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sabato, Maggio 18, 2024

Can Dündar, Ischia accoglie il giornalista più a rischio del mondo

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Il direttore del quotidiano turco Cumhuriyet, condannato a 5 anni e 10 mesi di reclusione per “rivelazioni dei segreti di stato” arriverà da Istanbul al Premio Ischia. Arriverà ad Ischia e ritirerà il “Premio Ischia per i diritti umani”. Ischia accoglie il giornalista più a rischio del mondo.
“La libertà di giornalisti e media – scrive la Giuria nella motivazione del premio a Dündar – è una condizione irrinunciabile per far funzionare una democrazia: fa parte dei compiti di un giornalista portare alla luce fatti e circostanze nascoste al pubblico dal governo, come hanno fatto Can Dündar ed il suo giornale Cumhuriyet. Can Dündar, con le sue attività giornalistiche, e con il suo impegno coraggioso per la libertà del giornalismo, è diventato un personaggio simbolo anche per i giornalisti in tutta Europa”.

Al Premio Ischia di Benedetto e Elio Valentino, che nel frattempo vedrà protagonisti Matteo Salvini, il cardinale Gianfranco Ravasi, il ministro per la Pubblica Istruzione Stefania Giannini e il Ministro degli Affari Esteri e delle Cooperazione Internazionale, Paolo Gentiloni si parla di libertà di stampa e di informazione. Giunto alla sua XXXVII edizione, il Premio Ischia Internazionale di Giornalismo, quest’anno ha superato la prova e si dimostra all’altezza dei tempi e dei fatti.
Rinnovato nella formula (anche per causa di forza maggiore), il premio di quest’anno ci trasforma nella vera capitale dell’informazione e della libertà di stampa. Un ruolo di prima donna che Ischia merita senza se e senza ma.
Con Can Dundar, il giornalista finito tra gli obiettivi di Erdocan per aver smascherato il traffico di armi gestito dai figli del premier turco tra Isis e Turchia si sono anche i giornalisti coraggosi di Raqqa.
Alhamza Abdalaziz e Khader Almihmed, due tra i redattori del sito “Raqqa is being slaughtered silenty”, che da oltre due anni racconta con coraggio i crimini di guerra commessi dai jihadisti dello Stato islamico a Raqqa, in Siria.

Dundar, il giornalista più a rischio del mondo.
Il 6 maggio scorso Can Dündar e il caporedattore di Ankara, Erdem Gul sono stati condannati per aver documentato un traffico di armi verso la Siria e il passaggio di un mezzo dei servizi segreti turchi attraverso il confine siriano, notizia che è costata ai due giornalisti 92 giorni di carcere, l’accusa di spionaggio, minaccia alla sicurezza dello stato, sostegno ai gruppi terroristici armati.
Con il premio a Can Dündar si è voluto sottolineare il valore universale della libertà di stampa che è libertà di raccontare il mondo.
L’arresto di Dündar e Gul nel novembre scorso ha infiammato la polemica sulla libertà di stampa in Turchia; poche ore prima la sentenza di condanna dello scorso mese, Dündar è scampato ad un attentato davanti al tribunale di Istanbul.
L’attribuzione del premio speciale a Can Dündar è stata fortemente voluta e votata ad un’unanimità dalla giuria del Premio Ischia formata da Giulio Anselmi, presidente Ansa, Alessandro Barbano, direttore de “Il Mattino”, Mario Calabresi, direttore di Repubblica, Luigi Contu, Direttore Ansa, Virman Cusenza, direttore del “Messaggero”, Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, Enzo D’Errico, direttore Del Corriere del Mezzogiorno, Pierfrancesco De Robertis, direttore de La Nazione, Carlo Gambalonga vice pres. Fondazione Premio Ischia, Sebastiano Maffettone consigliere delegato alla cultura della Regione Campania, Giuseppe Marra Presidente Adnkronos Clemente Mimun, direttore “Tg5”, Mario Orfeo direttore “Tg1”, Tobias Piller Presidente della Stampa estera in Italia, Gaia Tortora, vice direttore La Sette, Maarten van Aalderen corrispondente di De Telegraaf, Sarah Varetto, direttore “SkyTg24HD”, Giovanni Maria Vian, direttore de “L’Osservatore Romano” e Luigi Vicinanza, direttore de “L’Espresso.

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