fbpx
martedì, Maggio 7, 2024

Bonafede c’è! Da parte del Ministero massima apertura alla stabilizzazione della sezione di Ischia

Gli ultimi articoli

Al lungo incontro hanno preso parte il presidente della Corte di Appello De Carolis, il presidente del tribunale Elisabetta Garzo, il presidente nazionale dell’avvocatura Caia, il presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli Tafuri e i massimi esponenti dell’Assoforense ischitana, il presidente Buono e il segretario Cellammare. In tempi brevi è previsto il varo della pianta organica dell’ufficio isolano. Questo consentirebbe di agevolare il trasferimento del personale che ha interesse ad avvicinarsi in Campania. Nel frattempo è stato già ordinato l’arrivo di un rinforzo nei prossimi giorni. Non è da escludere il trasferimento di un funzionario per governare il Giudice di Pace

Paolo Mosè | All’incontro ha partecipato anche il ministro guardasigilli Alfonso Bonafede, che si è intrattenuto con gli ospiti giunti da Napoli insieme ai suoi più stretti collaboratori per dare delle linee guida sulla sezione distaccata di Ischia. Il lavoro più grosso è stato compiuto dai dirigenti dei vari Dipartimenti del dicastero che hanno di fatto promesso che sarà ripristinata la pianta organica, anche se provvisoriamente, in attesa della stabilizzazione che avverrà in futuro. Questo consente ad Ischia di riprendersi quel personale che un tempo era di fatto “riconosciuto” come ufficio stabile e che il governo Monti, con una sforbiciata inimmaginabile, ha decapitato tutte le sezione distaccate presenti in Italia, ad esclusione di Ischia, Lipari e d’Elba. Il discorso che porta avanti l’Associazione Forense isolana coinvolge anche le due altre realtà isolane. I capi Dipartimento sono orientati a creare quelle condizioni affinché anche Lipari e d’Elba debbano proseguire a mantenere la sede giudiziaria. La volontà dei massimi dirigenti potrebbe essere uguale a quella politica. Difatti il ministro guardasigilli ha rammentato nell’incontro che c’è la volontà del governo a non sopprimere servizi, ma a renderli più presenti sul territorio e dare risposte ai cittadini e non ad allontanare ciò che già c’è per evitare in futuro di creare disparità di trattamento tra cittadini e cittadini.

Una inversione di tendenza rispetto ai ragionamenti che venivano preconfezionati sia dal potere burocratico che da quello politico. Che aveva una visione diversa, e cioè quella di decentrare il più possibile in pochi uffici la gestione di una giustizia che diventava sempre più lontana. Una inversione di tendenza che è stata accolta favorevolmente dai rappresentanti dell’avvocatura. Una scelta che apre orizzonti positivi per il futuro per giungere alla tanto sospirata stabilizzazione, che deve essere preparata con una certa attenzione dagli uffici legislativi del Ministero che approntano la norma che deve essere votata e deve avere una legittimità costituzionale. In quanto la soppressione delle sezioni distaccate è avvenuta nella sua contestualità per decisione del governo Monti e il ripristino di alcune realtà potrebbe contrastare con la parità dei diritti di altre realtà che diversi anni fa hanno perso gli uffici giudiziari territoriali.

TRATTATIVA CON I SINDACATI
Dal Ministero giunge un messaggio di grossa disponibilità e apertura a trovare soluzioni immediate e riguardano in questa fase il personale. Già ieri è stato predisposto l’invio di una unità che da poco è risultata inquadrata tra i dipendenti del Ministero con la qualifica di assistente giudiziario, proveniente da altro dicastero. Tra qualche mese è previsto l’invio di altri possibili dipendenti. Nel frattempo il capo Dipartimento Fabrini ha sollecitato il presidente della Corte di Appello De Carolis di attingere tra i dipendenti dell’ufficio Unep (ufficiali giudiziari), che sarebbero in soprannumero. In modo da garantire la presenza di un funzionario da trasferire al Giudice di Pace di Ischia e nella contestualità due assistenti giudiziari. Con il ripristino della pianta organica, seppur provvisoria, Ischia dovrebbe ottenere complessivamente dieci dipendenti con diverse qualifiche.

Ma per giungere ad un accordo che non produca contraccolpi, frizioni e contrapposizioni è necessario giungere ad un tavolo per un incontro con i sindacati. Per non ricevere risposte negative e per evitare che vi siano ferme opposizioni da parte dei singoli dipendenti che non hanno alcuna voglia o interesse a lavorare su un’isola. Con la pianta organica approvata diventerebbe di fatto obbligatorio recarsi sul posto di lavoro. E i vari capi Dipartimento del Ministero si sono dichiarati disponibili ad affiancare il presidente della Corte di Appello nell’incontro con i sindacati per avviare una trattativa e giungere a una soluzione.
Il passaggio successivo è l’approvazione di un decreto che faccia rinascere la pianta organica alla sezione di Ischia in modo tale da indire un interpello che interessa tutti coloro che operano in altre realtà giudiziarie del Paese e che per avvicinarsi ai luoghi di residenza si dimostrano disponibili a lavorare sull’isola. Un’operazione che deve avvenire contestualmente alla stabilizzazione che interessa le tre isole, che sono le uniche che hanno ancora la possibilità di mantenere e di vantarsi di avere una sede giudiziaria.
Come si vede, vi è una evidente complessità di problemi che si appalesano ed il percorso per raggiungere il traguardo non è certamente semplice. A causa della frammentazione dei soggetti che hanno titolo di esprimere il proprio parere ed un sindacato che ha tutto l’interesse a mantenere lo status quo. La soluzione sarebbe di procedere ad un incentivo sia in termini di carriera che economici per chi lavora in sede disagiata, e le isole lo sono. Una scelta che venne fatta diversi anni fa e comprendeva tutti i servizi primari. Passando dalla giustizia alla scuola, alla sanità e che aveva dato frutti interessanti.

