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Daily 4ward di Davide Conte del 24 febbraio 2024

Riparleremo presto, ma non oggi, dei dati 2023 del turismo d’Ischia di cui ho scritto nell’edizione di ieri. Ma mentre rido ancora a crepapelle per il riconoscimento di “uomo illuminato” conferito al sindaco d’Ischia Enzo Ferrandino dalle attivissime signore ischitane della “Città delle Donne”, eccoci all’ennesimo paradosso sociale.

La società ArTrade aveva installato, il 16 febbraio scorso, un maxitelo pubblicitario in Piazza Plebiscito a Napoli, recante il messaggio -peraltro anche graficamente e creativamente gradevole- di un noto brand di profilattici. Un’installazione, quella della società di outdoor, fatta con tutte le autorizzazioni previste e, di conseguenza, scaturente le legittime aspirazioni al profitto di un’impresa che avrà investito non poco in tale progetto.
Peccato che il populismo e il bigottismo, valori retrogradi che ancora fanno particolarmente presa su una classe politica mediocre e fin troppo legata al più becero clientelismo elettorale, per ora sembrano aver avuto la meglio: ad installazione avvenuta, pervenute le rimostranze al giusto interlocutore, la Soprintendenza competente per la zona deve aver espresso un parere negativo in autotutela, mettendo il Comune di Napoli nelle condizioni di revocare ogni autorizzazione precedentemente rilasciata.
Ma quel che è più triste è la dichiarazione della funzionaria della Soprintendenza, sollecitata a tal proposito dal redattore Ansa: “Quella pubblicità non è compatibile con il contesto e contrasta con l’uso culturale cui è destinata l’area di piazza Plebiscito”. Pensate: quella piazza, negli ultimi vent’anni, ha ospitato di tutto e di più: improbabili opere d’arte, concerti di ben dubbio gusto e spesso partecipati da un pienone festante che cantava a squarciagola testi ricolmi di parolacce, istigazioni alla violenza e all’uso di droghe ed espressioni turbative della sfera sessuale. E oggi, dopo averlo autorizzato, un impianto pubblicitario diventa improvvisamente la pietra dello scandalo di un utilizzo incompatibile socialmente e culturalmente, al punto da ordinarne la rimozione.

E considerato, così come confermatomi dall’autorevole “prof” e amico, avv. Bruno Molinaro, “se la P.A. rilascia un’autorizzazione di qualsiasi natura, non può poi sospenderne gli effetti anche se a sollecitare la misura sia l’esposto di un terzo o un “sollevamento popolare”, senza bilanciare equamente le contrapposte posizioni”, spero vivamente che l’avvocato di ArTrade riesca a far passare un brutto quarto d’ora a questi ennesimi burocrati della domenica.

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