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giovedì, Maggio 2, 2024

La mamma di Francesco Taliercio: “Colui che ti ha ucciso si assuma tutta la sua colpa e paghi per il male inflitto ma deve pagare veramente, con la giusta pena niente sconti”

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Rabbia e dolore. Amore materno e compassione. Indignazione e vendetta. Un cuore addolorato e tanto spazio per accogliere ma anche un muro troppo alto per essere scavalcato. Sono questi i tratti caratterizzanti della lunga lettera che Sonia Di Iorio, la mamma di Francesco Taliercio, il 17enne morto in un tragico incidente lo scorso 9 maggio, ha pubblicato su facebook. Un racconto personale, a tratti fin troppo intimo, che ci ricorda l’importanza di non tacere su questo argomento. Le immagini di Ragusa, non sono troppo lontane, così come la morte di Francesco non è troppo nel passato.

Certo, tra le parole di Sonia, emerge tutto il suo lutto. Si passa dal ricordo tenero alla voglia di vendetta, in un rigo.

“Non voglio compassione, voglio solo che le persone si rendano conto del male che possiamo commettere con le nostre azioni, anche con quelle che ci sembrano innocue, anche quando ci accingiamo a fare qualcosa e pensiamo “vabbè per una volta che fa”. No. Dobbiamo fermarci e riflettere, dobbiamo smetterla di pensare che i guai succedono agli altri e che noi abbiamo il controllo di tutto”. Sono queste le parole di Sonia che, più di altre, facciamo nostre. Siamo chiamati, un po’ tutti, a fare la nostra parte e, soprattutto, iniziare a creare quella coscienza collettiva sensibile. Chiamati a costruire una tela dove, grazie al passato possiamo guardare per l’avanti.

Francesco Taliercio, il figlio di Sonia e Leonardo, è uno dei nostri figli che hanno fatto ritorno a casa. E come lui c’è Marianna, c’è Alfredo, c’è Micaela. E ce ne sono molti altri. Ora basta !

