Assolti i vertici della banca del Papa dal reato di riciclaggio

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Paolo Mosè | L’avv. Massimo Ferrandino è riuscito a strappare l’assoluzione dalla Corte di Appello per Paolo Cipriani e Massimo Tulli, rispettivamente ex direttore generale ed ex vicedirettore dello Ior. La banca del Vaticano. I due imputati erano stati coinvolti in una indagine molto complessa e che ebbe molto risalto sui mass media. Ritenendo che la banca del Papa fosse diventata una sorta di istituto per il riciclaggio di denaro sporco o per compiere operazioni illecite.

In particolare si riteneva il trasferimento di ben 23 milioni di euro ad altri istituti bancari una sorta di operazione per mascherare attività per nulla pulite e che erano bandite dal nostro ordinamento e dalle rigide disposizioni della Banca d’Italia.
I due sono stati assolti dal reato di riciclaggio con la formula perché il fatto non sussiste. Come è caduta anche l’altra ipotesi per Cipriani e Tulli, per aver omesso di fornire al gruppo bancario Jp Morgan Frankfurt informazioni sullo scopo e sulla natura di alcune operazioni bancarie e che riguardavano in particolare il trasferimento rispettivamente delle somme di 120mila, 48mila e 100mila euro.

E’ massima soddisfazione dei due imputati che, per il tramite del loro difensore di fiducia, avv. Massimo Ferrandino, hanno commentato la decisione della Corte di Appello di Roma che ha escluso nei loro confronti tutti gli addebiti che erano stati loro contestati dalla procura della Repubblica: «L’odierna sentenza chiude un lungo periodo di sofferenza. Otteniamo oggi soddisfazione anche per le tre semplici contravvenzioni in aggiunta agli altri capi di accusa per i quali eravamo già stati ampiamente assolti con formula piena per insussistenza del fatto in primo grado.

Pur restituendoci parte della nostra serenità toltaci per circa 10 anni, rimaniamo comunque amareggiati per gli indubbi danni professionali e di ritorno di immagine che questo procedimento (scaturito dal ruolo da noi svolto nello Ior) ci è costato. Accogliamo la giustizia come momento di verità, che trionfa sempre contro le menzogne e le falsità che abbiamo subito e subiamo, nonostante ci fossimo sempre distinti per legalità e trasparenza».

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