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sabato, Maggio 18, 2024

Alessio Spataro: “La vera sfida è fargli conquistare l’autostima nei giovani calciatori”

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...all'interno delle famiglie il principale problema non è tanto far sì che il proprio figlio arrivi a giocare in serie A, ma fare sì che lo sport diventi uno strumento di crescita per il ragazzo...

Gaetano Di Meglio | Alessio Spataro è un mental coach e, navigando sul suo sito internet, abbiamo scoperto la sua specializzazione relativa al modo del calcio. Leggendo la sua presentazione, si capisce che l’offerta è ben calibrata. C’è bisogno di avere un assetto mentale per fare l’allenatore, un assetto mentale per fare il giocatore e uno per fare il giocatore. Una sfida quasi impossibile se calata in uno degli ambiti più complicati che ci sono, il calcio giovanile.

Viviamo in una società dove, purtroppo, e lo dico da genitore anomalo di un under 14, come si fa a dire alle famiglie “guarda che non c’è Messi”?
“Il mio ruolo da allenatore mentale è proprio quello di aiutare l’atleta e gli allenatori a raggiungere la migliore performance; quindi, il mio principale obiettivo è fare in modo che l’atleta, in questo caso, possa migliorare la gestione, per esempio, dello stato d’animo, della motivazione e la gestione della pressione della partita, della gara, del pubblico. Quindi il mio unico e principale obiettivo è lavorare con chi sta bene, e chi vuole ottenere di più. Fatta questa premessa, all’interno delle famiglie il principale problema non è tanto far sì che il proprio figlio arrivi a giocare in serie A, ma fare sì che lo sport diventi uno strumento di crescita per il ragazzo. E quindi, se fatto in un certo modo, anche se non dovesse arrivare a giocare in Serie A, sicuramente la palestra dello sport va riconosciuta come una palestra unica, straordinaria, che servirà al ragazzo a coltivare la propria autostima e la propria crescita personale”.

Viviamo in una società, soprattutto quella post covid, in cui mi sembra che, in qualche modo, siamo usciti più fragili e forse i ragazzi sono usciti non tanto fragili, ma più indeboliti. Anche nell’affrontare l’avversario, un po’ più forte e non pronti a vivere le cose negative e il link alle varie forme di bullismo è attivo. Tutte queste cose poi, diventano dei macigni pesanti da sopportare.
“Sì, è inutile nasconderlo, il covid è stato un periodo negativo per tutti, adulti e ovviamente a maggior ragione per i ragazzi che sono stati praticamente costretti all’isolamento. Già i social non aiutano, il contatto sociale è sempre più, si dice, una realtà virtuale, quella che vivono, e sicuramente ha indebolito l’aspetto relazionale e ovviamente anche quelli motivazionali. Dobbiamo aiutarli soprattutto con questi eventi. La scuola, la scuola calcio e tutti gli istituti di formazione devono assolutamente fare in modo che i ragazzi coltivino degli obiettivi, coltivino sempre più autostima, perché il problema dell’autostima è diventata ormai una piaga sociale. Tanti ragazzi con cui lavoro hanno delle buone capacità tecniche, tattiche o atletiche, ma hanno delle problematiche per quanto riguarda, appunto, l’autostima e dobbiamo assolutamente tutti noi adulti aiutarli in questo”.

Ti chiedo solo di commentare con ne due parole: competitività ed immagino la competitività nella vita come nello sport. E poi il binomio successo e notorietà che importiamo in maniera sbagliata dai social, dove quel binomio è da sempre combattuto. Notorietà e successo, due parole che influiscono sulla nostra vita.
“Proprio in una delle slide che ho preparato parlerò proprio di questo aspetto, ovvero la differenza tra notorietà e successo. Ho la fortuna e modo di lavorare con tante persone di successo, anche se non sono note famose in questo senso. Ho modo di lavorare anche con persone molto famose che purtroppo non sono di successo, nel senso che non hanno una vita equilibrata. Hanno grosse mancanze, diciamo così, a livello emozionale, ma proprio anche di qualità, di benessere, di vita, quindi rapporti interpersonali e rapporti relazionali. E quando si dice la persona che lavora, la persona veramente di successo è colui o colei che ovviamente riesce a trovare un equilibrio tra tutte le aree della nostra vita. Quindi sono aspetti di cui parleremo. Questo è riferito ovviamente ai ragazzi nello sport. Dobbiamo assolutamente far capire che puoi essere anche di successo anche in una realtà dilettantistica. E la palestra dello sport ti serve proprio per diventare poi persona di successo da adulto.”

Ultima domanda. Forse lo sport ci aiuterà a superare una delle distinzioni più brutte che ancora viviamo. Siamo ancora in una società che fa ancora liste separate tra maschi e femmine, tra uomini e donne. Forse lo sport, guardando pure le nostre campionesse, in qualche modo ci aiuterà a superare questo limite.
“Sì, assolutamente sì. Ho avuto la fortuna anni fa, quando ero nell’Empoli, di fare proprio coaching con la squadra femminile di calcio che vinse il campionato dalla serie B alla serie A. Faccio coach con atlete, tra cui Valentina Giacinti, una delle calciatrici più famose in Nazionale e sono assolutamente proiettato a permettere e a far sì che anche le donne abbiano giustamente i loro spazi. Anzi, sono dell’idea che hanno quel quid in più sotto alcuni punti di vista, tra cui l’empatia, la capacità di relazionarsi con gli atleti che molte volte manca ad alcuni uomini. Ben venga assolutamente anche nello sport l’ingresso e sempre di più lo spazio alle donne”.

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