Una “toccata e fuga” in Val Gardena, approfittando di varie circostanze propizie, non solo mi ha permesso di constatare che, dopo oltre otto anni lontano dalle piste, il mio sci non è poi così arrugginito, ma anche di scoprire quanto questo comprensorio meraviglioso nel cuore delle Dolomiti non abbia mai arrestato il suo processo di sviluppo al passo coi tempi e con una sempre crescente evoluzione della domanda turistica da ogni parte del mondo.

Ho sempre pensato che il quadrilatero Ortisei-Santa Cristina-Selva di Val Gardena-Corvara rappresenti quanto di meglio e più ampio possa offrire l’Italia (e forse non solo) agli amanti della neve. Ma quel che più mi fa rabbia è che, in ogni dove, questa zona presenta ogni anno delle novità infrastrutturali e ricettive di enorme portata, cominciate e terminate senza particolari impedimenti, pur trovandoci in un’area dove certamente non mancano vincoli paesaggistici ed ambientali.

Tanto per cominciare: l’Adler Resort di Ortisei, in pieno centro, si è notevolmente ampliato sia nella parte residenziale sia in quella dei servizi, con una spa di altissimo livello recentemente rinnovata negli arredi e nelle proposte. Un ponte metallico di circa un centinaio di metri collega la strada che conduce all’ingresso dell’hotel alla stazione di partenza dell’ovovia verso l’Alpe di Siusi. Lo stesso vale per il Cavallino Bianco, un resort famosissimo per la storica formula family spa ed in grado di abbinare il soggiorno dei bambini a quello dei genitori senza che entrambi rinuncino ad alcun momento peculiare della propria vacanza. E come se non bastasse, proprio nella zona sciistica dell’Alpe di Siusi, ho avuto difficoltà a contare strutture alberghiere quasi interamente rivestite in legno vivo, vetro e pietre, bellissime a vedersi e di nuovissima costruzione tra le piste, in quota dai 1500 ai 2000 metri.

Perché solo dalle nostre parti i vincoli, oltre a certa politica, continuano ad essere causa di inerzia ed arretratezza?