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mercoledì, Maggio 1, 2024

Sanità, qualificare il fronte della protesta

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QUESTIONE PERSONALE di Gaetano Di Meglio

L’euforia del corteo di ieri giovedì pomeriggio è ancora in circolo. L’adrenalina non ha smesso di circolare ma è necessario, dopo la sbornia immediata, valutare il dayafter della manifestazione e fare il punto della situazione. Abbiamo un urgente bisogno: bisogna qualificare il fronte della protesta. L’ottima e volenterosa Gianna Napoleone, promossa a pieni voti per carità, da sola non basta. Così come non possono essere utili alla causa, se non in un ruolo diverso, i soliti front man della protesta “a casa nostra”. Gianni Vuoso, Nicola Lamonica, i Savio e gli altri oggi hanno il compito, delicato, di creare le condizioni per sdoganare, senza dimenticare nulla del passato, dalla protesta andata avanti fino ad oggi. Portano con loro i successi, la credibilità ma anche qualche fallimento e qualche
isolamento che è difficile da dimenticare. Il fronte della protesta ischitana ha bisogno di qualificarsi con volti nuovi. Ha bisogno di mostrarsi pienamente convinto delle sue rivendicazioni (quelle espresse fino ad oggi sono troppo generalistiche e poco note), cosciente della propria identità e pronto ad accogliere al suo interno le anime sociali della nostra isola: i simboli e i partiti, le bandiere e le sigle. La protesta deve crescere soprattutto perché è chiamata a continuare, a tenere alta la tensione e perché, senza lo scatto di maturità si rischia di disperdere quanto fatto di buono. Abbiamo, parlo come se facessi parte del comitato, bisogno di testimonial diversi. La causa non può e non deve essere motivo di riabilitazioni di fallimenti noti, visti e rivisti. La causa non può e non deve essere trasformata in megafono acceso per le battaglie personali che hanno perso efficacia e che hanno trascinato nel dimenticatoio chi l’aveva creato. La causa ha necessità di vivere da sola, di formarsi
ma senza dover, per forza, essere quell’emolliente per ungere le ferite altrui. Così, mentre Procida sceglie come sua condottiera la moglie del consigliere comunale di maggioranza e si schiera col sindaco, reo allo stesso livello dei nostri sindaci per i tagli, Ischia dovrebbe decidere come continuare e cosa fare. Gianna Napoleone ha bisogno di essere aiutata e, soprattutto di essere consigliata. E’ impensabile che un corteo, abbia tre o quattro voci. Quella dei tifosi in apertura che vanno in una direzione, Nicola Lamonica e altri con un megafono, Gianni Vuoso con l’auto e, in coda, Gennaro Savio con la sua
auto, le sue bandiere e le sue motivazioni. Non va bene. La protesta deve poter accogliere i simboli, le bandiere e i partiti, ma senza però essere un coacervo di richieste, una ridda di voci e una mescolanza di argomenti che serve solo a preparare ottimi minestroni. Se ridiamo, ancora, alla foto con lo striscione “Siamo gestiti da cavolfiori” davanti ai sindaci in fascia tricolore, al consigliere regionale Maria Grazia Di Scala e al Vescovo, dobbiamo capire in che dire
zione dobbiamo muoverci. Siamo quelli che dicono “siete Cavolfiori” o quelli che dicono “venite con la fascia che abbiamo bisogno della vostra presenza”? La protesta ha bisogno di qualificarsi in tutti i suoi aspetti. Ci vuole un portavoce, uno slogan unico, un luogo virtuale unico. Ha bisogno di mostrarsi matura, aggiornata e al passo coi tempi. Siamo nel 2016 a combattere una causa antica. Facciamola con i tempi e i modi del 2016. Nessuno si senta toccato da questo testo. Spero venga accolto come un contributo alla crescita e alla formazione di una protesta maggiormente efficace. In conclusione, credo, sia arrivato il tempo di iniziare ad essere “scorretti”. La battaglia e la protesta ha bisogno di azioni di contrasto forte e feroce (senza violenza, ma dagli effetti feroci). #BravaIschia!

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