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giovedì, Maggio 2, 2024

L’Evi salverà il servizio idrico campano?

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Assemblea Cisi. Si apre uno scenario clamoroso. Oggi riunione all’Ente Idrico. La Regione vuole acquistare le quote della società isolana, unico soggetto pubblico che può gestire il servizio dell’intero ATO. Un bacino di 400mila abitanti. Altrimenti sarà la privatizzazione. I sindaci disponibili ma chiederanno una gestione autonoma per Ischia e Procida

Si è tenuta la seconda assemblea del Cisi convocata a distanza di una settimana dalla precedente. I sindaci hanno approvato le linee guida per l’approvazione del Bilancio 2021 della società partecipata Evi Spa in liquidazione. Delegando quale rappresentante del Consorzio all’assemblea del 30 novembre il presidente del collegio dei revisori dei conti Filippo Cuomo. L’approvazione del bilancio è un atto prodromico per poter far uscire l’Evi dalla liquidazione. Uno stato che dura da ben 14 anni.

E che sia una fondamentale far uscire l’Evi dalla liquidazione lo dimostra la “clamorosa” novità che si prospetta all’orizzonte. Per oggi, infatti è convocata presso l’Ente Idrico Campano una riunione di rilevante importanza per la gestione idrica non solo a livello isolano, ma a livello regionale. La Regione Campania ha infatti richiesto ai sindaci di poter acquistare le quote dell’Evi (oggi detenute per l’80% dai comuni dell’isola d’Ischia consorziati nel Cisi e per il 20% dal Comune di Procida). Perché la Regione vuole “prendere possesso” dell’Evi? Perché la società isolana è l’unico soggetto pubblico esistente nel territorio di competenza dell’Ambito Territoriale Ottimale e che dunque può gestire l’intero servizio idrico per conto dello stesso ATO.

Un territorio che raggruppa una utenza di 400mila abitanti e comprende anche comuni come Giugliano, Casavatore, Caivano, Mugnano. In caso contrario, si dovrebbe ricorrere alla privatizzazione del servizio idrico, con tutte le ricadute immaginabili anche a carico degli utenti. Uno scenario che dunque si vuole evitare. In parole povere, la tanto “bistrattata” Evi isolana è destinata a salvare l’intero servizio idrico che raggruppa un rilevante bacino di utenze. Perché in terraferma non esiste un soggetto pubblico che possa farsi carico di tale compito…

A fronte dello spettro della privatizzazione, che lederebbe anche gli interessi delle comunità di Ischia e Procida, i sindaci isolani si dichiarano disponibili a tale soluzione. Ma ponendo dei “paletti” ben precisi. Sono disposti a cedere alla Regione l’Evi, facendosi in pratica carico di risolvere le esigenze degli altri comuni della terraferma, ma sono anche intenzionati a riaffermare con forza la peculiarità insulare. Dunque, in cambio della cessione dell’Evi porteranno alla riunione una richiesta ben precisa. Quella della creazione di un sottoambito specifico per le due isole di Ischia e Procida con una gestione comunque autonoma. Proprio in virtù delle specifiche esigenze delle comunità isolane che si intende tutelare in quanto appunto diverse da quelle degli altri territori della terraferma. In parole povere: okay alla richiesta della Regione, ma senza che questo comporti sacrifici per la popolazione di Ischia e Procida.

Si apre dunque uno scenario completamente nuovo e si gioca una partita importante in cui si può dire che le isole saranno chiamate a salvare la terraferma. Un risultato non di poco conto…

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