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mercoledì, Maggio 1, 2024

Meglio ‘na meza cosa che niente. Perché? |4WD

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Daily 4ward di Davide Conte del 19 giugno 2022

Venerdì sera sono andato con amici a spiluccare qualcosa all’ottimo Kiwi Jam di Gino e Anna, in quel di Ischia Ponte, e mi sono reso conto che era finalmente ripreso “Borgo in Festa”, con gruppi musicali posizionati qua e là lungo il percorso che porta al Castello. Un’iniziativa lodevole che fa onore a Lucio D’Orta e ai suoi commercianti, che dopo due anni di assenza non hanno perso tempo a scorciarsi nuovamente le maniche e sostituirsi, nei limiti delle loro possibilità, ad un’amministrazione comunale totalmente assente nella zona (e non solo).

Nel bel mezzo della permanenza al Kiwi, la nostra attenzione è stata attratta da un sensibile rafforzamento della musica proveniente dall’esterno, ma soprattutto dalle tante persone che uscivano incuriosite dal locale. Pagato il conto, anch’io sono uscito a vedere di cosa si trattava, trovandomi dinanzi ad una approssimativa marching band che si stava esibendo in una versione semplificata a fiati e percussioni di “Seven nation army” (al secolo, l’Italia po-po-po dei mondiali 2006).

Qui, naturalmente, subentra la valutazione di chi, nella sua vita, qualche evento lo ha pure organizzato e continua a farlo: l’entusiasmo degli spettatori c’era, per carità, e forse questo già potrebbe bastare ad arrivare alla più classica delle conclusioni: “Meglio di niente…”. Ma la domanda è sempre la solita: perché doverci abituare ad accontentarci e basta, anziché puntare a livelli qualitativi che Ischia ha già conosciuto in un recente passato e che, solo volendolo, ha dimostrato di meritare (qualcuno ricorda i Funk Off)?
E sempre casualmente, visionando una proprietà in vendita, ieri ho incontrato Piero D’Ambra, anche lui già amministratore pubblico e appassionato di musica, col quale non siamo mai stati sulle stesse posizioni politiche, ma che mi faceva notare senza mezzi termini: “Noi ci siamo anche scornati nel gioco delle parti relativo agli eventi del Comune, ma dopo di noi… il nulla assoluto”. E la mia risposta è stata altrettanto lapidaria: “A quanto pare, significa che oggi questo è ciò che meritiamo”.

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