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venerdì, Maggio 17, 2024

Capitano Laganà: “Truffe agli anziani? E’ allerta costante, ma attenzione a quelle on-line!”

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Con l’inizio dell’estate purtroppo è tornata d’attualità sulla nostra isola la piaga delle truffe ai danni degli anziani. Un fenomeno odioso e che inizia a preoccupare. Per comprenderne meglio tutti gli aspetti, ne abbiano parlato con il comandante della Compagnia Carabinieri di Ischia, capitano Tiziano Laganà. Che oltre al consiglio di non fidarsi e alla necessità della prevenzione, ci ha illustrato anche altre forme di raggiri a cui tutti possiamo essere esposti. Senza tralasciare l’imprescindibile controllo del territorio.

L’Arma, in questi giorni, ha denunciate alcuni episodi di truffe ad anziani. La Polizia di Stato sta continuando ad operare. Mi sembra che ci sia un pressing costante su un fenomeno che non si riesce a debellare.
«Si, esatto. Questo è un fenomeno prettamente estivo, che si viene a sviluppare nei mesi di giugno, luglio, agosto, nella confusione, nel caos di questo periodo e che, quindi, si differenzia da altre dinamiche che viviamo sull’isola d’Ischia durante tutto l’anno. Abbiamo iniziato a ricevere tante telefonate, non soltanto nel fine settimana. C’è una sensibilità maggiore da parte dei cittadini, perché molto spesso sono dei meri tentativi in quanto le persone si rendono conto di avere a che fare con un truffatore, riagganciano e chiamano il 112. Questa è la modalità corretta ed è utile poter parlare di questi temi. È vero che il nostro compito è quello d’intervenire e fare attività di indagine, altri reparti anche in maniera ben più strutturata, ma la vera attività di prevenzione è questa, cioè parlarne: parlarne con gli organi d’informazione e ciascuno di noi con i nostri nonni, i nostri genitori, con i nostri familiari. Ognuno di noi può fare la propria parte. Il modus operandi è pressoché lo stesso, con qualche variante in corso d’opera. Lo schema è classico.

I nostri numeri fissi sono online sul sito delle Pagine Bianche ed è possibile recuperarli. Il truffatore, da qualsiasi parte del mondo, lo compone e nel momento in cui si rende conto che l’interlocutore può essere una persona anziana o fragile, avvia lo schema tipico della truffa, simulando, ad esempio, un finto sinistro stradale a danno di un familiare, andando a toccare la sensibilità della persona che, giustamente, si preoccupa immaginando un congiunto in difficoltà. Uno schema può essere anche quello del finto avvocato o del finto appartenente alle forze dell’ordine che chiama dicendo che il parente ha avuto un problema e, pertanto, servono somme di denaro contante o eventualmente gioielli o altro che verranno ritirate dall’avvocato o dal carabiniere che si recherà presso l’abitazione. In quel caso entra in gioco l’operativo, cioè colui che si presenta presso l’abitazione, dichiarando di dover riscuotere la somma. Nell’ultimo periodo, ha preso piede anche la figura del finto corriere: tutti ordiniamo online e la chiamata, in questo caso, simula un finto operatore di Poste Italiane, piuttosto che un parente che dichiara che presso l’abitazione della madre o della nonna, dovrà arrivare a breve un pacco e che per poter essere consegnato sarà necessario corrispondere una somma in denaro, anche cospicua, dicendo che si tratta di un pacco importante. Giunge, poi, sotto casa una persona che è il truffatore, che non sempre si presenta a piedi, spesso noleggia un’autovettura anche per essere più dinamico e potersi dileguare nel minor tempo possibile. In passato, ma anche oggi, c’è chi si muove in aliscafo, ma c’è anche chi si muove con un mezzo noleggiato sulla terraferma. Il consiglio che mi permetto di dare, perché mi sento parte di questo territorio, è che, qualora si ricevano delle telefonate dubbie, comporre il 112 e parlare con un operatore. Nessun appartenente alle forze dell’ordine, postino, fattorino chiamerà mai per richiedere soldi. Nel caso si ricevano telefonate di questo genere, nel dubbio, chiamate il 112. E’ meglio un consulto con un operatore che, sicuramente, potrà inviare una macchina, potrà intervenire e fare tutto ciò che è necessario.

LE TRUFFE INFORMATICHE

«Le truffe sono di vario tipo, quelle agli anziani sono umanamente le più fastidiose, perché toccano i nostri nonni, i nostri genitori, ma esistono anche altre tipologie. Sarà capitato, anche a me è successo, di ricevere un SMS sul cellulare da parte di un istituto di credito del quale, magari, non si è correntisti. Esistono queste truffe bancarie che si sviluppano sempre online, alle quali bisogna fare attenzione e che colpiscono chiunque. Le truffe agli anziani hanno un target specifico, quelle bancarie no. Lo schema, in questo caso, prevede l’invio di un SMS in cui si evidenzia da parte dell’istituto di credito che si è registrato un movimento anomalo su un determinato conto corrente e, pertanto, è necessario cliccare sul link fornito per risolvere la problematica.