“Cesco amore mio sai bene quanto mi costi fare quello che sto per fare, sai bene con quale riluttanza sto per scrivere questa lettera, con quanta sofferenza ma devo farlo, devo scriverla per te amore mio sono tua mamma e non posso più tacere il male che ci ha fatto. Probabilmente userò parole dure, pesanti ma qualunque parola scriva sarà sempre nulla rispetto a quello che stiamo vivendo papi,Emanuele, io e tutti coloro che ti hanno amato e che continueranno ad amarti. Quello che spero è che questa mia lettera non faccia nascere negli altri un sentimento di compassione, di pietà per me.Non voglio compassione,voglio solo che le persone si rendano conto del male che possiamo commettere con le nostre azioni, anche con quelle che ci sembrano innocue, anche quando ci accingiamo a fare qualcosa e pensiamo “vabbè per una volta che fa”. No. Dobbiamo fermarci e riflettere, dobbiamo smetterla di pensare che i guai succedono agli altri e che noi abbiamo il controllo di tutto. Non è così!
Anche quando sono stata costretta a salutare il tuo corpo esanime, quando l’ho abbracciato,l’ho baciato , gli ho parlato per l’ultima volta, quando gli ho dato la buonanotte per l’ultima volta ho sempre saputo che tu c’eri, che eri lì accanto a me e che potevi ascoltarmi ,ti ho sempre sentito vicino. Ma io purtroppo qui ho ancora un corpo, ho ancora una fisicità con tutti i suoi sensi, sensi che vogliono essere appagati e mi manca terribilmente non poterti toccare, non poter vedere dal vivo il tuo bellissimo viso con quel sorriso stupendo con le due fossette, innocente e al contempo furbetto, mi mancano i tuoi occhioni, mi manca incrociare il tuo sguardo in cerca della mia complicità, mi manca il tuo bellissimo pensiero, la tua voce, la tua risata, le tue parole, mi manca il tuo “mammina” detto il più delle volte con l’ intento di arruffianarmi e mi mancano perfino le tue critiche gastronomiche e le tue polemiche. Lo so è da non crederci ma è così Cesco amore mio mi manca tutto di te, anche i nostri battibecchi. Mi manca svegliarti al mattino, prepararti la colazione, vederti preparare prima di uscire di casa, osservarti e pensare” mamma mia quanto è bello! ” Mi manca occuparmi di te durante il giorno, mi manca il disordine in camera, mi manca la discoteca in casa, la tua musica Ce, la tua musica. In uno degli ultimi messaggi che hai inviato quel giorno hai detto a Simone”fratè due ore e mezza e da oggi produrrò in maniera del tutto diversa” riferendoti alla lezione che ti ha impartito Mattia, M.I.T.A al quale sarò sempre grata perchè grazie alle due ore passate con lui quel pomeriggio hai trascorso le ultime ore della tua vita terrena felice, consapevole di poter migliorare, di poter perfezionare la tua musica e quindi di poter realizzare sempre più il tuo sogno. Ma purtroppo il tuo “da oggi” non ha avuto nè avrà mai seguito amore mio, qualcuno ha deciso di agire nel modo sbagliato e ti ha ucciso ma io spero di cuore Ce che tu possa suonare la tua musica ovunque ti trovi. Ma la cosa che forse mi manca più di altre tu sai qual’è. Invece il momento più brutto della giornata, ammesso che ormai possa essercene uno peggio di altri, è quando la sera prima di andare al letto mi avvicino al portone e penso “siamo tutti in casa posso chiudere” sapendo benissimo che tu non ci sei cuore mio e che purtroppo non tornerai più. Non so spiegare cosa provo nel girare la chiave, avverto il vuoto che la tua morte ha lasciato dentro di me, un vuoto con una consistenza, con un peso abnorme difficile da trascinare. Quando metto la testa sul cuscino la sera so che non ti sentirò più rincasare, non ti sentirò più aprire il cancello, non sentirò più i tuoi passi per le scale e per il viale, non sentirò più le tue chiavi girare nella serratura per aprire e per chiudere il portone e non ti sentirò più fare le coccole a Shelly, lei che tutte le sere era lì ad aspettarti sul divano pronta a ricevere le tue carezze e a scodinzolare rumorosamente. Tutti rumori, tutti suoni che poi mi permettevano di dormire serenamente. Anche Shelly sente la tua mancanza, non so se hai notato il suo sguardo quando le chiedo di te, uno sguardo carico di dolore, di rassegnazione perchè ha capito che non tornerai. A volte amore mio immagino la felicità che proverebbe se potesse vederti ancora, a quanto ti salterebbe addosso, a quanto scodinzolerebbe e a quanto piangerebbe dalla gioia . Ma purtroppo per noi non ci saranno più