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lunedì, Maggio 6, 2024

Alla ricerca della prova, nuovo affondo di Perrella sul porto di Lacco Ameno

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Nuova richiesta dal segretario generale nell’ambito del processo penale. Perrella cerca la prova della sua “esclusione” materiale dalla gara. L’avocato Calise chiede che Vincenzo D’Andrea sia sollevato dal ruolo perchè imputato nel processo insieme con Carannante Samuele

Gaetano Di Meglio | La guerra, senza fine, del porto di Lacco Ameno vive un’altra pagina di scontro. Da una parte il privato Perrella, dall’altro lato, invece, i dirigenti comunali costretti ad inseguire le follie amministrative di politici allo sbaraglio con la foga della vendetta personale e con la incapacità dimostrata nel fare le cose.
Le figuracce dello scorso anno a cui gli amministratori hanno costretto l’istituzione Comune di Lacco ameno, oggi riverberano nelle aule del tribunale penale di Napoli.
Dopo averle prese su tutti i fronti tra Tar Campania e Consiglio di Stato, ora il comune di Lacco Ameno, facendo pagare le pene al dirigente, si avvia a prenderle anche sotto il punto di vista penale.

Questa volta è l’avvocato Michele Calise che mette alle strette il segretario generale del comune del Fungo. La richiesta di Perrella, tramite il suo legale, va diritto al cuore del procedimento viziato: ovvero la prova che non fu concesso a Marina del Capitello di poter partecipare alla selezione pubblica per la gestione del porto con la mancata condivisione del link per accedere all’area riservata del portale tutto gare.
Perrella scrive al Segretario Generale del Comune di Lacco Ameno circa la “richiesta documenti e informazioni ex artt. 491-bis e 491-quater c.p.p. Il sottoscritto Avv. Michele Calise, difensore e procuratore speciale del sig. Giuseppe Perrella, quale Amministratore Unico legale di “Marina del Capitello S.c.a.r.l.”, parte civile nel procedimento penale n. 30950/2022 R.G.N.R., pendente innanzi il Tribunale di Napoli – I Sez. Pen. – in ordine ai reati di cui agli artt. A) 110, 81 cpv. 353 co. 1 e 2 c.p, B) 110, 81 cpv 323 co. 1 c.p. a carico di D’Andrea Vincenzo e Carannante Samuele.

LA GARA OGGETTO DELLE INDAGINI
premesso che nello svolgimento delle indagini difensive relative al predetto procedimento penale è emerso che Codesto Ente ha affidato l’espletamento della gara per “affidamento dei servizi di supporto alla gestione del porto turistico di Lacco Ameno per il periodo 01.07.2022 – 31.10.2022, con opzione di prosieguo fino al 31.12.2022”, ai sensi dell’art. 58 del D.lgs. n. 50/2016, alla piattaforma telematica di negoziazione denominata “TuttoGare PA” (accessibile all’indirizzo https://laccoameno.tuttogare.it/); la prima seduta pubblica in modalità telematica ha avuto luogo in data 05.07.2022 alle ore 12:00, in cui avrebbero potuto partecipare i legali rappresentanti/procuratori delle imprese interessate oppure persone munite di specifica delega, collegandosi alla piattaforma a distanza attraverso la propria postazione; in data 5 luglio 2022, alle ore 12, non era presente sulla piattaforma “tuttogarelaccoameno” il link per attivare il collegamento alla seduta di gara, tanto che il legale rappresentante di Marina del Capitello Scarl ha proceduto a comunicare a mezzo PEC alla stazione appaltante tale criticità, chiedendo la sospensione dell’apertura delle buste fin quando non fosse stata attivata la connessione; nonostante quanto innanzi indicato la gara proseguiva con l’apertura delle buste e non è stato concesso ai legali rappresentanti delle imprese di partecipare alla seduta pubblica; in data 14.07.2022, alle ore 15:00, dalla piattaforma Tuttogare Lacco Ameno, compariva il documento contenente i punteggi assegnati dalla commissione di valutazione inerente l’offerta tecnica dei due concorrenti ammessi alla fase finale della procedura, ma non il link di accesso alla seduta di gara. Risulta necessario, nell’interesse del proprio assistito, acquisire copia: della comunicazione effettuata dal RUP del link di partecipazione alle sedute pubbliche del 5 luglio 2022 e del 14 luglio 2022 al portale “Tuttogare”, e, tutto ciò premesso, chiede che Codesto Ente voglia, ai sensi degli artt. 391-bis e 391-quater c.p.p., rilasciare, con cortese sollecitudine, copia della predetta documentazione”.

SOSTITUITE D’ANDREA
Perrella e Calise, poi, con sottile educazione, mettono alla luce l’imbarazzante condizione in cui è caduto il comune di Lacco Ameno. Un ente piegato su se stesso, non solo dalla guerra intestina tra i politici, ma anche dai passi falsi commessi che mettono fuori gioco i pochi dirigenti che occupano le poltrone che contano.
Dopo l’imbarazzo e l’incompatibilità alla firma di Alessandro Dellegrottaglie per un’altra storia poco edificante di Lacco Ameno, il palazzo dei nonni del presidente del consiglio comunale Dante De Luise, emerge in tutta la sua gravità un’ulteriore incompatibilità, quella, appunto di Vincenzo D’Andrea.
“Si chiede, inoltre – scrivono l’amministratore di Marina del Capitello e il suo legale -, che per motivi di opportunità, prima ancora che d’incompatibilità, la predetta richiesta venga espletata da un funzionario diverso dal dott. Vincenzo D’Andrea, il quale risulta ancora responsabile del Servizio Lavori Pubblici – Settore III – del Comune di Lacco Ameno. Si evidenzia che, in caso di mancato riscontro o di rifiuto della documentazione richiesta, il sottoscritto si rivolgerà all’Autorità Giudiziaria, così come previsto dall’art. 391-bis c.p.p., al fine di acquisire coattivamente l’innanzi descritta documentazione”

Questa volta, tuttavia, non si tratta solo di opportunità, questa volta si tratta di evitare che un imputato in un processo penale metta mano in atti e fatti che lo riguardano personalmente. E’ anche vero, però, che la grave imputazione di D’Andrea non è stata vista come una macchia, bensì come un ferita conquistata in guerra, come un trofeo nella battaglia contro Perrella e De Siano. E così, dove in tutto il mondo viene vista come uno scandalo, a Lacco Ameno diventa un vanto e un atto che merita un premio: la futura stabilizzazione e la conferma nella posizione da dirigente.

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