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venerdì, Maggio 3, 2024

Sirabella: «Non fidatevi delle promesse di Gibì!»

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Ugo De Rosa | Ora che i giochi sono fatti e che la politica ha tirato fuori dal cilindro sua non soluzione per il paese ma per le dinamiche che, invece, la sostengono, diventa attuale e di interesse collettivo questa intervista realizzata con il proprietario dello stabile dove il plesso “Lembo” aveva trovato ospitalità negli anni scorsi. Un racconto, questo di Sirabella, che merita di essere letto perché ci consente di aver un ulteriore elemento per poter valutare non solo la qualità amministrativa del governo Castagna ma anche la qualità dei suoi uomini e in particolare, Silvitelli che ha anche il coraggio di presentarsi ad una tornata elettorale regionale. Fino a quando le popolazioni saranno schiave di questo sistema estorsivo del consenso, ahinoi, verremo sempre privati di un voto libero e basato su scelte serie e ponderate rispetto al merito e ai fatti realizzati.

Nella fase post-terremoto Sirabella accettò di fittare il proprio albergo al Comune per adibirlo a scuola ed ospitare le classi del plesso “Lembo”. Una scelta a favore della comunità vista la situazione di emergenza. Che non è stata ripagata dagli amministratori, che dopo non aver pagato quanto pattuito adesso starebbero per dargli il benservito. E così oggi racconta la sua storia per mettere in guardia albergatori che, in questo momento di crisi, decidessero di fidarsi dell’Amministrazione Castagna.

Facciamo un po’ la cronistoria di quanto ti è accaduto…
«Certo, iniziamo col dire che era il 2018 quando il Comune di Casamicciola Terme emanò un bando per la ricerca di un immobile da adibire a scuola. Bando cui risposi solo io. All’epoca non vi era il Covid e tutti gli alberghi avevano turisti e non avrebbero avuto interesse a fittare ad un Ente pubblico. La mia paura è che oggi come oggi, con il calo di presenze, qualche albergatore potrebbe dare in fitto il proprio immobile e ritrovarsi con tutti i problemi che ho vissuto, e vivo ancora, io. Anche perché i soldi dello Stato sono sicuri, se vengono gestiti bene».

Spiegaci meglio.
«Risposi al bando e verso fine agosto o luglio iniziammo a fare i lavori. Molti dei lavori per la messa in sicurezza li ho fatti io, come gli impianti elettrici a norma e via discorrendo. Diciamo che quasi il fitto di una annualità, e parliamo di circa 21mila euro, lo investii nei lavori. Ma ci fu anche un episodio che mi fece riflettere: mentre sgombravamo casa, venne la Polizia e ci fecero sgomberare. Lì ebbi una sensazione strana e fermai tutto. Anche perché stavamo procedendo sulla parola e senza contratto».

E come andò?
«Vennero a casa sia il sindaco che altri prostrandosi e chiedendo scusa. Riprendemmo, quindi, i lavori e tutto procedeva per il meglio. I ragazzi entrarono al suono della prima campanella. A dicembre dovevano versare una rata, mi dissero di non preoccuparmi, ma iniziarono a bucare i pagamenti. Quando si avvicinava la scadenza, io comunicavo loro di avere la necessità di liquidità per pagare Imu e altre tasse, ma loro nulla. Anzi, avevano anche difficoltà nel fare la voltura dell’utenza elettrica e fino a febbraio ho anticipato io l’energia elettrica».

Poi?
«Vi erano sempre grandi sorrisi… fino a che mi arriva la telefonata, verso aprile/marzo, in cui mi dicono che invece di 10 o 12 mila euro, mi davano 4mila euro. Prendere o lasciare. La mattina dopo mi presentai a scuola con una bella maglietta con disegnato sopra Pinocchio e una frase “Gli impegni si mantengono” e miracolosamente a ora di pranzo uscirono 12mila euro. Da all’ora non mi hanno più invitato o salutato per strada. Arriviamo poi verso giugno con la vera scadenza, mi rimetto la maglietta con Pinocchio e questa volta con una scritta tipo “Se non riescono a pagare un affitto figuriamoci se trovano i soldi per una ricostruzione” e busso ad un orario in cui non vi erano i ragazzi. Chiedo alle maestre di intercedere con il Comune e i presenti chiamano i Carabinieri perché indossavo tale maglietta. I soldi arrivano e saldano il primo anno. Purtroppo mio padre a 97 anni, in quei giorni, ci ha lasciati. Lui amava molto Casamicciola e gli amministratori non vennero nemmeno al funerale. Nei giorni successivi al funerale, sempre dopo ricerche che ho portato avanti io, ho scoperto che il contratto non era stato registrato. Ho chiesto quando lo sarebbe stato, ma non ho ricevuto risposte e la situazione è rimasta immutata fino a dicembre. Mi sono recato anche dal segretario generale, facendo tre ore di fila. Un contratto non registrato non ha diritti civilistici. A gennaio, tramite un avvocato, ho scritto chiedendo il perché della mancata registrazione, ma nulla. Hanno sempre rinviato. Tra tutte queste cose io mi sono recato spesso al comune per cercare di parlare con loro, ma ho solo fatto ore di anticamera o ricevuto cancellazioni di appuntamenti. Nel 2019 sarò andato circa 15 o 20 volte».

Il Covid-19 ha poi frenato il tutto. Come è stata la ripresa post-lockdown?
«Finito il lockdown sono tornato da loro e mi avevano stragarantito che mi avrebbero incontrato per risolvere la faccenda. Poi su un giornale leggo un articolo in cui cercano altri fabbricati in quanto il mio non è più adatto alle esigenze anti Covid-19».

Secondo te quale sarà la loro mossa successiva?
«Secondo me vogliono prendere un nuovo fabbricato, adibirlo a scuola e a me daranno il benservito. Ben venga, il mio scopo principale è dare un segnale alla popolazione, non era una iniziativa per guadagnare soldi, ma per la popolazione. E’ un po’ una tradizione di famiglia».

Cosa vuoi dire a chi sta pensando di dare in fitto la propria proprietà all’Ente?
«Volevo dire a chi vuole fittare un immobile al Comune: io mi sono documentato, si può chiedere il pagamento anticipato o una fidejussione se non pagano il canone. E se alla scadenza non rilasciano l’immobile o non rinnovano il contratto, inserire una penale. Il mio vuole essere un avvertimento anche perché da voci che girano, sembra che al proprietario dell’altra scuola che usano pagano le indennità, mentre a me no.
Certo, se da due anni non riescono ad avere soldi per la ricostruzione e non riescono nemmeno a gestire il fitto di un immobile, non so come vengano considerati a Roma…».
www.ildispari.it

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