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mercoledì, Maggio 1, 2024

Parcheggio della Siena, scoppia la (doppia) guerra

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Gaetano Di Meglio | La linea dura del Comune di Ischia nella vicenda del Parcheggio della Siena ha vissuto attimi di alta tensione tra il sindaco Enzo Ferrandino e l’assessore Paolo Ferrandino. La decisione del comune di Ischia di rompere i rapporti con Santaroni dopo le posizioni “assolutistiche” assunte dall’avvocato e dai suoi progettisti e direttori nello studio della Pagoda, oggi ha avuto i primi riscontri.
Enzo e Paolo Ferrandino avrebbero litigato oltre ogni limite questa mattina e ora, in paese, circola la voce delle possibili dimissioni dell’assessore. Una fonte bene informata e molto interna alla maggioranza ha commentato: “Se Paolo si dimette, forse, è il primo atto di orgoglio e di buon senso che compie. Ma nella storia non si è mai visto che Paolo si è dimesso da qualcosa”.

L’ordinanza di demolizione, più del sequestro da parte del Comando di Polizia Municipale, è l’atto che ha fatto saltare il banco e cha segnato un punto di non ritorno. Il cambio della struttura amministrativa imposta da Enzo Ferrandino ha segnato il tanto sperato cambiamento di rotta. Da Marzo 2022 a Marzo 2023 è cambiato tutto. Un cambio che non sarebbe piaciuto neanche al direttore dei Lavori dell’opera all’ingresso di Ischia Ponte che, stupito, avrebbe chiesto ai nuovi inquilini dell’UTC del comune di Ischia il come mai di questi nuovi misuratori. A marzo 2022, infatti, il comune di Ischia si dava atto della corrispondenza dell’edificato “per sagoma, superficie e volume a quanto riportato nei grafici allegati al P.d.C. n. 38/2010, SCIA in variante prot. n. 15419 del 19/6/2014, DIA in variante prot. n. 29448 del 19/10/2016 e SCIA in variante prot. n. 2664 del 22/01/2021.”

Un anno dopo, invece, sono emerse 11 violazioni essenziali che hanno portato al sequestro e all’ordinanza di demolizione. Uno strappo rispetto al passato che sembra non più sanabile e che, come detto, ha fatto scattare e nascere la guerra il sindaco di Ischia e l’assessore Paolo Ferrandino che ha visto nascere il parcheggio mai completato fin dall’era della giunta di Peppe Brandi nel 2010.
Questa mattina, nel frattempo, alle ore 11:00 il sindaco Enzo Ferrandino terrà presso la sala consiliare di Ischia una conferenza stampa sulle vicende che stanno riguardando il Parcheggio Siena di Ischia.

La battaglia legale

Nel frattempo la battaglia legale si accende davanti al TAR in attesa, poi, di infiammarsi al Consiglio di Stato. Per affrontare la battaglia che da una parte vede l’avvocato Santaroni e Nando Scotti, dall’altro lato è sceso in campo l’intero squadrone d’attacco di Piazza San Rocco, 26.
Contro Santaroni e Scotti, per diversi parti del processo, sono schierati gli avvocato Bruno Molinaro, Miriam Petrone, Cristina Buono e Gianpaolo Buono. Uno scontro che, fin dalle “convocazione” sa di finale da Coppa dei Campioni.
L’avvocato Molinaro, legale nominato dal Comune di Ischia, nella camera d consiglio che si è svolta lo scorso 8 marzo, ha eccepito l’infondatezza dell’assunto della società di Santaroni, secondo cui il Comune non avrebbe interesse alla conservazione del provvedimento impugnato in quanto l’originario ordine di sospensione del 28 marzo 2022 sarebbe ormai caducato, essendo decorso il termine di quarantacinque giorni di cui all’art. 27, comma 3, del d.P.R. n. 380/01 e non avendo il Comune esercitato successivamente il potere sanzionatorio.

Il legale dell’ente di via Iasolino ha ricordato, sul punto, che “il decorso del termine in questione non comporta conseguenze di altro tipo, e in particolare la decadenza del potere sanzionatorio degli abusi commessi, decadenza che, oltre a non essere prevista espressamente dalla legge, avrebbe una conseguenza del tutto illogica, ovvero trattare la repressione di un abuso in modo difforme in base alla circostanza, del tutto casuale, dell’adozione o mancata adozione dell’ordinanza che sospende i lavori” (così, fra le tante, Cons. Stato, Sez. VI, 8 settembre 2021, n. 6235).

Con Molinaro, gli altri avvocati tra cui quelli dell’Avvocatura dello Stato che difendono gli interessi della Soprintendenza hanno evidenziato che, secondo giurisprudenza consolidata, anche della Cassazione, “gli interventi edilizi, di qualunque tipo, anche di manutenzione straordinaria o risanamento conservativo, realizzati su immobili abusivi non condonati, ripetono le caratteristiche di abusività dell’opera principale alla quale accedono: non è, infatti, consentita la prosecuzione dei lavori di completamento su opere abusive, sino all’eventuale intervento della sanatoria e le opere di completamento realizzate in spregio a tale principio devono essere oggetto di riduzione in pristino”.

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