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domenica, Aprile 28, 2024

Franco Iacono e quel rigore contestato

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Molti ricordi dei derby tra Ischia e Forio (solo sette i precedenti, con 6 vittorie gialloblù e 1 pareggio) sono legati all’ultimo confronto disputatosi al “Rispoli” il 24 aprile 1981, quando le due isolane si divisero la posta (1-1) al termine di un incontro che definire intenso e vibrante è poco.

In occasione della partita d’andata disputatasi il mese scorso al “Mazzella”, rispolverammo i servizi dello “Sport Isolano” su quella epica sfida, soffermandoci sull’episodio del calcio di rigore che fu segnato da Cannavacciuolo ma fatto ripetere dall’arbitro, con la conseguente parata di Pasquale Iacono.

Forio poi in vantaggio con Armidoro e pareggio dell’Ischia nella ripresa, su rigore, di Riccio. Ma in quella giornata di aprile dell’81 il protagonista, seppur involontario, del derby fu un altro Iacono: il dirigente Franco, astro nascente del Partito Socialista Italiano, poi europarlamentare e sindaco di Forio. «Ricordo perfettamente quella domenica, una di quelle giornate in cui va tutto per il verso giusto – attacca Franco Iacono –. In mattinata rilasciai un’intervista a Rai2 in preparazione del congresso nazionale del Partito Socialista a Palermo, ed ero reduce dal congresso regionale del PSI a Castellammare. Mi imbarcai su una delle navi di Lauro e corsi al “Rispoli”. Il nostro dirigente “Tarallo” Russo compilò la distinta di gioco in cui ricoprivo l’incarico di dirigente responsabile. Ricordo che il nostro allenatore era squalificato. Con me in panchina c’era Raffaele Ruggiero, collaboratore della società. Dopo un quarto d’ora di gioco, l’arbitro assegnò un rigore all’Ischia che, secondo i nostri energici e combattivi sostenitori assiepati alle spalle della porta, non c’era. Per il disappunto e la rabbia, i tifosi del Forio sradicarono letteralmente la rete di recinzione, pronti ad invadere il campo. I carabinieri intervennero con forza, utilizzando anche le fibbie delle cinte d’ordinanza. Per fortuna ritornò la calma. Il direttore di gara indicò il dischetto e Cannavacciuolo trasformò la massima punizione». A questo punto succede l’imponderabile… «Mentre stavo ritornando verso la panchina – ricorda Franco Iacono – l’arbitro volse istintivamente lo sguardo nella mia direzione. Stava per indicare il centrocampo per la ripresa ma, vedendomi ancora sul terreno di gioco, annullò la segnatura. Probabilmente si passò la mano sulla coscienza visto che il rigore era alquanto generoso e lo annullò, ma sottolineo che la mia presenza in campo era del tutto ininfluente. A distanza di 40 anni posso affermare che la mia presenza in campo in quel momento era tutt’altro che voluta e mai finalizzata a far annullare un calcio di rigore». Un aneddoto, una testimonianza che Franco Iacono ci ha tenuto a sottolineare dopo che da queste colonne furono rispolverati i fatti di quella indimenticabile partita. «Una volta passati in vantaggio grazie ad Armidoro (che poi colpì anche un palo), capii che sarebbe stata una grande giornata. Non vi dico gli insulti subiti… Sull’1-0 fui allontanato dalla panchina. Poi arrivò il pareggio di Riccio su rigore del definitivo 1-1. Per fortuna, perché Salvatore Di Meglio (che aveva chiuso la carriera a Forio ed era stato nostro allenatore), mi assicurò che altrimenti dal campo difficilmente sarei uscito tutto intero. Fatto sta che l’Ischia dopo quella gara non vinse più e che per ritornare in D ebbe bisogno del ripescaggio».

I derby dell’epoca avevano un sapore tutto particolare. Il calcio era uno sport popolare, caratterizzava la vita sociale. «I derby erano il sale dello sport, quelli con l’Ischia, idem le partite con il Lacco Ameno. Con tutti c’è sempre stato un rapporto positivo – ricorda Iacono –. Con Enrico Scotti ci sono state varie dispute ma alla fine mi ha dato l’onore di venire all’escursione che organizzo il giorno di Ferragosto. Era un calcio d’altri tempi. Se avessi dedicato più tempo allo sport, oltre a organizzare tornei estivi alla presenza di giocatori di serie A e non, forse avremmo potuto fare di più. Al campo di Forio siamo stati onorati della presenza di Altafini, Vastola, Barison, Cordova e Martiradonna, nel tempo Janich è stato il mio “complice” nell’organizzare queste partite. Chi adesso tra i migliori calciatori della Serie A accetterebbe di giocare su un campo di terra battuta per divertimento? All’epoca rischiai anche la denuncia perché al campo c’erano tantissimi spettatori e le forze dell’ordine non sapevano nulla…».

Franco Iacono racconta anche un episodio relativo a un derby Juniores che è passato alla storia. «La rivalità era accesa, si avvertiva e si aggravò a causa di un fatto accaduto in una partita giovanile tra Forio e Ischia, giocatasi sempre al “Rispoli”. Il Forio perse sul campo e io feci reclamo perché notai un errore formale nella compilazione della distinta di gara. Il regolamento prevedeva che quando il giocatore non aveva il documento di identità, poteva giocare anche con una tessera qualsiasi, ma bisognava apporre le firme del capitano della squadra e del giocatore in questione. Mi “attaccai” a questo episodio e inoltrai reclamo, senza mandare la raccomandata alla società avversaria per le controdeduzioni. L’Ischia si oppose ma la gara si rigiocò e terminò in parità. Il Forio doveva effettuare uno spareggio fuori casa e lo vincemmo per 5-0. Alla fine quel campionato Under 18 fu vinto dal Forio. La questione si era acuita… All’epoca lavoravo in banca che era sede di dibattito. All’uscita, passavo per le Mattonelle Rosse e le polemiche con Nino D’Amico e Filippo Ferrandino erano eterne». All’epoca i passaggi dall’Ischia al Forio e viceversa venivano vissuti diversamente, quasi come dei tradimenti. «Posso dire che quando nel ’71 vincemmo il campionato, c’erano Commitante, De Angelis e tanti calciatori che provenivano dall’Isolaverde e che non avevano ancora metabolizzato la fusione con l’Ischia».

G.S.

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