pianti di gioia ma solo di dolore, il dolore peggiore. Cesco è tutto così assurdo, così surreale ripeto io so che ci sei amore mio, che mi sei vicino ma la tua morte terrena, una morte improvvisa ma soprattutto ingiusta ed evitabile fatico ad accettarla. Che rabbia provo quando qualcuno perseguita a dare la colpa al fato, alla volontà del Signore, senza capire, senza ammettere che a uccidere te Francesco è stata solo la scelleratezza umana, il marcio presente a questo mondo e ogni volta penso a te amore mio, a quando durante i nostri dibattiti in tono provocatorio e conoscendo già la risposta mi chiedevi”ma secondo te al mondo esistono più persone intelligenti o più deficienti?” E ora come allora devo darti ragione amore mio. Ma c’è una cosa che mi fa arrabbiare e star male ancor di più, il fatto che io mamma di un ragazzo ucciso debba sperare, invece di averne certezza, che tu un giorno possa avere giustizia e questo non ha senso se penso che viviamo in Italia, un paese che dice di essere per la tutela, per la difesa della vita umana. Quanta ipocrisia, quanta indifferenza in questo paese e tu ne eri consapevole per questo dicevi di non esserne fiero. Ma spero con tutta me stessa che un giorno tu possa essere fiero del tuo paese e avere giustizia, con una sentenza esemplare che possa essere da monito per tutti noi perchè purtroppo molti hanno bisogno di essere sanzionati per capire cosa è sbagliato. Forse c’è ipocrisia anche dietro quella lettera amore mio, una lettera fatta di frasi di circostanza mentre le uniche parole che avrebbero dato senso a quella lettera, le uniche parole che avrei dovuto leggere e cioè”lui ha sbagliato” non hanno avuto il coraggio di scriverle. Tutti sbagliamo, chi intenzionalmente e chi no ma quando si sbaglia bisogna avere il coraggio e l’onestà di ammetterlo e bisogna pagare per il male inflitto soprattutto se sbagliando si arriva a uccidere un ragazzo di soli diciassette anni e si condanna un papà, un fratello e una mamma a vivere nel ricordo della loro stessa carne, del loro stesso sangue. La tua unica colpa è stata quella di voler tornare a casa da papi, da Ema,da me e da Shelly e per questo sei morto mentre chi ha sbagliato tutto, colui che ti ha ucciso è ancora vivo. Da due mesi lui si trova dove è sempre stato protetto dai suoi cari, tu invece sei sepolto al cimitero e in questi due mesi mi sono dovuta occupare di te in modo orrendo. Non so se le persone possano anche lontanamente immaginare cosa ho provato nel vederti morto su quel lettino, nel vedere i tuoi occhi, occhi che sono sempre stati vigili, attenti, penetranti ritrovarli lì in quella stanza a fissare il vuoto, oramai privi di luce, privi di vita. In quel momento ho capito di essere morta amore mio, su quel lettino non c’eri solo tu c’ero anche io a mamma, anch’io. E’ atroce ripercorrere tutto questo, vorrei fermarmi ma ti prego Ce dammi la forza di finire questa lettera, devo farlo a mamma,devo farlo. Non posso spiegare cosa ho provato quando ho dovuto preparare la busta con gli indumenti da farti indossare per il tuo ultimo viaggio, quando ho aperto il tuo armadio e ho preso gli slip, i calzini, il completo e la cravatta sapendo che quelli sarebbero stati gli ultimi abiti indossati da te, la camicia bianca invece era da stirare e penso a quello che avrà provato la nonna mentre la stirava, io non ho avuto la forza di farlo amore mio, lo sai mi sono rifiutata. Ho dovuto organizzare il tuo funerale, il tuo trigesimo, ho fatto stampare le foto, la poesia per le preci, poesia che pensavo un giorno sarebbe stata sulla mia tomba e invece ho dovuta usarla per te, ho comprato i fiori con cui adornare la tua tomba e l’ultimo , orrendo compito l’ho svolto ieri quando con papi sono andata dal marmista per scegliere il marmo con cui costruire la tua tomba. Io mamma di quarantanni sono costretta a costruire la tomba per mio figlio diciassettenne. Si dice che a quarantanni inizi una nuova vita, beh per me è iniziata la vita senza te, è iniziata la sopravvivenza a te amore mio. E tutto questo male,tutta questa sofferenza, tutta questa devastazione perchè? Perchè lui ha scelto di agire nel modo sbagliato, lui ha sbagliato! Un altro momento terribile, atroce lo sai quale è stato amore mio, quando qualche settimana fa mi sono detta che era il momento di farlo, il momento di farmi consegnare da zio Nico gli abiti che gli hanno consegnato in ospedale, i vestiti che indossavi