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domenica, Aprile 28, 2024

Genio all’ischitana (e non è un pesce d’aprile) | #4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 1 aprile 2023

“Martedì 28 marzo il Consiglio europeo ha riunito i ministri dell’Energia degli stati membri e ha approvato il regolamento che dal 2035 vieta l’immatricolazione nei paesi dell’Unione di veicoli alimentati a benzina o diesel. Tuttavia, i veicoli con motori endotermici potranno essere immatricolati anche dopo il 2035 ma solo se alimentati dai carburanti sintetici, i cosiddetti eFuel, la cui produzione avviene mediante la scissione dell’acqua in idrogeno e ossigeno e la successiva combinazione dell’idrogeno con l’anidride carbonica catturata dall’atmosfera.” (da RaiNews).
Ecco, pertanto, che nel giro otto/dieci anni i motori di auto come la maggior parte di quelle attualmente in circolazione non solo potranno restare in vita, ma alimentarsi ad electrofuel, cioè con carburanti che fanno dell’acqua il loro elemento principale e che, attraverso l’elettrolisi, ne utilizzeranno il solo idrogeno privando, per così dire, l’aria che respiriamo della CO2 in essa contenuta e unendola, appunto, all’idrogeno.

Questa notizia mi fa venire in mente una storia vera e, soprattutto, ischitana al cento per cento.

Verso la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta, a Livorno, gli arruolati motoristi della Marina Militare dovevano, al termine del loro corso, presentare una sorta di tesina a dimostrazione di quanto avessero imparato. Ci fu un ischitano che conosco bene, perché ho avuto l’onore di averlo come sottufficiale anziano e comandante di motovedetta nel mio servizio militare a Circomare Ischia, che fu a suo modo antesignano del progetto electrofuel. Si chiamava Antonio Manzi, ancora oggi vivo e vegeto, e presentò agli istruttori il progetto di un motore alimentato ad acqua. E se all’epoca quell’idea poteva far sorridere o addirittura diventare oggetto di presa in giro, anche perché forse non supportata da una sufficiente logica scientifico-empirica, oggi invece rende Capo Manzi una sorta di genio incompreso, l’ennesimo talento di una realtà contemporanea che fin troppo spesso tende a trascurare per partito preso le buone idee, salvo pentirsene nel corso del tempo.

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