonee azioni di responsabilità ex art 2392 c.c. nei confronti degli ex amministratori e di chiunque abbia arrecato danno e pregiudizio all’attività aziendale.
Sempre dalla relazione del nuovo Collegio Sindacale si nota “l’aggravio della posizione debitoria sembra essere riconducibile alla lentezza con la quale è stata condotta la procedura liquidatoria dal dott. Pilato, a cui il Consiglio Comunale ha dato mandato di adottare tutti gli atti consequenziali tra cui la liquidazione della massa debitoria giungendo allo scioglimento della stessa entro e non oltre dodici mesi dal 5.7.2014, termine già decorso alla data attuale; non risultano nella documentazione esaminata, resa nella disponibilità del Collegio, atti e documenti amministrativi che, in maniera significativa dimostrino l’evidenza della esatte esecuzione di quanto disposto dal consiglio comunale nelle diverse deliberazioni; dalla documentazione in visione al collegio, si evidenzia l’inerzia del liquidatore e degli organi deputati al controllo nel compulsare il socio unico ad avviare opportune verifiche cerca l’attivazione di doni azione di responsabilità ex art. 2932 c.c. nei confronti degli ex amministratori chiunque abbia arrecato danno il pregiudizio attività aziendale; questo collegio sindacale invita il socio unico ad un’approfondita riflessione sull’urgente attivazione di idonee procedure concorsuali a salvaguardia dei creditori e degli equilibri economico finanziari dell’ente partecipante.”
Il nuovo Collegio Sindacale, fa rilevare subito l’inerzia del Liquidatore dott. Pilato, nel dare esecuzione alle delibere del consiglio comunale, quindi nel ripianare la posizione debitoria della società liquidando i beni in maniera idonea, e salvaguardare gli interessi dei creditori, soprattutto dipendenti, enti previdenziali e i fornitori. Il calendario, però, segna la data del 2015 quando il comune di Forio è diretto e gestito da Francesco Del Deo e non più da Franco Regine.
LE ASSURDITA’ DELLA TORRE SARACENA
Le accuse che Giuseppe Di Meglio mette nero su bianco sono un vero e proprio pugno sul volto di chi ha gestito l’azienda e, quelle che abbiamo selezionato tra le richieste che il sindaco di Forio espone al Tribunale e che, sono la fotografia di come veniva gestita la Torre Saracena.

DEBITI NON PAGATI
Dobbiamo ricordare che gli amministratori hanno omesso di pagare i debiti nei confronti degli enti previdenziali (INPS) e debiti erariali, e questo ha comportato, una molteplicità di sanzioni ed interessi, che hanno portato al pignoramento dei conti correnti e della liquidità finanziari da parte degli agenti della riscossione (Equitalia). Inoltre la società non adempiendo le proprie obbligazioni nei confronti dei creditori/fornitori, i vari creditori si sono rivolti alla magistratura azionando provvedimenti di ingiunzione, e quindi arrecando ulteriore danno alla società, in quanto la stessa si trovava a pagare oltre le spese di fornitura, anche le spese legali, che potevano essere assolutamente evitate.

PREZZI PIU’ ALTI SENZA BANDI
Inoltre, vedendo che i contratti di fornitura venivano conclusi mediante trattativa privata, senza effettuare bandi pubblici, i prezzi erano di molto superiori alla media rispetto a quelli pagati dalle altre società di raccolta dei rifiuti presenti sull’isola.

SEDI A SCOPO CLIENTELISTICO
Inoltre, in meno di tre anni di vita la società ha cambiato tre volte la sede sociale, e si è trovata a pagare canoni di locazione per il fitto di due sedi contemporaneamente, tutto questo per un unico scopo clientelistico.
consulenze ad amici e parenti
Quindi la Torre Saracena essendo, una società in house quindi una longa manus del Comune di Forio, doveva rispettare, tali normativa e procedere agli affidamenti degli incarichi secondo le norme pubblicistiche, invece sotto la gestione prima del dott. Fiorillo e dopo del Pilato, gli incarichi di consulenza soprattutto legale e fiscale, venivano concesse ad amici e parenti, senza una procedura pubblica

UN CONSULENTE IN PIU’ A 10.000 EURO
Vediamo come già analizzato sopra e denunciato dal nuovo Collegio Sindacale, nonostante la società aveva già un consulente finanziario ne assumeva un altro, per una somma di 10.000,00 euro.

IL COSTO DEI DIPENDENTI E IL SOVRANNUMERO
Inoltre, la società ad un certo punto si è trovata ad avere circa 70 dipendenti per una popolazione complessiva di circa 17.000 abitanti, un numero spropositato rispetto al lavoro da svolgere, di cui oltre 50 dipendenti con contratto a tempo indeterminato ed i restanti a tempo determinato, soltanto nell’anno 2009 a causa degli aumenti contrattuali, oltre i livelli stabiliti dai contratti collettivi, hanno comportato maggiori costi per euro 274.709,00 portando il costo del lavoro da 2.503.073,00 del 2008 a 2.777.882,00 del 2009.

CONSULENZA FUTILI
Inoltre, la società si avvaleva di innumerevoli professionisti, commercialisti e avvocati, per consulenze futili ed ultronee, addirittura con convenzione del 1.1.2015 veniva assunto come consulente finanziario della stessa società il dott. Domenico Miragliuolo dopo che era stato sindaco della stessa per oltre sette anni, nonostante la società aveva già due consulenti fiscali.

FORNITURE GONFIATE
Inoltre anche i fornitori venivano scelti per chiamata diretta senza l’adozione di bandi pubblici e i prezzi dei relativi contratti di fornitura risultano gonfiati e maggiormente onerosi rispetto ai prezzi medi pagati dalle altre società di raccolta dei rifiuti sull’Isola d’Ischia.

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