quella sera, in quel maledetto istante in cui sei stato ucciso. Giustamente zio mi ha detto che non ero obbligata a farlo, non dovevo farlo per forza. E invece si amore mio tu sei mio figlio, la mia vita non potevo continuare a ignorarli e così mi sono fatta consegnare le due buste. Ho aperto prima quella contenente le scarpe, le tue scarpe amore mio, guardarle, toccarle e abbracciarle dopo tutto quel tempo ,pensare che lì dentro c’eri tu, le tue gambe, i tuoi piedi. Poi è toccato ai vestiti e tutto ciò che indossavi ad eccezione dei calzini , mi ha rivelato una verità che non conoscevo, una verità che ha reso tutto ancora più straziante. E in quel momento ho provato quello che ho provato in ospedale quella notte, il senso di colpa per non averti protetto, il senso di colpa per non essere stata lì con te, per non averti tenuto la mano nel momento in cui hai lasciato questa vita, mi dispiace cuore mio, ti chiedo scusa. In quella lettera si parla di destino incrociato, del nostro dolore che è il loro dolore, impossibile. E’ovvio che anche per loro sia un momento drammatico, se non fosse così ci troveremmo difronte a persone prive di umanità ma considerando amore mio dove ti trovi tu da quella sera, considerando dove si trova lui, considerando quello che abbiamo dovuto vivere in questi due mesi e che vivremo senza di te per il resto della nostra vita, credo che sia irrispettoso paragonare il loro dolore al nostro.Se poi davvero il nostro dolore lo sentono loro allora che lo dimostrassero, come? Agendo affinchè colui che ha sbagliato, colui che ti ha ucciso si assuma tutta la sua colpa senza addurre scuse e che paghi per il male inflitto ma deve pagare veramente,con la giusta pena niente sconti. Se faranno questo allora crederò alle loro parole. Utopia amore mio lo so, pura utopia. Francesco amore mio, cucciolo mio, ti abbiamo atteso per nove mesi, ti abbiamo cresciuto per diciassette anni e purtroppo ti ha portato via in un istante. Non averti fisicamente accanto in questa nostra vita terrena è di un’atrocità indescrivibile, quell’istante ha privato te di un corpo e me di un’anima e mi ha costretto ad attenderti ancora ma questa volta l’attesa è lunga,dolorosa,straziante. Devo avere pazienza, devo riuscirci, ci sono le tue idee, le tue parole a ricordarmelo, devo farlo per Emanuele nostro,la tua metà ,vi dicevo sempre che per me voi due eravate tutt’uno, un unico amore, un unico cuore e sarà sempre così, tu sarai sempre in lui e lui sarà sempre in te. Ti prego Ce, se puoi a mamma, dammi sempre la forza di guardare oltre ,non lasciarmi sconfiggere dal dolore, continua ad asciugare le mie lacrime e aiutami a rialzarmi ad ogni caduta come hai fatto finora, io sento la tua presenza, so che ci sei. Tu amore mio con il tuo essere, il tuo bellissimo essere, con la tua energia, la tua grinta, la tua forza, il tuo sangue freddo, con la tua sensibilità, la tua voglia di vivere, con il tuo essere in prima linea, con la tua voglia di cambiare ciò che per te era ingiusto cosa che ti faceva essere polemico e a volte anche rompiballe. Sento l’amore indissolubile che ci lega e ho la certezza, non la speranza, che così come io ho accolto te quando sei venuto a questo mondo, così tu accoglierai me, accoglierai noi tutti quando verremo all’altro mondo e ti prego amore mio fa che tutti coloro che piangono la tua perdita, in particolare la nostra Francesca e i tuoi splendidi amici, possano mettere a tacere il loro dolore e possano ascoltare te, la tua presenza, la tua vicinanza e possano avere la mia stessa certezza. Per nove mesi ti ho avuto nel mio grembo adesso sei tu ad avere me nel tuo. C’è un’ultima cosa che devo scrivere amore mio, te lo devo. Fin dai primi anni della tua vita ho capito che eri speciale, hai subito dimostrato un’intelligenza, un acume fuori dal comune, hai sempre avuto un animo gentile ma ho sempre preferito non dirtelo apertamente per paura di tirar su, di crescere un figlio troppo sicuro di se. Ho sbagliato, ho passato troppo tempo a cercare di smussare i tuoi angoli vivi e poco, pochissimo tempo a lodare le tue qualità e adesso lo metto per iscritto, in modo che tutti quelli che leggeranno questa lettera, sapranno quanto tu fossi speciale, quanto sei speciale amore mio e quanto papi e io siamo orgogliosi di te. Francesco amore mio tu sarai sempre il nostro cocco, il nostro cucciolo, il nostro cuore, la nostra vita! Grazie di essere nostro figlio!