IL NODO GIUDICE DI PACE
C’è simbiosi negli obiettivi tra la classe forense ischitana e il consiglio dell’Ordine ed il presidente del tribunale di Napoli, Elisabetta Garco. Entrambi sono convinti della necessità che si giunga alla stabilizzazione della sezione distaccata di Ischia. Un ufficio nevralgico per rispondere alle migliaia di istanze che i cittadini richiedono alla giustizia. In particolar modo nei procedimenti civili e soprattutto al Giudice di Pace. Quest’ultimo ufficio è una vera e propria palla al piede per l’avvocatura, che in più di una occasione ha richiesto insistentemente la nomina di un funzionario-cancellieri che guidi in futuro una struttura che si occupa di migliaia di procedimenti penali e civili. Il presidente Gianpaolo Buono e tutto il direttivo dell’Assoforense chiedono un dirigente anche per disporre delle direttive verso chi ultimamente si è arrogato titoli di gestione che non gli competono. Ed è stato sottolineato dal presidente degli avvocati in più di un’occasione. Pubblicamente durante alcuni convegni e anche nelle riunioni che si sono tenute ai massimi vertici del tribunale partenopeo in presenza del primo dirigente, che governa tutta la struttura amministrativa a cui fanno capo i vari dirigenti di sezione, funzionari, cancellieri fino ad arrivare ai commessi.

E’ la massima carica ed è di fatto il braccio destro del presidente del tribunale. In questi incontri si è voluto porre sul tappeto la necessità di trovare la quadra per far funzionare il Giudice di Pace ed avere un interlocutore che abbia i poteri decisionali. Senza doversi scontrare finanche per un banale deposito di atti.
Non è un problema di poco conto, dato che tra i dipendenti che sono nella disponibilità della presidenza non si intravede questa figura disponibile a trasferirsi di fatto sull’isola o comunque garantire la sua presenza più volte a settimana. E la soluzione diventa problematica per lo stesso presidente Garzo, il quale deve tra l’altro interfacciarsi con i sindacati, che si dimostrano a volte pronti a giustificare qualsiasi lamentela proveniente dai propri iscritti. Molti, però, sanno benissimo che questa situazione non può prolungarsi all’infinito, che c’è bisogno di una soluzione. E chi continua a mantenere una posizione rigida di non rispondere alle esigenze della funzionalità di un ufficio pubblico, rischia di ritrovarsi in una posizione per così dire infelice. Di fatto potrebbe concretizzarsi l’interruzione di un pubblico servizio e ciò che accade da anni a Ischia potrebbe essere sottoposto all’attenzione della procura della Repubblica. Basti pensare che gli avvocati da anni continuano a ripetere verbalmente e con documenti scritti che restano a bagnomaria migliaia di sentenze che non vengono pubblicate per mancanza di un cancelliere, di un funzionario che ha il titolo per svolgere queste indispensabili mansioni.

PUNTO DI CONVERGENZA
Anche di questo si è parlato durante l’incontro con il capo Dipartimento Barbara Fabrini, che è la massima responsabile dell’organizzazione giudiziaria del personale e dei servizi e uno dei massimi dirigenti del dicastero e che ha il potere decisionale per mantenere in funzione un presidio giudiziario quale è quello ischitano. Il suo parere favorevole porta inevitabilmente alla istituzione della stabilizzazione da parte del potere politico. Questa riunione è stata voluta dall’alto dirigente, che si è trovata di fronte a discutere con il presidente della Corte di Appello De Carolis, con il presidente del tribunale Elisabetta Garzo, con il presidente nazionale dell’avvocatura Caia e con il presidente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli Tafuri, accompagnato dai massimi esponenti dell’Assoforense ischitana, il presidente Buono e il segretario Cellammare. Un incontro cordiale e fattivo che va nella direzione di trovare un punto di convergenza tra il Ministero, che deve garantire un servizio di primaria importanza, e un’avvocatura che diventa attore protagonista indispensabile per mettere in moto la macchina giudiziaria in stretta collaborazione con i magistrati e il personale amministrativo.

L’altro tema che diventerà attuale nel momento in cui si arriverà all’approvazione della norma che dichiari ufficialmente la “resurrezione” dell’ufficio ischitano (che è rimasto aperto a seguito di una serie di proroghe di tre anni in tre anni grazie ad un decreto del ministro guardasigilli), è rafforzare la presenza del personale amministrativo. In quanto allo stato non vi è la possibilità di pubblicare i posti vacanti presenti alla sezione isolana.
Per concludere, qualche ostacolo, scelta non ritenuta praticabile è giunta dal presidente della Corte di Appello, che aveva proposto la soluzione adottando l’ufficio giudiziario come una diramazione di una sezione del tribunale di Napoli. Una proposta che ha visto nettamente contraria l’intera avvocatura presente. Sottolineando che in questa fase non è possibile fare un passo indietro rispetto ad una battaglia già portata avanti in questi anni, dopo che Ischia è stata nuovamente riconosciuta come sezione distaccata. I presidenti Tafuri e Buono hanno anzi ribadito che il loro unico obiettivo è quello di giungere in tempi rapidi alla stabilizzazione. E di questo ne sono consapevoli e lavorano in questa direzione i capi Dipartimento del Ministero della Giustizia e probabilmente anche il potere politico, rappresentato dal ministro Bonafede.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Gli ultimi articoli

Stock images by Depositphotos