Albergatori foriani accusati di aver cambiato di continuo le società proprietarie dell’immobile e il nome dello stesso albergo

Il tribunale è intenzionato a chiudere in tempi rapidi il processo nei confronti di alcuni rappresentanti di una nota azienda alberghiera di Forio che sono accusati principalmente di bancarotta fraudolenta per aver condotto ben due società nell’agone dell’insolvenza e di averlo fatto, secondo l’accusa, con il proposito di realizzare questa condotta al fine di non pagare i creditori. Ad esserne ritenuti responsabili in questa fase è la famiglia Economico con in testa il “patriarca”, che nel frattempo è deceduto e nel processo sono rimasti i figli e le mogli di alcuni. Per aver realizzato una tecnica collaudata che è stata scoperta e denunciata dai curatori fallimentari nominati dal tribunale per gestire le risorse di quest’azienda che girava principalmente sull’attività alberghiera. E per alcuni immobili parte integrante della struttura, ma che venivano utilizzati da alcuni componenti della famiglia come civili abitazioni. L’indagine condotta dal pubblico ministero ha comunque acclarato che era consuetudine cambiare la società che di fatto ne aveva la titolarità, altre che comparivano per la sola gestione, come cambiava anche la denominazione dello stesso albergo. Come riferiscono alcuni testimoni sentiti in dibattimento, che hanno cercato di dare una spiegazione sui cambi di nomi proprio per evitare che le segnalazioni via web che erano perlopiù pessime, potessero bloccare l’afflusso di nuovi ospiti. Ed è emerso anche che chi gestiva di fatto materialmente l’hotel era il capostipite, Vincenzo Economico, che nel frattempo è deceduto e che coloro che sono stati sentiti ne hanno evidenziato la guida, tutto passava per le sue decisioni.

All’udienza preliminare il giudice Egle Pilla ha accolto tutte le richieste per i capi d’imputazione confezionati dalla procura della Repubblica spedendo gli imputati a giudizio. Gli Economico hanno scelto anche un avvocato tributarista molto esperto per sbrogliare l’intricata matassa delle società, di come venivano gestite, i bilanci e quant’altro che secondo il curatore erano qualcosa di effimero, da farsi quando ne avevano il tempo. Tutto era chiuso in un brogliaccio dove venivano catalogate le uscite e le entrate e le altre spese della struttura. Per la verità, assai frequentata anche per i prezzi praticati, che però erano in continua lotta con i servizi, che non erano dei migliori, secondo quanto emerso.

Sono a giudizio per bancarotta fraudolenta con l’aggravante della responsabilità degli amministratori Assunta Milo, Carmela Cafasso, Fortunata Esposito, Ciro Economico, Giovanni Economico e Gennaro Economico. Esclusa la posizione, ovviamente, di Vincenzo, per il quale c’è già stata sentenza di non luogo a procedere. E tutto ruota sulla curatela del fallimento “Isola Hotel srl”, in persona del curatore Gennaro Castaldi, nonché del fallimento “Parco Eco srl”, il cui tribunale ha nominato quale curatore Giampiero Alfieri.