6 COMMENTS

  1. Che belle e straordinarie riflessioni!
    Che immenso gesto di amore!
    Quante lacrime anche da parte di chi,come me,non ha avuto la possibilità di conoscervi.
    La vita è come la natura:decide tutto da sola e spesso non ci fa capire i perchè.
    Vogliate accettare il mio abbraccio forte forte nella speranza che un giorno tutto avrà un senso e che intanto la giustizia… trionfi.

  2. Leggendo queste bellissime parole, ho trovato la cosa più bella che possa esistere l’amore di una mamma per il proprio figlio, per le piccole cose, per i suoi gesti quotidiani.
    Nel titolo si legge solo vendetta. Alimentare il rancore non porta da nessuna parte. Anzi, da vita ad una spirale di non ritorno. Se veramente vogliamo importarci di Francesco, iniziamo a pensare a chi resta, a non farlo vivere nell’odio e nel dolore, a fare in modo che quando si pensi a lui ci si ricordi dei momenti belli passati insieme, del suo sorriso, dei suoi occhi, del suo profumo, dei suoi piccoli gesti quotidiani e non invece come quello che non ha avuto giustizia, che poi chi è che decide quale è la giusta pena? può una mamma dire è questa la giusta pena? Ovviamente no. “Il miglior modo di ricordare i morti è quello di pensare ai vivi” come disse Sandro Pertini. Gaetano per favore cambia il titolo di questo articolo

  3. Parla il bellissimo cuore di una mamma in cui sempre è vivo il bellissimo Francesco che pure noi teniamo nei nostri cuori piangenti anche se non abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo. Ma è ormai come un figlio. Un carissimo e tenero saluto alla famiglia.

  4. E’ una lettera bellissima che fa davvero piangere tutti.Andrebbe pubblicata da tutti i giornali per sottolineare che in un attimo la vita di ognuno può essere stravolta.Certo che sulle strade muoiono troppi ragazzi! La malattia più grave dei nostri tempi è proprio quella degli incidenti stradali.Possibile che non si riesca a prevenire meglio tutto questo dolore? peppino amalfitano

    • Lettera straziante… Non oso nemmeno immaginare il dolore di questa donna a cui va la massima solidarietà unitamente a tutta la famiglia…. Detto questo… Certo che si possono prevenire gli incidenti… Basta cambiare la nostra cultura… Non ho letto ancora nessuno chiedere maggiori controlli… Basta far lavorare le forze dell’ordine… Ma a Ischia non piace…. Specialmente se si toccano gli interessi del singolo del caso. Per questo bisogna cambiare…. La sicurezza stradale è in ogni singola violazione… Dal più banale divieto di sosta fino ad arrivare… I nostri comuni non investono nella sicurezza stradale perché da fastidio e fa perdere i voti…. Perché i cittadini vogliono questo…. L’ultimo cittadino ha il numero del politico di riferimento per chiedere vantaggi e non il rispetto della legge…. Questo il problema…. Cominciamo a chiedere regole rispetto delle stesse, controlli, investimenti in sicurezza e controlli… Così si evitano incidenti e tragedie che stravolgono famiglie e denunciamo chi si rivolge a conoscenti o politici per far addolcire le sanzioni o le conseguenze…. Questo è cambio di cultura…. Prevenzione e…. Altrimenti… Sono solo parole di circostanza….

  5. Grazie per questa lettera, grazie per le bellissime parole, grazie di cuore. Non volevi compassione, non volevi commuovere, ma volevi semplicemente parlare al tuo amore. Sono sincero, ci sei riuscita, ma solo in parte. Morire a 17 anni e in quel modo è di una ingiustizia atroce, ma il tuo Francesco, dal paradiso, saprà essere vicino a voi tutti. Mi vorrei sbagliare, ma anch’io sono convinto che, anche in questo caso, come in tantissimi altri casi, la giustizia non trionferà.

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