Da questo link, si aprirà una pagina internet che ripropone, in tutto e per tutto, quella che è la pagina internet reale del sito dell’istituto di credito e, inserendo username e password, si forniranno dei dati al truffatore. Al giorno d’oggi è necessaria una sicurezza a due fattori, ad esempio un OTP o un codice tramite SMS o altro. Per disporre qualsiasi bonifico sul conto, è necessario questo ulteriore doppio passaggio. Nel momento in cui inserisco sul sito internet user name e password, ho fornito le credenziali di accesso. Per disporre qualsiasi altro movimento sul conto, devo fornire questo codice temporaneo. Allora entra in gioco il truffatore che contatta telefonicamente la vittima.
Esistono dei sistemi online a pagamento che consentono di effettuare una telefonata utilizzando il numero di un’altra persona. In questo caso, la vittima riceve una telefonata direttamente dall’istituto di credito, che in realtà non è il reale istituto di credito. Giustamente, avendo ricevuto un SMS dalla mia banca e una chiamata col numero del mio istituto di credito, ritengo possibile che possa essere reale. Il truffatore, telefonicamente, mi convince che è necessario fornire questo codice ricevuto per SMS al fine di bloccare quel movimento anomalo, e, nel momento in cui lo comunico, in realtà sto dando delle credenziali a 360 gradi per disporre un bonifico verso l’estero o verso altri conti correnti. In questo caso, nel momento in cui non si è concretizzato un accesso abusivo al sistema informatico dell’istituto di credito, non scatta neanche quel rimborso che sarebbe previsto, perché la vittima, raggirata, ha fornito le credenziali di accesso al truffatore. Le truffe agli anziani esistono, e sono un fenomeno che contraddistingue questo territorio, ma ci sono anche queste altre tipologie di truffe informatiche che colpiscono chiunque, in qualsiasi parte del mondo e alle quali è giusto prestare attenzione perché sono dei business che alimentano un meccanismo più ampio e ben più strutturato».

BUSINESS REMUNERATIVO

– Capitano, ritornando alle truffe agli anziani, secondo lei c’è un’organizzazione criminale dietro oppure sono effettuate da singoli criminali?
«Come dicevo prima sono dei business di una macchina ben più complessa. Nel 90% dei casi si tratta anche di attività di criminalità organizzata, all’interno delle quali non rientrano soltanto altri traffici ma anche questo delle truffe agli anziani e delle truffe informatiche, perché sono un business remunerativo. Si tratta sicuramente di truffatori che stanno comodamente a casa, in qualsiasi parte del mondo, non necessariamente sulla terraferma a pochi chilometri da qua. È chiaro che poi, per quanto concerne la truffa agli anziani, va detto che chi materialmente si presenta sotto casa della persona truffata è spesso l’ultimo anello della catena: dei minori, dei ragazzi, persone che vengono inviate con il compito di recarsi verso l’abitazione e riscuotere la somma che poi verrà fornita al gruppo organizzato. Quindi si tratta di attività ben più strutturate, che possono essere contrastate anche da parte degli organi che effettuano attività di indagine a 360 gradi. È un fenomeno diffuso in tutta Italia, non è un fenomeno che si vive soltanto sull’isola d’Ischia, però effettivamente il nostro territorio ne è colpito prevalentemente nel periodo estivo. Ci sono fenomeni che si vivono tutto l’anno; questo, come altri, sono propri dell’isola d’Ischia nel periodo estivo».

UNA “CASA” DA TUTELARE

Lei diceva “ormai io mi sento a casa”. Quale è la sua valutazione dell’isola?
«Quando dico che mi sento a casa, lo dico con cognizione di causa perché io sono di Reggio Calabria. Nato e cresciuto sul mare, col sole e poter vivere questo territorio, anche nei rapporti con le persone, mi fa sentire di essere tornato ragazzo. Poi ho trovato una grande collaborazione con gli altri organi istituzionali, ma soprattutto con le associazioni del territorio. È stato importante ed è importante continuare a fare rete. Mi riferisco, per esempio, ai centri antiviolenza, piuttosto che altre associazioni proprie del territorio che cercano di portare avanti lo sviluppo culturale, paesaggistico, ambientale. La collaborazione anche con gli organi di informazione è prevenzione, perché noi parliamo di temi che riguardano tutti quanti nella quotidianità. Spero di poter dare sempre il 100% ogni giorno perché poi, quando uno si sente a casa, a maggior ragione deve tutelarla. Per mia impostazione cerco di avere una visione a 360 gradi affinché tutta l’isola sia costantemente presidiata. Io e il mio personale, che ringrazio sempre per quello che fa tutti i giorni, cerchiamo di non militarizzare determinate aree dell’isola. Ritengo sia più utile avere una presenza spalmata su tutto il territorio, effettuando poi dei controlli più mirati in determinate aree, in determinati comuni, affinché tutto il territorio sia presidiato con particolare attenzione.

A prescindere dal periodo estivo, la circolazione stradale è un tema importante. Al giorno d’oggi ritengo che non sia possibile pensare che una persona possa morire, che una vita possa essere spezzata perché qualcuno ha bevuto un po’ di più o ha effettuato un sorpasso ad alta velocità. Poi è chiaro che le altre tematiche sono ricorrenti nel corso degli anni: i fitti abusivi estivi, un fenomeno che esiste e che controlleremo, i limiti balneari per cercare di frenare da un lato il fenomeno degli ambulanti piuttosto che la corretta applicazione della normativa in materia di salvataggio, sull’impiego del personale sui lidi. Poi tutta l’attività quotidiana che viene svolta con il controllo del territorio, come il contrasto al traffico di stupefacenti. Il periodo estivo non ci spaventa, anzi faremo in modo, come è avvenuto anche in passato, di avere sempre la giusta presenza perché l’Arma dei Carabinieri è una figura anche di rassicurazione sociale. Per me è importante che ci siamo per strada, perché la gente deve sapere che all’occorrenza c’è sempre una pattuglia, un carabiniere da poter chiamare. Siamo una figura anche di assistenza: purtroppo ci siamo trovati in un periodo complesso come quello del 26 novembre, in cui abbiamo avuto un ruolo anche di assistenza sociale e lo dobbiamo continuare a fare giorno per giorno».

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